Giorno 10

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"Christian. Christian!"

"Che cazzo vuoi?"

"Cosa pensi del buco dell'ozono?"

"Che cazzo... Mattia, che ti sei fumato?"

Mattia sbuffa, lasciandosi cadere con la testa sul cuscino e fissando il soffitto per qualche lunghissimo istante. "È il terzo giorno. È il terzo giorno che sono rinchiuso qui con te e sto rischiando di diventare pazzo, ho bisogno di parlare con qualcuno e tu non mi stai rendendo le cose facili."

"Stai impazzendo perché sono tre giorni che non parli con qualcuno?" gli chiede Christian, stranito. Lui non conosce affatto questa sensazione, anche se... deve ammettere che è dura. Comincia a sentirsi veramente molto solo e non avendo distrazioni, modi per passare il tempo, non è per niente facile questa situazione. "E vuoi parlare proprio con me?"

"Vedi qualcun altro qui in giro?" sbuffa Mattia, girandosi su un fianco per poter guardare il suo coinquilino. "Quindi, Christian, cosa pensi del buco dell'ozono?"

"Dovrei avere un parere sul buco dell'ozono?" chiede Christian, confuso dalla piega che sta prendendo questa conversazione. E lui che voleva soltanto dormire. "Non sono molto ferrato in materia."

"Non mi sembri un tipo che si fa problemi ad avere pareri su cose che non conosce, Christian Stefanelli."

Christian lo guarda accigliato, cercando di interpretare la frecciatina che gli ha appena lanciato. "Che cosa stai insinuando?"

"Che non mi conosci" gli dice Mattia senza troppi giri di parole. "E nemmeno ci hai provato a conoscermi."

"Perché, tu lo hai fatto?"

"Lo avrei fatto, se tu non mi avessi giudicato subito dimostrandoti uno dei tanti uomini bigotti che vivono di pregiudizi e credimi, Christian, è molto triste pensare che proprio tu che... che sei come me, in realtà sei uguale a tutti gli altri."

"Pensi che io abbia avuto dei pregiudizi nei tuoi confronti?" gli chiede Christian, sconvolto. "Io... Mattia. Tu non hai la minima idea di quanto io odi queste cose."

"Così tanto che hai deciso di adottarle nel tuo stile di vita?" lo provoca Mattia, desideroso di scoprirne di più. "Io pure odio i pregiudizi e nella mia vita li ho affrontati tanti, ma li ho anche superati uno ad uno. Sempre col sorriso. Sempre con la convinzione di essere migliore. Non sono superficiale come credi soltanto perché apprezzo tutto, anzi, è proprio questo a rendermi meno superficiale di quanto pensi. So riconoscere e dare il giusto peso all'ignoranza, come so riconoscere e dare il giusto peso alle cose belle. Futili o importanti che siano."

Christian esita, metabolizzando ogni parola del suo discorso e sentendosi anche un po' in colpa perché fondamentalmente è vero: ha giudicato spesso Mattia male per cose che forse poteva anche cercare di guardare da un'altra prospettiva.

"E al dolore?" gli chiede così, a bruciapelo. "Al dolore riesci a dargli il giusto peso?"

"Penso che il dolore ognuno lo affronti a modo suo" risponde semplicemente Mattia. "Lo evito, lo scanso, quando arriva cerco di distrarmi e non pensarci. Questo però non significa che non lo provi o che sia meno importante di quello degli altri."

Christian sospira e resta in silenzio a riflettere, approfittando della pochissima luce che illumina il vagone del treno per restare zitto davanti a Mattia a pensare. A pensare a come si è comportato con lui dal primo momento che lo ha visto in casa.

"Io non giudico le persone senza conoscerle" mormora, più a se stesso che a Mattia.

Lui non lo fa, giusto? Come potrebbe?

"Forse di norma no, ma con me lo hai fatto" gli fa notare Mattia. "E sei fortunato che ti sia capitato proprio io che sono così forte da riconoscere che i pregiudizi nascono dall'ignoranza, e tornando al discorso di prima, io do il giusto peso solo alle cose che meritano davvero quindi tutto questo mi è scivolato addosso. Come sempre. Non sei il primo e non sarai nemmeno l'unico che conoscendomi si fermerà alle apparenze. A me non interessa, ok? Però volevo dirti di fare più attenzione nella vita perché potresti imbatterti in qualcuno a cui importa eccome e potresti fargli davvero molto male."

Christian sta in silenzio a rimuginare sulle sue parole, di nuovo. È la prima volta che Mattia gli parla così tanto seriamente e ogni singola lettera che gli esce dalla bocca gli arriva come una pugnalata in pieno petto.

"Sono stanco" esordisce così, all'improvviso, prima di girarsi dall'altra parte e tornare a dargli le spalle.

Mattia lo osserva per qualche istante, chiedendosi che cosa abbia fatto o detto adesso di così sbagliato, fino a che non decide di arrendersi e girarsi pure lui. Fanculo. Lui non ha bisogno di parlare con qualcuno. Soprattutto se il qualcuno in questione è Christian Stefanelli.

Cerca di spegnere la mente e poi si lascia definitivamente cadere tra le braccia di Morfeo.




***


Mattia sprofonda tra le coperte, facendo una smorfia contrariato quanto sente dei movimenti bruschi accanto a sé e in un primo momento è davvero troppo poco lucido per rendersi conto di che cosa stia succedendo.

Poi sente una voce.

Sente la voce di Christian mormorare parole incomprensibili mentre si agita nel sonno e scalcia con forza accanto a lui.

Sbatte le palpebre cercando di scacciare via il sonno mentre tutto d'un tratto si rende conto di quello che sta succedendo: Christian sta avendo un incubo. Proprio adesso. Proprio qui vicino a lui.

Non ha la più pallida idea di che cosa fare, in tutta onestà ha anche un po' paura e infatti di avvicina al suo compagno cautamente, sfiorandogli una spalla con esitazione.

"Christian" sussurra pianissimo, in un vano tentativo di svegliarlo. "Chrì, è - è solo un brutto sogno. Svegliati Christian, su dai, apri gli occhi."

Comincia a scuoterlo sempre con più forza, sentendolo tremare sotto il suo tocco ed essere quasi sul punto di scoppiare a piangere nel sonno. Poi dopo l'ennesimo scossone di Mattia finalmente spalanca gli occhi, sollevandosi di scatto e guardandosi intorno con aria smarrita.

Mattia si mette seduto pure lui e continua a tenergli una mano sulla spalla, come se volesse confortarlo e fargli capire che va tutto bene. Che non sta succedendo niente. Che era solo un incubo e che adesso è finalmente sveglio.

All'improvviso Christian si gira verso di lui, lo guarda con gli occhi pieni di lacrime e Mattia si sente in un attimo alla deriva insieme a lui.

"M - Mattia -"

"Era solo un brutto sogno" lo rassicura prontamente Mattia, lasciandosi andare ad un sospiro quando, tornando sotto le coperte, Christian si fa più vicino a lui e nasconde la testa nell'incavo del suo collo.

Per un istante si immobilizza, non riuscendo a credere nemmeno lui a quello che sta succedendo, poi quando sente Christian respirare con fatica contro di lui si rianima subito e gli porta le dita tra i capelli, accarezzandoglieli con una dolcezza che nemmeno pensava di avere.

"Puoi tornare a dormire. Stai tranquillo, puoi dormire adesso" gli sussurra pianissimo, cullandolo con la sua voce e con le sue carezze.

Christian sospira appena, chiudendo gli occhi e tornando a dormire. Tornando a dormire in un posto in cui non è mai stato ma che ha tanto il sapore di casa.

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