GRACE
Chi ha detto che la gravidanza è una passeggiata, è una bestia di Satana. Per forza. Come si può definire "passeggiata" un percorso fatto di vomito, piedi gonfi, schiena dolorante e umore altalenante un giorno sì e l'altro pure? Fortuna che il lavoro mi tiene occupata quanto basta per non pensare troppo a tutte le mie disgrazie. Sarei stata rinchiusa in qualche centro psichiatrico, altrimenti. Jason è stato in riunione quasi tutto il tempo; la nuova collezione e i soci capricciosi hanno prosciugato gran parte del suo tempo. Ne ho approfittato per risolvere un po' di questioni lasciate in sospeso da Claire e per portarmi avanti con l'organizzazione delle varie campagne pubblicitarie. Ho dovuto assumere più personale – non che già non fossimo abbastanza – per poter alleggerire il carico di lavoro a George e anche a Jason, in parte. Dopo aver annunciato la gravidanza e l'imminente matrimonio tra me e Jason, i tabloid internazionali sono impazziti, portando l'attenzione di tutti sulla White Enterprise. Clienti nuovi compresi. Il fatto che Jason abbia giustamente deciso di cavalcare l'onda, ha messo tutti sull'attenti. Se prima lavoravamo il doppio, ora lo facciamo il triplo. Se prima pretendeva il cento per cento, ora pretende il mille per mille. Da tutti. Me inclusa. Anche se, devo essere onesta, non storcerebbe mai il naso qualora io dovessi venir meno al mio compito. Questo è solo un motivo in più per fare esattamente tutto ciò che posso fare e ciò che mi viene meglio.
«Risorse umane, fatto», dico, archiviando i diversi curriculum in una cartella apposita. «Analizzare il bilancio mensile, ecco cosa devo fare», continuo, aprendo un file con un'infinità di numeri che si accavallano ai miei occhi.
Sbuffo portando le mani dietro alla testa. Ho bisogno di sgranchire le gambe prima di buttarmi a capofitto in questo. Raggiungo la sala relax dove, incredibilmente, non trovo nessuno. Mi butto sul divanetto posto all'angolo e distendo le gambe per qualche secondo.
«Il Paradiso ha sicuramente quest'aspetto», mi lascio andare, socchiudendo gli occhi.
Un piccolo calcio riscuote i miei pensieri, facendomi sussultare. Lo segue un altro e un altro ancora. Finché non mi ritrovo con una piccola discoteca al mio interno. Il cuore mi esplode in petto per la felicità; non posso credere che stia accadendo adesso, qui. Jason non può perdere un momento del genere.
G.J: corri in sala relax, devi vedere una cosa.
Invio il messaggio mentre continuo a monitorare la situazione. I fiorellini del mio abito sembrano spostarsi ogni volta che uno dei due colpisce l'estremità della mia pancia. I miei occhi si inondano di lacrime e sento che da qui a poco potrei esplodere per la gioia.
«Cosa diavolo è successo?»
La voce di Jason risuona alle mie orecchie come un ringhio animalesco. Chiude la porta alle sue spalle prima di raggiungermi e di chinarsi al mio lato. I suoi occhi incontrano i miei e non posso fare a meno di notare la scintilla di preoccupazione che li attraversa.
«Perché stai piangendo? Mi spieghi? Cosa c'è che non va?», parla a raffica mentre con aria preoccupata continua a fissarmi.
Afferro la sua mano senza proferire parola e la porto delicatamente sul pancione. Jason sembra essere spaesato; i suoi occhi saettano dalla mia mano ai miei occhi per poi tornare con l'attenzione al pancione. I nostri respiri si uniscono in uno solo mentre il resto del mondo ha smesso di esistere: ci siamo solo noi, nient'altro che noi.
Eccolo. Piccolo. Quasi impercettibile. Jason schiude la bocca in una piccola o mentre delicatamente sposta la mano da un lato all'altro.
«Mio Dio», bisbiglia emozionato.
Anche i suoi occhi sono umidi. Una lacrima leggera riga il mio viso, seguita da una più profonda, sfociando in un pianto prepotente e colmo di emozioni.
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Fate or chance? #2
RomanceSi può davvero sfuggire al destino? Grace Johnson ha sognato per tutta la vita di poter lavorare per la White Enterprise. Ha studiato molto per farlo e una volta entrata nell'azienda, ha dovuto affrontare diverse difficoltà. Una su tutte: Claire St...