Giorno 50

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Giorno 50, la mattina della nona puntata

Christian pensava che dopo il bacio in sala relax lo avrebbe aspettato un weekend bellissimo, pensava che le cose tra lui e Mattia si fossero finalmente sistemate ed era pronto a fregarsene dei problemi che li aspettano fuori, di Danilo, pensava, sperava e credeva fermamente che le cose sarebbero andate meglio... fino a che non hanno lasciato quella stanza e Mattia ha cominciato ad evitarlo come se avesse la peste.

Non ha espresso il desiderio di voler dormire insieme a lui e quelle volte in cui ha provato ad avvicinarsi Mattia lo ha sempre scansato, ha sempre detto di voler rimanere solo e così è stato anche il giorno dopo, fino a che Christian non ha cominciato a stancarsi di questa situazione e a rendersi conto di una semplice cosa che avrebbe dovuto pensare subito:

Mattia si è pentito del bacio ed è spaventato a morte da cosa succederà in puntata questa sera.

Raimondo li ha aiutati molto, hanno cambiato regia, hanno impedito alla gente da casa di assistere a quel momento più del dovuto e di avere la conferma di cosa stesse realmente succedendo sotto quella coperta... ma se invece non fosse così? Se invece fosse risultato anche troppo chiaro e Mattia ha paura di quella che sarà stata la reazione di Danilo, con cui aveva fatto pace da a malapena una settimana?

Il weekend passa così in fretta che quando arriva il lunedì mattina Mattia si ritrova ad aggirarsi per casa come se fosse un fantasma. Ha delle occhiaie spaventose, lo sguardo spento, non parla con nessuno e tutti si trovano a chiedersi se quando Raimondo lo chiama in confessionale parli almeno con lui.

E Christian si sente arrabbiato, triste, confuso, vorrebbe dirgli che gli dispiace se è arrivato a pentirsi di quello che c'è stato e vorrebbe prenderlo a schiaffi per lo stesso motivo.

Perché non è giusto, perché gli aveva detto che sarebbe rimasto e perché non gli aveva detto niente ma andava bene, con gli occhi gli aveva promesso il mondo e lui tutto questo non se lo aspettava da parte sua.

È mattina presto e sono svegli solo lui, Mattia, Micol, Edoardo e Luca che sono fuori in giardino e qualcun altro che ancora non si è alzato dal letto.

Christian si ritrova a girare per casa con una strana sensazione alla bocca dello stomaco, cerca Mattia, si chiede che fine abbia fatto, quando passa davanti al confessionale la risposta gli arriva in un attimo perché lo becca proprio mentre sta uscendo fuori.

Si ferma a guardarlo a qualche metro di distanza, lo fissa mentre si chiude la porta rossa alle spalle, fa qualche passo per poi accasciarsi contro il muro affianco, portarsi le ginocchia al petto e respirare con fatica, mentre le lacrime gli scorrono sul volto senza sosta.

E non ce la fa più a trattenersi.

Perché Mattia lo sta evitando da sabato sera ma lui non riesce a fare lo stesso, non quando lo vede stare così male.

Perché potranno essere anche capaci di farsi male a vicenda, come succede da un mese a mezzo a questa parte, ma allo stesso tempo non sanno come si fa a non esserci l'uno per l'altro.

Si odiavano ancora, o almeno credevano di farlo, quando è successo la prima volta. Non ci riescono a stare lontani, è più forte di loro, devono sempre correre l'uno dall'altro a medicarsi le ferite. Pure se non si parlano da giorni, proprio come in questo caso.

E così lo fa. Corre da lui perché non potrebbe fare altrimenti.

Si siede sul pavimento al suo fianco, lascia scivolare le gambe sotto le sue e lo trascina contro il suo petto, stringendolo e lasciandogli baci tra i capelli. "Matti, ehi, ci sono qua io. Stai tranquillo. Respira."

"Chrì -"

"Matti cazzo, ascoltami, ci sono passato un centinaio di volte. So come si fa. Devi solo... respirare. Respira. Chiudi gli occhi, pensa a qualcosa di bello e respira. E ricordati che ci sono qua io, aggrappati a me, non ti succederà niente. Te lo prometto."

Mattia lo ascolta, chiude gli occhi e cerca di concentrarsi su qualcosa di bello: il mare d'inverno, il sole quando esce di casa la mattina presto, il vento tra i capelli quando è in macchina col finestrino aperto e la radio accesa, il cuore che gli batte a mille all'ora quando vede Christian, i suoi occhi, il suo sorriso, le sue mani, i suoi baci, lui. È in cima alla lista delle cose più belle che rendono migliore la sua vita.

Christian gli accarezza ripetutamente i capelli e in un frammento di lucidità si ritrova a chiedersi che cosa sia successo in quel confessionale, che cosa gli abbiano detto o che cosa gli abbiano spinto a dire da ridurlo in questo stato, da fargli avere un attacco di panico, da farlo piangere quando nonostante i momenti di debolezza Mattia in questo modo non è crollato mai.

Gli prende il viso tra le mani e gli bacia una ad una tutte le lacrime sul viso, gli bacia la fronte, si sporge per sussurrargli parole di conforto all'orecchio e mentre Mattia si aggrappa alla sua maglietta sente pian piano il suo respiro che torna regolare, lo sente mentre pian piano si riprende e nasconde il viso nel suo collo, strofinando il naso contro la sua pelle e bagnando la sua maglietta di decine e decine di lacrime. A Christian gli si spezza il cuore.

Sente precisamente il suo cuore che si spezza e si rende conto che vedere Mattia stare male è anche peggio di quando sta male lui.

È peggio di quando tre giorni fa si è rifugiato in tugurio perché sentir parlare Cristiano gli provocava un dolore che nessuno in questa casa è in grado di capire fino in fondo. E fa male, fa sempre male ma in questo momento il cuore gli fa male un po' di più.

Perché si tratta di Mattia.

Di Mattia, il Mattia con gli occhi splendenti e il sorriso perenne che gli fa bene al cuore, che lo fa sentire vivo, si tratta di Mattia che questa settimana giorno dopo giorno si è lasciato andare sempre un po' di più trascinandolo, inconsciamente, sul fondo insieme a lui. Si tratta di Mattia che lo mantiene in vita e si sente morire, se per primo non vede lui che vive.

Mattia porta le braccia attorno al suo busto e si accoccola contro di lui, il respiro che si regolarizza sempre di più fino a che il panico non scivola via e non torna finalmente a stare bene, anche se ha il volto bagnato dalle lacrime e il viso contratto per lo spavento e la tristezza che lo ha attanagliato in quel momento.

"Chrì" sussurra.

Si limita semplicemente a chiamarlo, a dire il suo nome, senza aggiungere altro. Ed è un "Chrì" che stavolta non sa di ti amo, di voglio stare con te ma di mi dispiace.

E Christian non capisce perché stia usando questo tono, perché stia così, non capisce che cosa gli stia prendendo, capisce solo che Mattia sta male e che lui sta pure peggio nel vederlo così. E che non gli importa niente di come andranno le cose tra di loro, lui vuole solo che stia bene.

"Ssh, non dire niente" continua a sussurrargli pianissimo, poggiando le labbra contro la sua fronte. "Poi me lo racconti che ti è preso?" gli domanda con dolcezza, un po' per smorzare la tensione, e un po' perché vuole continuare a parlare e a dirgli qualcosa e a cullarlo con la voce.

Mattia annuisce pianissimo, per poi tornare a nascondersi tra le sue braccia e lasciarsi andare ad un lungo respiro.

E si ritrova a chiedersi da quando in certe braccia è possibile sentirsi tanto a casa.

E intanto, Edoardo e Luca, in piedi sulla soglia della veranda li osservano di nascosto, pensando che forse, finalmente, questi due polli hanno imparato a lasciarsi andare.

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