JASON
«Allora, Jax?», chiedo spazientito mentre continuo a camminare nel salone.
«Signore, la casa è quella che diceva lei. C'è solo un piccolo problema», sospira sonoramente, «gli uomini sono armati e sembra che siano più di due».
«Cosa?», il cuore prende a battermi talmente forte da poterlo percepire nelle orecchie.
Armi. Ho sentito bene. Gli uomini che tengono la mia donna in ostaggio hanno delle armi. Bastardi figli di puttana.
«Ha capito bene, signore. I due posti all'esterno hanno dei mitra e credo che quelli all'interno non siano da meno. Siamo in svantaggio», mi incalza, sconfitto.
Socchiudo gli occhi, strofinandone uno con foga. Cosa cazzo è saltato in mente a Jude? Con che razza di gente si è immischiato? È diventato un vero e proprio delinquente e Dio perdonami per quello che dirò ma, forse, sarebbe stato meglio se lo avessero conciato per le feste in carcere.
«Abbiamo i federali dalla nostra, Jax. Non disperare. Grazie per aver seguito Claire, torna a casa ora», riaggancio e lancio il telefono contro il divano.
«Merda!», urlo, scalciando l'aria.
È in serio pericolo. Serissimo. Mi chiedo se lei sappia che quegli uomini sono armati. Al telefono mi sembrava scossa ma non troppo.
"Rintraccia Elly, è l'unica di cui mi fido".
Chi diavolo è questa Elly? Sto provando a fare mente locale sin da quando me ne ha parlato ma la mia mente sembra essere completamente bianca. Vuota. Priva di ogni informazione.
«Pensa Jason, pensa. Dannazione», mi schiaffeggio leggermente la testa.
Continuo a spremere le meningi senza risultati.
«Elly...», dico ad alta voce, «Elly», continuo questa volta con più sicurezza, «Ellen Mcgregor. Cazzo. Come ho potuto pensarci solo ora?»
Ellen. La nostra governante- tata. I miei genitori ci lasciavano spesso con lei quando dovevano partire o semplicemente quando erano troppo incazzati tra di loro per poter rientrare a casa entrambi. Ricordo bene che quando mia madre soffriva troppo per l'infedeltà di mio padre, evitava di condividere il suo stesso tetto anche per settimane intere. Così noi, piccoli diavoli sfortunati, crescevamo sotto le cure e la protezione di Ellen. Elly, appunto. Saperla al fianco di Grace un po' mi rincuora, è sempre stata un'ottima guida. Per Jude sicuramente. Io non ne ho mai avuto bisogno più di tanto. Dopo la morte di Jacqueline – mia sorella – ho perso quasi completamente i contatti con lei. Diciamo che ho preferito che seguisse Jude piuttosto che me.
«Ho bisogno di parlarle, mi raggiunga a casa mia», ordino lapidario al federale, chiudendogli il telefono in faccia.
Non li avrei contattati se solo non fosse per il fatto che tengo a quella linea sottile chiamata giustizia che mi permette di vivere in un mondo diverso da quello di mio fratello. Non sono uno stinco di santo, ho i miei difetti, ne ho combinate molte anche io. Tuttavia, ho trovato la strada per la redenzione. Più o meno.
Sospiro. Pian piano il puzzle si sta componendo e questo mi rilassa leggermente. Verso due dita di whisky nel bicchiere e mando giù il sorso in pochi secondi. La gola brucia come a volersi ribellare, implorandomi di smetterla ma non posso e non voglio. Questo è l'unico modo che ho a disposizione per poter affrontare il tutto senza impazzire ulteriormente. No, l'alcol non è la soluzione ai miei problemi, ma mi aiuta. Tanto. Più di quanto possano fare le persone in questo momento. Mi sento terribilmente angosciato, alle prese con il mio io interiore che non smette di darmi il tormento. Il peso dei pensieri finirà per schiacciarmi al suolo. Chi è Jason White? Un uomo perso, fottuto, morto.
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Fate or chance? #2
RomanceSi può davvero sfuggire al destino? Grace Johnson ha sognato per tutta la vita di poter lavorare per la White Enterprise. Ha studiato molto per farlo e una volta entrata nell'azienda, ha dovuto affrontare diverse difficoltà. Una su tutte: Claire St...