25. Musa

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- AUGURI SARAH!!! -.
L'urlo entusiastico di tutti i suoi compagni al suo ingresso in casetta, quella sera, la rese felicissima e Sarah non riuscì ad impedirsi di scoppiare in una risata entusiastica.
Come da prassi per i compleanni,  ad esempio quello di Sofia che avevano festeggiato qualche giorno prima, gli amici avevano addobbato tutti gli ambienti della casa per festeggiarla, e la produzione aveva messo a loro disposizione non solo la cena, ma anche un carretto dei gelati, essendo proprio quello il dolce preferito di lei.
Nessuno perse tempo ed iniziarono subito i festeggiamenti: musica, canzoni cantate a squarciagola, abbracci, baci e tanto divertimento.
Sarah si ritrovò in un turbine elettrico di euforia, passando dalle braccia di un amico all'altro e ricevendo mille auguri, tanto che a tutta prima non riuscì a distaccarsi da quella giostra vorticante. Era felicissima ed emozionata di aver compiuto finalmente diciotto anni, aveva sempre immaginato che lo sarebbe stata, ma la realtà era che quel compleanno per lei aveva una doppia valenza. E oramai, già da un po', il diventare ufficialmente adulta non era la cosa più importante per lei.
Non fece altro che cercarlo con lo sguardo sin da quando era entrata in casetta e la festa era iniziata, ma nel caos non riusciva ad individuarlo. I compagni la coinvolsero nella distribuzione del gelato, la misero in mezzo in balli di gruppo, per una ventina di minuti buoni fu anche chiamata in disparte da Maria che le aveva fatto recapitare un regalo dalla sua famiglia e una lettera di suo fratello Lorenzo che l'aveva commossa...
Ed in tutto ciò, di Joseph neppure l'ombra.
Ad un certo punto il suo entusiasmo e la sua gioia virarono pericolosamente verso delusione e amarezza. Fu a quel punto che le si avvicinò Martina.
- Ancora auguri, piccoletta - le disse la cantante, abbracciandola.
- Grazie Marti... - mormorò, rispondendo alla stretta in modo debole.
L'altra ragazza sorrise bonariamente, poi le diede appena di gomito. - Quando te deciderai a chiedere do' sta lui? -.
Sarah alzò gli occhi sgranati sull'amica e quella rise di gusto, poi l'abbracciò di nuovo e le sussurrò all'orecchio - Lo trovi al vostro posto, teso'. Cammina, corri -.
Non se lo fece ripetere due volte: imboccò l'anticamera per le stanze da letto e svanì.
- Ce l'ha fatta, eh? - chiese Nicholas a Martina, avvicinandolesi.
Lei sorrise. - Era ora! Tra un po' avremmo dovuto schierare un'esibizione in stile Magic Mike tua e di Giovanni, aspettando che lei dicesse qualcosa! -.
I due risero insieme, poi tornarono alla festa che, almeno per un po', avrebbe dovuto fare a meno della sua protagonista.

***

In un emozionante deja-vu, Sarah aprì lentamente la porta che dava sul cortile sul retro e, quando vi si affacciò, sentì il fiato morirle nei polmoni: la veranda era stata riempita di tea light accese e l'ambiente era inondato solo dalla luce delle fiammelle.
Fece un passo all'esterno. Indossava soltanto la felpa ma non sentiva freddo visto che il cuore le stava pompando il sangue in circolo a una velocità pazzesca. Non dovette avanzare molto che partì una canzone: era Middle Ground dei Maroon 5, che sapeva essere una delle canzoni preferite di Joseph. Si coprì la bocca con entrambe le mani, catturata da un'emozione così intensa da farla sbarellare.
Poi lo vide: era in giardino, appoggiato con una spalla ad uno degli alberi, che la guardava godendosi ogni sua minima reazione con un sorriso soddisfatto dipinto in faccia.
Non ce la fece, non riuscì a resistere: corse verso di lui e gli saltò in braccio, stringendogli le gambe in vita e ridendo.
Lui indietreggiò di un passo, ma la sostenne stringendola forte. Poi le sussurrò - Auguri, Fatina. Ce l'hai fatta a diventa' grande, finalmente -.
Sarah strinse un po' di più la presa e, mentre le note della canzone salivano d'intensità, sentì le lacrime solcarle il viso.
Il ragazzo la lasciò scendere con delicatezza e le prese il viso tra le mani, asciugandole gli occhi con i pollici. - Eh no, dai. Me so' impegnato tanto e tu piangi? - disse, con un sorriso dolce.
Lei rise e pianse allo stesso tempo e gli portò le braccia al collo. - Sono pazza di te, lo sai? -.
- E tu lo sai quanto lo so' io de te? - rispose lui alla domanda con un'altra domanda.
Fu inevitabile, inesorabile e inarrivabile: le loro labbra si incontrarono e ciò che ne scaturì fu non solo un incontro fisico, ma uno sfiorarsi d'anime che mai come in quel momento divenne tangibile. 
- Oh Dio, finalmente: era tutto il giorno che aspettavo questo momento! - disse Sarah, non riuscendo a smettere di ridere e facendo seguire a quelle parole un altro bacio.
Anche lui rideva, fu un momento di estatica felicità per entrambi. Fu liberatorio. Fu  catartico. E, soprattutto, fu bellissimo.
- Vieni - fece poi lui, prendendola per mano e facendola sedere sul divanetto. Aprì la porta della call room e ne uscì con in mano una scatola rettangolare circondata da un nastro color oro e argento che le porse.
- Per te - disse, sedendosi accanto a lei.
- Oddio, Jo: grazie! - rispose lei emozionata, iniziando a snodare il nastro. - Oro e argento, eh?! - ammiccò.
Il ragazzo fece spallucce, abbozzando un sorriso che a lei parve quasi di timidezza. - Sole e luna. Me pareva azzeccato - replicò, facendole l'occhiolino.
Quando lei aprì il pacco, dentro ci trovò un plico di fogli ed una chiavetta usb. Aggrottò la fronte e piegò la testa di lato, confusa.
- Cos'è? - domandò, prendendo tutto tra le mani e delicatamente tirando fuori le pagine.
Iniziò a leggere e le labbra le tremarono, tanto che dovette poggiarci le dita sopra. - Un testo, uno spartito... Quindi sulla chiavetta... -.
Lui accentuò il sorriso e assentì con la testa. - Già: c'è la base. Sulla chiavetta ce troverai incisa anche Il Nodo, cantata da me voce e piano. Ma ti avviso che non ho fatto in tempo a produrla per bene, spero non sia un problema -.
Sarah scosse la testa, quasi faticando a metabolizzare il tutto. - Jo, aspetta, fammi capire: tu non solo mi hai dedicato e inciso una canzone, ma ne hai composta un'altra e la stai regalando a me? Cioè, è mia da cantare? -.
Il ragazzo si mordicchiò l'interno del labbro inferiore, mostrando ancora una certa vulnerabilità. - Te l'ho detto che c'avevo due album completi in testa ispirati a te: da quando abbiamo iniziato a conoscerci sei diventata una specie de musa. Non so' il ragazzo perfetto, Fati', non t'ho nemmeno regalato niente per Natale, mentre tu a me si. Ma comunque non m'andava de fatte un regalo banale per il tuo compleanno, o almeno non qualcosa che avrebbe potuto farti chiunque -.
Lei tacque, immobile come una statua, con espressione incolore sul volto.
- Ecco qua, ho fatto 'na cazzata, ve'? - chiese lui, in evidente ansia.
Sarah si volse a guardarlo. - Una cazzata, Jo? Una cazzata?! Questo è il regalo più unico che potessi mai farmi, e tu lo chiami una cazzata?! Cioè, non ho ancora sentito la melodia, ma le parole le amo già! Fammi solo una cortesia: me la puoi cantare tu adesso? Almeno per capire come fa... -.
- Daje - replicò lui.
E fu così che Sarah sentì per la prima volta quello che al cento per cento sarebbe diventato di lì a breve il suo nuovo inedito, Mappamondo.
- Allora te piace? - chiese Holden.
- Se mi piace?! E' favolosa! Tu sei favoloso! - urlò lei, esplodendo di un'euforia fuori controllo.
Gli si arrampicò a cavalcioni e gli mostrò senza mezzi termini tutta la sua gratitudine, dalla quale lui non si sottrasse se non che dopo un bel po'.
- Grazie. Ti adoro - gli sussurrò sulle labbra, tenendogli il viso tra le mani.
- Tutto, per vederti così. Auguri, Fatina - rispose lui, scansandole i capelli dal viso.
Alla fine la fece rimettere seduta e si alzò di nuovo, tornando alla call room dalla quale tirò fuori una torta a forma di barattolo di Nutella con le candeline a forma di 18 sopra, che le mise davanti. Poi aprì la porta della casetta e urlò - BANDA, VENITE! -.
Mezzo secondo dopo comparve Nicholas in testa alla colonna degli amici, dicendo - Era ora, cavolo! Pensavamo che avreste passato tutta la sera a limonare! -.
Il ballerino uscì fuori dando una pacca sulla spalla a Holden, seguito a ruota da Simone, da Marisol, Sofia, Giovanni e tutti gli altri.
Accesero le candeline e tutti in coro cantarono la classica canzone da compleanno, chiedendo poi a Sarah di esprimere un desiderio. Gli occhi di lei si illuminarono e sorrise, storcendo dolcemente il naso.
- Eh, mi sa che mi toccherà di chiedere di vincere Amici, perché il primo desiderio che avevo s'è già avverato! -.
Fischi e battutine partirono senza sosta, e alla fine spense le candeline. Così ripartì anche la musica e ripresero i festeggiamenti.
Mentre ballava in mezzo agli altri si sentì afferrare da dietro e girare, per ritrovarsi fra le braccia di Holden.
- Lo posso di' adesso? - le chiese.
- Che cosa? -.
- Che sei mia - disse lui serio.
Lei rise ed assentì col capo.
Allora Holden alzò il pugno al cielo e disse ad alta voce - Rega', è fatta! -.
Tutti gli amici esplosero in un'ovazione di urla di incitamento ed applausi, mentre finalmente loro due potettero baciarsi alla luce del sole.
Era tutto perfetto. Troppo perfetto. Tanto perfetto da chiamare in causa l'acuta speranza che niente cambiasse mai.

Too old to hold me | A Holden x Sarah Fanfiction (Amici23)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora