53. Terrore

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Le ultime tre settimane e mezzo erano state letteralmente elettrizzanti, non avrebbe saputo quale altro aggettivo usare per descriverle. Era questo il pensiero fisso che aleggiava nella mente di Sarah quella sera, mentre si preparava per uscire: era stata invitata a presenziare all'evento di lancio di un nuovo prodotto di una casa cosmetica di cui era testimonial perciò, dopo l'ennesima mattinata passata a lavorare, quel pomeriggio era stata dal parrucchiere ed ora si stava truccando, prima di indossare la meravigliosa mise che una stilista emergente aveva creato appositamente per lei.
Dalla Bose portatile collegata al suo IPad provenivano le note dell'ultima canzone che avevano finalizzato proprio quella mattina. Si intitolava Alpha e Omega, forse il brano con maggiore potenziale che aveva nel materiale che aveva portato in lavorazione ma che, finchè non ci aveva messo mano Holden, non l'aveva mai convinta del tutto. Ora era diventato qualcosa di meraviglioso, e lo pensava senza falsa modestia.
Holden. Joseph. Jo.
Inspirò sonoramente, cercando di snebbiarsi il cervello. Era accaduto esattamente quello che temeva e che lui le aveva sagacemente prospettato la sera che gli era piombata in casa per chiedergli di aiutarla. Il fatto di lavorare a costante contatto per quasi dodici ore al giorno nelle ultime settimane aveva innescato delle dinamiche che lei sin da subito si era prefigurata, ma che ogni volta che si concretizzavano la lasciavano scombussolata ed incapace di gestirne gli effetti. Di fatti lui, coerentemente con quanto le aveva detto, aveva iniziato a tesserle intorno una tela che piano piano si stava stringendo, intrappolandola e soffocandola seppur in maniera chiaramente piacevole. Avevano iniziato a lavorare alacremente nello studio al quale lei si appoggiava abitualmente, affiancati dal suo team, ed a tutta prima sembrava che le cose filassero in maniera regolare ed estremamente professionale. Poi, quando dopo qualche giorno sembrava che il primo brano dell'album fosse pronto per vedere la luce, qualcosa era cambiato: lui aveva iniziato a toccarla. All'inizio si trattava di sfioramenti casuali, principalmente sulle spalle, sulla schiena o sulle mani, poi man mano le cose avevano iniziato a prendere una piega sempre più audace: un volta era capitato che fossero seduti vicini al mixer, dopo qualche istante lei aveva percepito la mano del ragazzo appoggiarsi prima sul suo ginocchio per poi man mano spostarsi più su e deviare proprio all'ultimo per scivolarle sul sedere dove poi era rimasta per un bel po', e tutto questo senza che nessuno degli altri presenti si accorgesse di nulla. Questo episodio capitava con una certa frequenza e nei contesti più disparati.
Un'altra volta era capitato che il fonico ed il pianista fossero loro al mixer e si stessero confrontando circa alcuni suggerimenti dati da Holden per un paio di passaggi di una canzone, mentre loro due gli erano alle spalle per intervenire in caso servisse. Mentre la coppia di professionisti operava, lei improvvisamente aveva percepito il corpo del ragazzo aderirle alla schiena e la sua mano infilarsi sotto la maglia oversize che indossava, approdandole sul seno con estrema naturalezza. Era rimasta immobile, sconvolta, imbarazzata e terrorizzata dal fatto che qualcuno si potesse accorgere di quanto stesse succedendo, mentre lui invece sembrava tranquillissimo, appoggiandole il mento sulla spalla e continuando ad osservare i due operatori che si prodigavano per dare le migliorie che lui stesso aveva dettato.
- Rilassate o se ne accorgeranno... - le aveva sussurrato all'orecchio, stringendola un po' più forte a sè.
E questi erano solo due esempi delle tantissime volte in cui lui aveva mantenuto la sua parola di giocare a carte scoperte e senza regole. Voleva sedurla e ci stava riuscendo sfruttando non solo la fisicità, ma anche la mentalità, cosa che non gli costava alcuno sforzo in quanto, anche e soprattutto da adulto, era brillante, intelligente, arguto, caparbio e carismatico. Anche solo guardarlo scrivere per Sarah stava diventando una tortura, perchè vederlo impugnare ed usare una penna le faceva pensare agli altri artistici e fantasiosi modi in cui avrebbe potuto usare le mani. Oltretutto la sua espressione concentrata l'aveva sempre trovata schifosamente sexy.
Sapeva, per altro, di non avere alcun diritto di lamentarsi o sentirsi confusa, perchè in quella situazione ci si era messa da sola credendo di essere ormai abbastanza forte ed esperta per gestire le emozioni che ne sarebbero derivate: era chiaro che avesse preso un abbaglio colossale.
A peggiorare tutto, inoltre, c'erano le costanti che andavano a innestarsi alle variabili impazzite che erano le iniziative prese da lui in questo contesto. Non poteva ignorare, infatti, tutte le rivelazioni che Holden le aveva fatto da quando era tornato e che riguardavano la loro storia così da vicino, ed esse avevano cominciato ad avere un peso così rilevante che Sarah aveva iniziato a chiedersi che diavolo stesse facendo della propria vita.
Che Nicholas avesse ragione nel dire che i vecchi sentimenti che lei provava per Joseph non ci avrebbero messo molto a trasporsi nel presente e diventare reali e concreti come lo erano allora? Che avesse ragione nel dire che per tutti quegli anni si fosse rifugiata in contesti affidabili e controllabili, per evitare di soffrire ancora? Ma soprattutto: che avesse ragione quella minuscola parte di lei, che aveva ancora le sembianze della Fatina diciottenne, a urlarle che quando anni prima lei e Joseph si erano riconosciuti come anime gemelle non fosse stato solo un episodio da imputare all'innamoramento giovanile?
Quest'ultimo dubbio la stava lacerando, soprattutto perchè aveva la certezza che già solo l'averlo significasse che la risposta fosse abbastanza ovvia.
Cosa aspettava, allora? Perchè si ostinava a negare un'evidenza che era lampante per tutti e a supporto di tutto?
La paura. Il ricordo di quel dolore terribile. Provare ed essere parte di un sentimento così forte e totalizzante può essere la cosa più bella del mondo, ma anche la più terrificante. E se mi lasciasse di nuovo? E se... E se... E se...
Immersa in quelle elucubrazioni mentali quasi non si accorse di essersi vestita, indossando un abito verde bosco lungo fino al ginocchio, delle decolletè nere e una giacca anch'essa in stile manish sagomata in vita ed impunturata di zirconi verdi. Si guardò allo specchio e pensò che nell'insieme era veramente bella, una giusta commistione di eleganza femminile e spacconeria maschile.
Il suo IPhone trillò a segnalarle un messaggio in entrata. Lo sbloccò e controllò il mittente: Nicholas.
*Amo, ciao. Mi devi perdonare, ho avuto un inconveniente serissimo: oggi in prova mi sono fatto male, uno strappo, e non ce la faccio a camminare. Ho aspettato un po' per capire se ce l'avrei fatta lo stesso ad accompagnarti all'evento, ma sono completamente ko. Scusa.
Ecco qui. Ci mancava solo questa.
*Cavolo, Nick! Mi dispiace un sacco, porca miseria! Vabbè, amen, dai... L'importante è che non stai messo troppo male, per stasera me la posso cavare anche da sola come accompagnatrice di me stessa.
*Ma anche no, tranquilla. T'ho già trovato il piano B. Credo arriverà a momenti.
Quel messaggio la fece sentire come fosse nuda in mezzo a una bufera artica. Immediatamente l'agitazione la colse, perchè conosceva sin troppo bene l'amico e temeva di sapere già a chi si fosse affidato per quel fantomatico "piano B".
*Nicholas, si può sapere cosa ti dice il cervello, a te?!
*Datti una calmata, bionda: non sai nemmeno chi è e già ti incazzi?
*Pensi che sia deficiente o cosa? Avrei potuto chiedere a qualcun altro!
*Sei l'ospite d'onore, Sarah: non ti puoi presentare con qualche scappato di casa randomico.
*Si, ma non posso neppure presentarmi con lui, cazzo!!! Ti sei dimenticato che debbo sposarmi? I paparazzi c'andranno a nozze con questa cosa, sai quante speculazioni partiranno?! Hai deciso proprio di farmi litigare con Aaron?
*Più di quanto state già litigati credo sia impossibile...
Si sentì colpita su un nervo scoperto. La sua situazione attuale con Aaron era abbastanza incasinata: ovviamente il ragazzo non aveva preso affatto bene la sua decisione di collaborare con Joseph al suo nuovo album, ma non si era minimamente offerto di aiutarla a trovare eventuali situazioni alternative. Si era limitato a darle addosso e a metterle ulteriore pressione. Come se tutto ciò non fosse bastato, poi, meno di una settimana prima le aveva comunicato che la sua permanenza in America si sarebbe allungata di almeno un altro mese, in quanto la band con cui collaborava si sarebbe spostata prima a New Orleans e poi a Nashville, e non poteva farsi scappare quell'occasione per lavorare in ambiti musicali così sofisticati e prestigiosi.
Quella cosa aveva steso un ulteriore velo di problematiche ed incertezza su un rapporto che, per quanto la riguardava, stava virando verso il grottesco, anche se fino a quel momento era andato sempre tutto bene. O forse no? Forse era sempre stata lei ad accontentarsi, ma non riusciva a vedere oltre i propri confini a causa dell'ingombrante intervento del proprio istinto di autoconservazione?
Fu distratta da quel pensiero dall'arrivo di un nuovo messaggio di Nicholas.
*Comunque Madonna, Sa': è un evento, mica state a Las Vegas a sposarvi in segreto! Se vi faranno domande strane sul perchè siete lì insieme, limitati a dire che vi siete chiariti e siete lì come amici! E dai, su!
Non fece in tempo a rispondere, perchè il campanello della sua porta suonò. Chiuse gli occhi, stringendosi il cellulare in petto con rassegnazione.
Si mosse lentamente ed andò ad aprire. Ovviamente si ritrovò davanti un Holden a dir poco da mozzare il fiato, che aspettava che lei aprisse con un braccio ripiegato appoggiato allo stipite.
- Wow - si limitò a dirle dopo averla percorsa con uno sguardo vorace da testa a piedi.
Lei avrebbe voluto rispondere lo stesso, se l'uso della parola non le si fosse completamente inibito. Si scansò per farlo accomodare e richiudere la porta, poi disse a fatica - Nick mi ha appena avvisata del cambio di programma. Mi dispiace per l'ennesimo disturbo a causa mia. Ha fatto tutto lui, comunque, io non ti avrei chiamato, credimi... -.
- Oh, certo che te credo, tranquilla. Piuttosto che fatte accompagna' da me te saresti seppellita viva, lo so... - rispose lui, sogghignando.
Si sentì punta sul vivo. - Non ti preoccupano le chiacchiere che potrebbero scatenarsi? - chiese, pentendosi immediatamente di aver dato voce all'ovvio.
- T'aspetti sul serio che te risponda? - replicò lui, esibendo un'espressione scettica.
Sarah sbuffò, già esasperata. Stava cercando di racimolare più vibes negative possibile per seppellire l'immenso senso di euforia ed eccitazione che il fatto di essere accompagnata da lui invece che da Nicholas le stava facendo indesideratamente provare, e le mise subito avanti non dando seguito alla conversazione.
Tornò in camera sua, si diede un'ultima occhiata allo specchio, controllando che il trucco fosse ineccepibile, poi prese il suo profumo, Antares di In Astra, e lo indossò spruzzandoselo un po' in tutti i punti caldi del suo corpo.
- Stai a mette' in campo l'artiglieria pesante, eh? Me chiedo solo se 'sta cosa te faccia veramente gioco o se te se rivolterà contro... -. La voce di Holden le arrivò dalla porta della stanza, dove lo trovò con una spalla appoggiata all'arco mentre teneva le mani in tasca.
Lei sollevò fieramente il mento e, prendendo la borsetta e il cappotto, si avviò verso l'uscita a passo deciso. - Lo vedremo, non credi? - rispose, aprendo l'uscio di casa.

Too old to hold me | A Holden x Sarah Fanfiction (Amici23)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora