T.W: i temi trattati in questo capitolo sono abbastanza delicati. Vi chiedo di leggere consapevolmente. Se credete di non poter affrontare una lettura che tratta di morte da psicofarmaci, gestione della rabbia ecc. non fatelo. Io non mi offendo. Preservatevi sempre. Vi voglio bene. ❤️🩹🖤
GRACE
«Ho bisogno di parlarti», irrompo nella cucina, guadagnandomi occhiatacce dai presenti. «A quattr'occhi», continuo, incrociando le braccia al petto.
«Oh. Qualcuno stamattina ha deciso di uscire fuori dalla tana», mi schernisce lui, accartocciando un cartone di cibo cinese con le mani.
Ridono tutti di gusto alla sua battuta, eccezion fatta per Elly che abbassa lo sguardo timorosa. Perché lo teme così tanto? Riuscirò a scoprirlo, prima o poi.
«Andiamo, principessa. Vediamo cos'hai da dirmi di così importante», accorcia la distanza tra di noi, ponendosi a un palmo dal mio viso. Mantengo il contatto visivo, pregando che il battito accelerato del mio cuore non mi tradisca proprio ora. Non voglio che pensi che lui riesca a tenermi in pugno, in qualche modo. I sentimenti si possono spegnere e io devo farlo. Se voglio che Jude mi creda, non devo mostrare nessun tipo di cedimento.
Ci dirigiamo nell'ala più a nord della casa, in un salone poco utilizzato. La grande vetrata mi divide dal giardino e dalla fontana che mi attrae come se fosse una calamita. Non so cos'abbia di così tanto speciale ma al momento vorrei solo ripararmi in essa. Un soffio di vento gelido lambisce la mia pelle; Jude si avvicina alla finestra e la chiude con un colpo, facendomi rimbalzare per la violenza del gesto. Ho paura. Mi sento in pericolo quando mi ritrovo sola con lui. L'adrenalina scorre pura nelle mie vene permettendomi di mantenere quel briciolo di coraggio ancora presente in me, intatto.
«Parla», mi ordina, accomodandosi sul divano.
Divarica le gambe in una posizione autoritaria e mi fissa con sguardo di chi non ha nessuna intenzione di perdere tempo. Non con me. Che sciocco. Pensa di essere il predatore ma non sa che al momento non è altro che una preda. La mia.
«Sai come ci siamo conosciuti io e Jason?», inizio a passeggiare per la stanza, mantenendo lo sguardo su di lui mentre incrocio le braccia al petto, ondeggiando appena per marcare la camminata.
«No, dovrebbe interessarmi?»
«Gli ho dato dello stronzo il primo giorno che ho messo piede nel suo ufficio e la cosa lo ha impressionato», evito la sua domanda, continuando a camminare intorno a lui. Gravito sulla sua testa, temporeggiando il giusto per evitare di sporgermi su di essa e prenderlo a morsi. «Non voleva assumermi come sua segretaria e la cosa mi ha fatta incazzare da morire».
Jude si sposta in avanti, poggiando i gomiti sulle ginocchia. Questa volta mi guarda interessato. Ed è questo che volevo. La sua attenzione.
«Ci ho messo un po' prima di affiancarlo e soprattutto, sono dovuta passare su una persona in particolare per farlo», temporeggio, ancorando i miei occhi ai suoi.
«Fammi scommettere, Claire?», mi incalza, accennando un perfido sorriso.
«Esatto», mi siedo accanto a lui, accavallando le gambe lentamente. In un'altra circostanza, con un altro abito addosso, probabilmente sarebbe risultato come un gesto elegante. Nel mio pigiama in raso, scompigliata e provata, sicuramente otterrò l'effetto contrario. Ma non importa. Quando il predatore ha fame, è la preda che conta.
«Claire ha fatto di tutto per ingraziarsi Jason: ha provato a sedurlo, mi ha demolita in tutti i modi possibili e inimmaginabili, mi ha presentato Ryan e ora è arrivata a questo», continuo, mettendomi comoda. «Pensi che io non l'abbia tenuto in conto? Voglio dire, era davvero scontato che avrebbe fatto le cose in grande», ironizzo, sorridendo appena.
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Fate or chance? #2
RomanceSi può davvero sfuggire al destino? Grace Johnson ha sognato per tutta la vita di poter lavorare per la White Enterprise. Ha studiato molto per farlo e una volta entrata nell'azienda, ha dovuto affrontare diverse difficoltà. Una su tutte: Claire St...