48. Coerenza

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- ... E questo è quanto - disse Holden, prendendo il bicchiere di vino che aveva davanti e dando una lunga sorsata.
Cadde un lungo silenzio durante il quale Nicholas e Salvatore si limitarono a fissarlo.
I tre ragazzi due sere dopo la rappresentazione si erano incontrati al Terrazza Adèle, uno dei roof top più esclusivi della capitale dal quale si godeva un panorama mozzafiato della città, per fare un aperitivo e quattro chiacchiere dopo tanti anni che non si vedevano. Dopo un po', comunque, il discorso era inevitabilmente finito sulla sua storia con Sarah e su cosa fosse successo dopo che lei aveva lasciato il Sanctuary su tutte le furie.
Alla fine fu il ballerino a rompere quell'immobilità incredula decretata dalla fine del lungo racconto di Holden. - No, aspetta ricapitolo per assicurarmi di aver capito bene: più o meno cinque anni e mezzo fa, dopo l'estate, Sarah si era trasferita a Roma per studiare e portare avanti i suoi progetti musicali in modo da poterti stare vicino. All'inizio tutto ok, le cose andavano a gonfie vele, lei era andata a vivere con Gaia e Angela, si era iscritta a un liceo privato per recuperare l'anno perso ad Amici e dare la maturità e intanto si era trovata sia un agente che un vocal coach, mentre tu avevi già iniziato a lavorare al tuo secondo album dopo aver firmato con la Warner. Poi tu mi dici che, dopo sei o sette mesi, a lei sono cominciate ad arrivare delle proposte consistenti che lei ha rifiutato? -.
- Esatto - confermò lui.
- E tu come lo sai? Se lei non t'ha detto niente come facevi ad esserne sicuro? - chiese Salvatore, basito.
Holden rise con condiscendenza, poi lo guardò da sopra il bordo del bicchiere. - Te sei scordato de chi so' figlio, Salvo? Inoltre stavo già abbastanza ammanicato pe' conto mio nell'ambito... La gente che la voleva il più delle volte passava prima tramite me... -.
- Figa quanto te la tiri, frate - disse Nicholas, con un sorriso.
- E che palle co' 'sta storia! Pure all'epoca me prendevate pe' 'r culo pe' 'sto motivo. C'è differenza tra fa' lo sborone ed esse' intellettualmente onesti, perchè pensate che so' arrogante solo perchè dico le cose come stanno?! - si difese Holden.
- Spaccone e permaloso! Non sei cambiato de 'na virgola! - aggiunse Petit, ridendo e facendo un brindisi rivolto all'ex compagno.
- Ma vaffanculo, va'! - gli rispose Holden con un sorriso, alzando il bicchiere e facendolo tintinnare con quello dell'altro.
- Comunque... - riprese Nicholas - ...alla fine ti sei accorto che, se non avessi fatto qualcosa, Sarah avrebbe rifiutato anche la proposta della Zard per Notre Dame, corretto? Ok. Scusami, eh: ma perchè non ne hai parlato con lei invece di fare quello che hai fatto? Non sarebbe bastato farle capire che, qualsiasi cosa fosse successa dal punto di vista professionale, tu eri convinto che la vostra storia avrebbe retto? -.
- Te pensi che non l'ho fatto, Nick? So' stato mesi a ripete' sempre le stesse cose, ma lei continuava a fa' finta de niente e a dire che sapeva esattamente quello che stava a fa'. Il vaso ha traboccato quando mi' padre m'ha proposto d'anda' in America a lavora' insieme ad alcuni suoi contatti per un paio d'anni. Quando ho buttato lì la cosa in forma ipotetica, lei in quattro e quattr'otto me disse che sarebbe venuta co' me e tanti saluti a casa. Lì ho capito - ribadì Holden, assumendo un'espressione contrita. - Non so' pazzo, rega'. Pe' fa una cosa del genere la situazione doveva esse' proprio tragica... E infatti... -.
Nicholas lo guardò con grande empatia mista a tristezza. - T'è costato tanto, vero? -.
Holden rise di nuovo, stavolta con grande amarezza, reclinando la testa all'indietro. - Cazzo, si. E' stata la cosa più difficile che ho dovuto fa' in vita mia. Non so se è chiaro: ho dovuto lascia' l'amore della mia vita perchè l'amavo troppo e non volevo che finisse pe' rovinasse co' le mani sue, cosa di cui comunque alla fine avrebbe accusato me. Quando me so' accorto che tanto, come la giravi la giravi, sarebbe finita male è stato forse il momento peggiore in assoluto. Anzi, no: il peggiore è stato quando me so' chiuso la porta de casa mia alle spalle dopo ave' lasciato a lei i gatti e quel biglietto in cui la mollavo -.
- Cazzo, frate': c'hai le palle de 'n toro - disse Salvo, ammirato.
- Si, e pure 'n grosso istinto suicida, porca miseria - replicò Holden.
- Vabbè, dai... Almeno l'altra sera vi siete chiariti - disse Nicholas, tornando di colpo di buon umore.
- Nick te lo devo chiede'... Perchè te stai a impiccia' così tanto de 'sta cosa? - gli domandò Holden, guardando il vino dentro il proprio bicchiere.
Il ballerino si irrigidì, sistemandosi la camicia. - Jo, devi capire una cosa: ci siamo stati Gaia ed io a raccogliere e rimettere insieme i pezzi di Sarah dopo che l'ha lasciata e ti sei totalmente dileguato nel nulla. Ho passato anni a maledirti mentre la vedevo struggersi perchè, anche se professionalmente progrediva come una leonessa, nella vita privata ha sempre continuato ad arrancare, perchè... Diciamocelo, dai... Non ti riusciva a dimenticare! E come poteva? Nessuno era cieco finchè siete stati insieme: facevate venire il voltastomaco da quanto eravate perfetti -.
- Perchè, Mari e io no? - si inalberò Petit.
- E' chiaro che pure voi, Salvo! Ma tra Sarah e Jo c'era qualcos'altro, non si può spiegare a parole. Neppure lei lo sa spiegare, ma è tutto facilmente riconducibile al fatto che quando te ne sei andato è come se ti fossi portato via definitivamente qualcosa di lei che non ha mai più ritrovato. Credo che non potrà innamorarsi mai più di nessuno come ha amato te, Maestro. Questo è il motivo per cui ti ho rotto così tanto le palle affinchè tornassi dopo tutto questo tempo... Quando mi ha detto che aveva accettato la proposta di matrimonio di Aaron ho seriamente rischiato il collasso: lei non lo ama veramente, si sta accontentando della sicurezza che lui, in quanto ragazzo affidabile e pieno di attenzioni, le trasmette. Dopo la botta allucinante che ha preso da te si è rifugiata in queste piccole comfort zone e si è sempre frequentata con ragazzi di quel tipo. Non c'è bisogno che ti dica io com'è finita ogni volta... - spiegò il ballerino.
- Non ne capisco il motivo... So' passati anni! - replicò Holden, quasi a voler convincere più sè stesso che gli altri due dei suoi dubbi.
Gli amici lo guardarono increduli. - Jo, quando fai così me viene voglia d'appiccicatte al muro. Lo facevi pure anni fa - disse Petit.
- Non me state a risponde', però... - glissò lui.
Nicholas sospirò e gli parlò con condiscendenza. - Vabbè, facciamo finta che veramente non lo sai, perciò te lo dico chiaro e tondo. Il motivo è perchè nessuno è te, Jo -.
Fece finta di niente, anche se dentro di sè stava esultando per le parole dell'amico.
L'altro rincarò la dose. - E comunque, permettimi di dirti: questa cosa vale pure per te, mi pare proprio -.
- Per me? - fece lui, simulando indifferenza.
- Si si, per te, caro mio. Mi pare che neppure tu ti sia rifatto una vita... E appena dieci minuti fa ci hai detto che l'altra sera, alla fine, quando lei t'è saltata addosso non ti sei tirato indietro - continuò il ballerino.
- Nico, e dai su: fa' il bravo. Che avrei dovuto fa'? L'hai vista Sarah oppure sei cieco? Passateme i termini poco galanti, ma se sei anni fa era bella mo è diventata una turbo figa atomica! E poi non è che all'epoca l'ho lasciata perchè de lei non me ne fregasse più niente... Come pensi che avrei potuto rifiutarla? Se non se ne fosse andata non sarebbe finita nemmeno lì, ma questo non vuol dire che sentimentalmente ci sia ancora qualcosa... -.
- Chi vuoi convincere, te stesso o noi? No, chiedo perchè se vuoi convincere noi dovrai fare di meglio, Jo. Se l'avessi superata, l'altra sera saresti venuto all'after party - insistette Nicholas.
- No, non so' venuto perchè non volevo mette' lei in difficoltà. Se chiama rispetto -.
Salvo si schiarì la voce. - Ok, perfetto. Quindi te sta bene che se sposi con un altro, ce stai dicendo... -.
- Precisamente -.
- Te voglio bene, Maestro, e 'sta cosa te la dico proprio pe' 'sto motivo: sei un vero coglione. Pe' 'na volta in vita tua, lo vuoi mette' da parte 'st'orgoglio del cazzo? - continuò Petit, irritatissimo.
Holden si risentì e sbattè il bicchiere sul tavolo. - Me spiegate che dovrei fa', secondo voi? Ve voglio ricorda' che, al netto delle motivazioni e delle buone intenzioni, io so' e rimango il cattivo nella storia de Sarah! Poco conta che j'ho salvato la carriera, quello che lei vede e vedrà sempre quando me guarda sarà la persona che l'ha spezzata, l'ha umiliata e abbandonata! Co' che faccia me ripresento dopo tutto 'sto tempo a batte' de cassa?  -.
- Allora vedi che provi ancora qualcosa per lei?! - disse Nicholas, battendosi la mano sul ginocchio.
Ricevette un'occhiataccia. - Rega', non se stamo a prende' in giro: è chiaro che so' ancora innamorato della Fatina, della ragazza che me so' dovuto lascia' alle spalle pe' il bene suo. Il punto è che io la donna che m'ha imboccato in camera l'altro ieri non so chi sia, come lei non sa chi so' io adesso. Se pò parla' ancora de esse' innamorati, a 'ste condizioni?! Non se vive de ricordi, io non posso pensa' de fa' de nuovo irruzione nella vita sua senza 'na motivazione valida - spiegò Holden con pragmatismo inappuntabile.
Gli altri due tacquero nuovamente, riflettendo un po' su quelle sacrosante parole, mentre lui finiva di consumare il contenuto del suo bicchiere.
- Ok, va bene, è giusto: il tempo è passato, le cose sono cambiate come siete cambiati voi. Però voglio farti un'altra domanda a questo punto... - fece Nicholas, del tutto incapace di arrendersi.
- Spara -.
- A prescindere dalle motivazioni che hanno portato alla situazione attuale, non sei curioso di sapere come avrebbe potuto essere? Non pensi che valga la pena capirlo, considerato quello che c'era tra di voi e che non è finito per mancanza di sentimento?! -.
Holden si passò una mano sulla faccia, esausto. - Non c'è stato un solo giorno negli ultimi anni in cui non me sia chiesto come sarebbe stata la nostra vita se fossimo rimasti insieme. Neppure uno, cazzo, e neppure quando stavo insieme ad altre donne! Il punto è che lei ha fatto 'na scelta, e pure seria, non posso arriva' io a crea' il panico solo in nome de un dubbio! -.
- Ma non sarebbe in nome di un dubbio, Jo, ma di una certezza, ossia che lei non ama veramente Aaron! - martellò il ballerino.
- Non ama neanche me, Nicholas, però! O almeno, non l'attuale me! Me dovrei insinua' nella vita sua e scombinaje dei piani così importanti solo pe' cerca' de capi' se potrebbe anda' bene come andava in passato? Lo capisci che è 'na follia?! -.
La conversazione aveva raggiunto livelli di tensione abbastanza alti, nessuno recedeva dalla propria posizione. Fu Petit, con la sua calma riflessiva, a intervenire per portare nuova serenità ed uno spunto di riflessione. - Jo, però va considerata pure 'na cosa: è stata Sarah stessa a baciarti l'altra sera e l'ha fatto con il chiaro intento de dimostratte che tra voi c'è ancora qualcosa. Ha rincarato la dose dicendote del matrimonio... T'ha sfidato, che altro deve fa' pe' fatte capi' che pure lei vuole che fai qualcosa? Non è detto che devi entra' a gamba tesa urlando "'Sto matrimonio non s'ha da fa'!", basterebbe che provassi a riallaccia' i rapporti co' lei. Poi sarebbe quello che dovrebbe esse': se co' Aaron le cose sono veramente solide e lei ce crede davvero allora se lo sposerà comunque, tu o non tu. Ma se dovesse esse' come sospettiamo noi, direi che ce sarebbero i presupposti pe' levatte quel dubbio che c'hai avuto pe' anni... -.
- Salvo ha ragione, Jo. La cosa peggiore sarebbe non fare niente, perchè allo stato attuale è veramente tutto sbagliato ed è per questo che ho insistito così tanto per farti tornare... - concluse Nicholas, guardandolo con un sorriso speranzoso.
- Ragazzi, capisco il vostro punto e ve posso pure da' ragione. Ma ce vòle pure coerenza nella cose: so' sparito cinque anni fa e mò ricompaio? Non sarebbe egoistico? - argomentò lui.
Dentro di sè aveva una feroce battaglia in corso, il pragmatismo contro l'egoismo, e non aveva ancora ben chiaro quale parte avrebbe voluto che trionfasse.
Nicholas sbuffò. - Fanculo la coerenza, e dai! All'epoca evidentemente la situazione non era ottimale affinchè steste insieme, ma adesso lo sarebbe se solo lo voleste. Vuoi proprio la coerenza? Perfetto: visto che sei stato tu a decidere quale corso avrebbe dovuto prendere la vostra vita cinque anni fa, adesso è giusto che sia tu a decidere quello che debba prendere adesso -.
Non faceva una piega. Holden tacque, guardando il proprio bicchiere vuoto mentre rifletteva sulle parole dei suoi amici.
Alla fine Petit gli mise una mano sulla spalla, dandogli una stretta rassicurante. - Jo, nessuno te impone niente, sei tu che devi decide' che fa'. Sappi che, comunque vada, noi ci siamo -.
Nicholas assentì.
Adesso c'era solo un'ultima opinione che andava ascoltata e valutata: la sua stessa.

Too old to hold me | A Holden x Sarah Fanfiction (Amici23)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora