50. Tequila

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- Quindi... Sei tornato a Roma in pianta stabile? -.
La domanda gli sopraggiunse inaspettata mentre si serviva da bere dal piccolo buffet allestito nel foyer dei camerini per il break di metà concerto degli artisti.
Damiano e company erano stati veramente pazzeschi, lo show che avevano messo su per quel tour era qualcosa totalmente fuori dai normali canoni che si potevano trovare nel panorama nazionale delle performance dal vivo. Fino al primo break, lui e Sarah avevano assistito al susseguirsi delle esibizioni direttamente da dietro la prima quinta, seduti su un grosso cubo che fungeva da back up per gli allestimenti di scena. Non si erano detti molto, limitandosi a fare osservazioni sullo spettacolo e sulle canzoni o commentando lo staging invidiabile che tanto distingueva i Måneskin a livello globale. Per tre quarti del tempo, inoltre, Sarah era stata incapace di rimanere ferma, cantando a squarciagola e ballando come una forsennata. E per tutto lo stesso tempo, Holden era stato incapace di concentrarsi sullo show, completamente rapito da lei. Osservarla di nuovo così da vicino ed avere la possibilità di valutarla in un momento in cui, totalmente presa dalla musica, teneva le difese basse, gli aveva fatto capire che sotto la sofisticata scorza che lei tendeva a mostrare al mondo c'era ancora la ragazza entusiasta e affamata di vita e gioia che non aveva mai smesso di popolare e colorare il suo immaginario.
Addirittura c'era stato un momento in cui, con tutta probabilità, lei si era del tutto dimenticata di quali fossero i pregressi tra di loro ed i sentimenti negativi che sosteneva di provare nei suoi confronti: era appena tornata a sedersi accanto a lui quando Damiano, accompagnato inizialmente solo da Thomas, aveva iniziato a cantare Coraline. Lei era entrata in una sorta di trance ed aveva iniziato a cantare a sua volta, seguendo i virtuosismi del cantante che si stava esibendo: di colpo grandi lacrime avevano iniziato a rigarle il viso. Era stato solo a metà della canzone che, senza il minimo preavviso, aveva reclinato il capo e l'aveva appoggiato alla sua spalla. Lui era rimasto folgorato: avrebbe voluto abbracciarla, perché era evidente che quella canzone avesse un forte impatto emotivo sulla ragazza, ma decise invece di non muoversi, preoccupato che qualsiasi movimento avrebbe potuto distruggere quel momento così intenso e intimo. Sapeva che lei non si stesse rendendo conto di quanto faceva, eppure aveva deciso di non privare sé stesso di quella briciola che la fortuna gli stava concedendo. Quando la canzone era terminata Sarah era come tornata improvvisamente in sé e si era risollevata, asciugandosi rapidamente gli occhi e borbottando una paio di frasi sconnesse di scuse alle quali lui non aveva risposto, quasi a volerle dimostrare di non aver fatto caso a quanto successo. Lei si era subito alzata in piedi ed aveva ripreso a ballare facendo finta di niente, e la cosa era andata avanti così fin quando c'era stato il middle show break per il quale avevano raggiunto la band ai camerini.
Non aveva potuto impedirsi di storcere il naso quando era stato, suo malgrado, costretto ad osservarla mentre rideva e scherzava in modo piuttosto audace con Ethan, facendo per altro lunghe boccate dal paio di miccettoni di cannabis che erano stati accesi non appena entrati nel foyer. Damiano aveva anche fatto per passarne uno a lui, ma aveva cordialmente declinato: per lui era finita da quel dì quell'epoca, aveva deciso ormai da un bel po' che laddove avesse potuto avrebbe evitato ogni eccesso legato a droghe ed alcol. Circa tre anni prima, infatti, si era ritrovato coinvolto in una situazione piuttosto spiacevole e quel fatto lo aveva segnato tanto da fargli prendere quella decisione. Fosse stato per lui, in quel frangente sarebbe andato dritto da Sarah e le avrebbe strappato malamente lo spinello di mano, ma sapeva perfettamente di non avere nè il diritto nè la giusta posizione per poterlo fare. Così si era limitato a tenerla d'occhio, partecipando alle conversazioni e cercando di non dare ad intendere a nessuno il suo reale mood.
L'unica cosa che proprio non era riuscito ad evitare di fare, però, era stata di lanciare ad un certo punto un'occhiata incendiaria ad Ethan, il quale aveva serenamente messo una mano sull'interno coscia di Sarah decisamente troppo in alto ed in modo troppo sfacciato per essere casuale o innocente. Il suo sguardo e quello del batterista si erano incrociati per un attimo, ed Holden era riuscito a far capire all'altro che non si stava regolando.
Fortunatamente Sarah non si era accorta di niente e proprio in quel momento si era alzata per andarsi a prendere da bere, abbracciata a Victoria.
Ed ora eccoli lì, con lei che gli era comparsa di soppiatto alle spalle a porgli quella domanda, mentre la band aveva ripreso a parlare della seconda parte dello show e di come gestirla.
- Si. So' stato 'na decina de giorni in hotel mentre il mio manager me faceva sistema' casa nuova. Ce so' entrato giusto qualche giorno fa - spiegò.
Lei si appoggiò con il fondoschiena al bordo del tavolo e guardò dentro al proprio bicchiere. - Pensavo che saresti tornato nella vecchia casa... -.
Scosse la testa. - No. Quella l'ho fatta vendere... -. Tossicchiò, in evidente difficoltà, poi riprese. - Non ero sicuro che sarei mai tornato a stare fisso in Italia, aveva poco senso tenerla lì vuota -.
- Certo, mi pare un giusto ragionamento... - disse lei, sempre senza guardarlo. - E... Che progetti hai? -.
Lui aggrottò la fronte. - Non voglio sembratte scortese, Sa', ma come mai tutto 'st'interesse? -.
Si ritrovò risucchiato nell'oceano di risentimento contenuto nei suoi occhi. - Era solo per fare conversazione. Visto che ti da così fastidio a questo punto eviterò proprio di rivolgerti la parola - disse, facendo per andarsene.
La fermò prendendola per il polso. - E me priveresti così sgarbatamente della tua squisita compagnia? Così ferisci i miei sentimenti... -.
Lei strattonò la sua presa e lo soppesò con sufficienza. - Allora tu rispondi senza fare tutti questi giochetti. Ti voglio ricordare che la nostra tregua è provvisoria e che ti sto facendo un favore, altrimenti t'avrei già mandato aff... -.
L'improperio le morì in gola, perchè lui le aveva appoggiato un dito sulle labbra. - 'Sta nuova attitude da donna spregiudicata e senza freni te sta bene sotto molti aspetti, ma 'na cosa non è cambiata: le parolacce non suonano bene quando escono dalla bocca tua -.
Le sfiorò il labbro inferiore, poi ritirò la mano, lasciandola inebetita per un secondo. Alla fine diede un sorso dal proprio bicchiere e riprese a parlare. - Ho iniziato a lavora' al nuovo album da un po', sto già a buon punto ma ultimamente sto avendo nuove idee e credo che le approfondirò prima de chiude' il cerchio. Poi c'ho in ballo un paio de cose  interessanti, ma pe' scaramanzia preferisco non parlarne finchè non se concretizzano. Questo è tutto. Tu, invece? -.
- Io cosa?! - domandò lei, simulando indifferenza verso la domanda.
Holden sorrise, genuinamente divertito. Ce provi disperatamente a nascondete dietro a 'sta Regina Bianca, Fati', ma io te vedo ancora sin troppo bene. - Continueremo così tutta la serata? No, perchè pe' tira' fuori un concetto ce mettemo de madia un'ora a testa, se continuamo così... Dai... -.
La ragazza sbuffò e bevve anche lei. - Anche io sto lavorando sul prossimo album, ma non sto messa bene come te. Ho scritto molto nell'ultimo anno, ma se devo essere onesta non mi piace quasi niente di quello che ho buttato giù. Con questi presupposti non è che abbia questo grande materiale per cominciare ad andare un po' in studio... La cosa mi frustra -.
- Aaron non t'aiuta? E' un ottimo autore, potrebbe esse' fruttuoso collabora' co' lui. Non c'avete mai pensato? - domandò lui, genuinamente interessato.
Sarah sollevò le spalle, sospirando. - Aaron è molto preso dai suoi obiettivi, negli ultimi mesi. Ha questa sorta di ordine mentale che lo spinge a farsi delle tabelle di marcia che deve rispettare in modo ossessivo, altrimenti va in paranoia... Fosse mai che si rompa l'ordine prestabilito! Proposta di matrimonio, conclusione della tournèe, partenza per New York... Dio, sembra un girone infernale -.
- C'hai 'na passione pe' i maniaci del controllo, questo non lo puoi nega' -.
Rispose di getto, senza valutare realmente i retroscena della frase buttata lì dal suo sagace interlocutore. - Non è la stessa cosa, tu non eri così maniacale. Certo, avevi il tuo modo sistemico di ragionare, ma avevi imparato a fare spazio alle probabilità. Avevi imparato a fare spazio a me... -.
Si interruppe di colpo, ora conscia di quanto detto. Subito si girò a guardarlo per valutare i danni: lo trovò a guardarla in modo attento e analitico. - Perdoname Sa', lo so che non sono affari miei, ma nel momento stesso in cui tu me dici 'na cosa del genere io te lo devo chiede': t'ha chiesto de sposatte ma non t'include nei suoi piani? Scusa, ma me pare un'assurdità... -.
- DUE MINUTI! -. L'ennesima chiamata dalla regia per il rientro della band interruppe la conversazione in modo provvidenziale nel momento in cui stava prendendo una piega scomoda.
Maledizione, possibile che non riesco mai ad avere il controllo del gioco?! Com'è possibile che finisce sempre per prendere lui il sopravvento?!
- Noi torniamo in scena - disse Victoria rivolgendosi ad entrambi, poi si girò verso Holden e gli puntò un dito contro - T'ho visto come la guardi... Io te lo dico: il primo limone della serata è mio, quindi non t'azzarda' a provacce, che te frantumo! So' seria -.
Lui alzò le mani. - Sei mejo te, Victo'. Non me ce metto nemmeno, in competizione! -.
- Ecco, bravo! - urlò la bassista dal corridoio, facendogli il gesto del tenerlo d'occhio con le due dita.
- Mamma mia, qui la lista sta a diventa' sin troppo lunga: Aaron, Victoria, molto evidentemente Ethan e chissà quanti che io non so! Me sa che sei diventata un po' troppo brava co' gli incantesimi d'amore, Fati'... - disse lui, rivolgendosi a Sarah.
Subito, però, si rese conto di aver usato il soprannome che lei gli aveva proibito. - Scusa - cercò di recuperare, guardandola.
La ragazza sospirò con magnanimità, omaggiandolo di un mezzo sorriso. - Vabbè, dai: siamo in tregua. Facciamo che per stasera te lo concedo... -.
Holden le fece cenno di avviarsi verso le quinte, poi la seguì a stretto raggio appoggiandole una mano sulla parte bassa della schiena. 
- Sicura? - le sussurrò all'orecchio. - E se poi te ne penti? -.
Lei volse appena il capo verso di lui ed i loro nasi quasi si sfiorarono. - Una volta qualcuno mi disse che i rimorsi saranno sempre meglio dei rimpianti. Non faccio altro che seguire quell'insegnamento... -.
- Touchè - replicò lui con un sorriso.
Sarah emise un impercettibile sospiro, sollevata di essere stata in grado di riprendere in mano il filo del gioco. C'è mancato poco, cavolo. Molto poco  pensò, imponendosi di non abbassare più la guardia quella sera.

Too old to hold me | A Holden x Sarah Fanfiction (Amici23)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora