Giorno 48

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"Che fate?" chiede Mattia, avvicinandosi al gruppo dei giovani che, piuttosto che ballare come fanno sempre il sabato sera, sono qui seduti in giardino attorno a Malgioglio.

"Amore, sto raccontando la mia storia ai ragazzi, siediti qui con noi" gli dice Cristiano dolcemente, invitandolo a sedersi vicino a lui dall'altro lato.

Mattia annuisce e fa come gli ha detto, e sorride quando Cristiano si sporge per accarezzargli i capelli e dargli un bacio sulla tempia.

"Sei proprio bello stasera. Sembri un attore di Hollywood. Appena usciamo da qua, faccio qualche telefonata e ti faccio scritturare per un film con Tom Cruise."

"La tua storia?" la butta lì Mattia, per tentare di cambiare discorso. Sì sente sempre molto in soggezione quando Malgioglio se ne esce con affermazioni del genere.

"Parlavamo dei pregiudizi, dei ragazzi che si vergognano, che hanno paura di dire ai loro genitori di essere gay" lo informa Alex.

"Ma tu ai tuoi genitori glielo hai detto?" domanda Serena rivolgendosi al cantautore, curiosa. D'altra parte quando le ricapita più di fare conversazione con il grande Cristiano Malgioglio e dargli pure del tu?

"No, e penso che questo sia uno dei più grandi rimpianti della mia vita" risponde Cristiano, sorridendo in modo nostalgico. "Sono andato via di casa a diciott'anni e non ho mai raccontato della mia vita a mia madre e mio padre..."

"Ma pensi che loro lo avessero capito?" gli domanda invece Micol, guardandolo con tenerezza.

"Amore, ma mi vedi?" le chiede Cristiano a sua volta, con un sorriso che è tutto un programma. "Non mi sono mai trattenuto, sono sempre stato me stesso quindi penso che sì, i miei lo avessero capito. E poi si dice che una mamma lo sa sempre, e sono convinto che la mia in particolare lo sapesse. Anche se mi dispiace di non averglielo detto io, di non averla affrontata e di essere scappato."

"E che consiglio daresti a chi ti sta ascoltando?" gli chiede Carola.

"Ai giovani di oggi, intendi? Gli direi di parlare con loro. Mi dispiace per tutti quei ragazzi che non hanno il coraggio di raccontare la loro omosessualità. Devono liberarsi di questa cosa, non devono vergognarsi, non bisogna soffrire, si nasce con desideri diversi dagli altri, tutto qui. I genitori devono essere intelligenti, non ci si deve vergognare di un figlio gay. Bisogna volere la felicità dei figli, io vorrei questo."

"Non sapere di avere il supporto dei tuoi però non ti ha impedito di essere te stesso nel modo in cui... be', nel modo in cui ti conosciamo tutti"gli fa notare Micol.

"Osservazione giusta, tesoro" risponde il famoso cantautore. "Non avevo ancora detto al mondo di essere omosessuale e già quando mi presentavo sul palco e mi esibivo, tutti mi etichettavano già come tale. Non è stato semplice perché, devo essere sincero, ero troppo giovane all'epoca e ancora non ero neanche sicuro di accettarmi io."

Christian abbassa lo sguardo a queste parole e d'improvviso viene travolto da un paio di ricordi con cui non aveva intenzione di fare i conti in questo momento.

"È un po' come quando i maschi a scuola vengono accusati di essere gay per qualcosa che fanno e non solo fanno passare l'omosessualità come un insulto, ma finiscono anche per bloccare la tua creatività" commenta Serena. "Alle medie conoscevo un ragazzo a cui piaceva la pallavolo e gli davano del gay continuamente per questo."

Dopo queste ultime parole, Christian sente di essere davvero sul punto di precipitare in un oblio e non ha intenzione di farlo qui, davanti a tutti, così cercando di non dare troppo nell'occhio, si alza e si dirige dentro casa.

In ogni punto che attraversa vede gente, così i piedi lo portano direttamente davanti alla porta del tugurio, che in questo momento gli sembra l'unico posto dove è certo che nessuno lo potrà disturbare.

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