Waverly, Iowa, USA
Fattoria Barton, una casa sicura.Il Quinjet atterrò su una distesa incontaminata che l'alba tinteggiava di rosa, azzurro e di un tenue giallo ocra. I campi si allungavano per chilometri fino a raggiungere una collina che spariva nella nebbia. Un boschetto spoglio abbracciava una fattoria dalla staccionata bianca, le persiane verde edera e la facciata color panna. Una catena di lucine colorate seguiva il cornicione del tetto. Sulla porta era appesa una ghirlanda natalizia.
In carovana, gli Avengers scesero dal velivolo e percorsero un viale cancellato alla vista, ma ancora ben ispezionabile a chi lo percorreva spesso. Clint, in prima fila, sorreggeva Natasha che era ferita e ancora scossa. Dietro di lui lo seguivano ordinatamente Thor, Tony, Astrid, Steve e Bruce. La neve scricchiolava sotto i loro piedi. Qualche passero tardivo cinguettò tra i sempreverdi.
La porta d'ingresso cigolò un poco. Clint chiese di chiuderla con cautela perché aveva un difetto ad un cardine che doveva ancora aggiustare. Entrarono in una sala ampia con le travi a vista in legno, collegata ad una cucina disordinata. Uno scaffale era affollato di libri sulla coltivazione e il fai da te, qualche romanzo classico e un lotto di videogames disposti in ordine numerico. Sul tavolo si ergeva una costruzione di lego incompiuta. Il camino era acceso e in un angolo brillava un abete pieno di luci.
-Tesoro? Sono io.
Astrid si rese conto delle facce disorientate che aveva attorno e non capì finchè una donna spuntò da una scala che portava al piano superiore, con un'espressione di sorpresa. Era incinta e impugnava un pacco di evidenziatori colorati e un paio di quaderni.
-Ciao, ho portato degli amici. Non ti ho avvertita. - fece Clint mentre le andava incontro. I due si baciarono e si abbracciarono con un sorriso di ritrovo.

-Perché siamo tutti sconvolti? - bisbigliò Astrid tra Tony e Banner che si tirava le maniche per l'imbarazzo.
-Sono un veggente? - si domandò Tony parlando tra sé e sé - Lei è un'agente speciale. - spiegò ad Astrid, bisbigliando.
-Signori, lei è Laura.
Laura agitò una mano alla schiera di combattenti che ingombravano improvvisamente il suo salotto. Subito dopo una coppia di ragazzini corse per le scale. Clint afferrò la più piccola che aveva fatto un balzo e scompigliò i capelli del più grande.
-Questo è il più bel regalo di Natale! - esclamò l'ultimo.
-Loro sono Lila e Cooper.
-E io sono un veggente. - decise Tony.
-Oppure sono agenti più piccoli. - fece Astrid e lui annuì vigorosamente.
-Stavo pensando esattamente la stessa cosa.
Mentre gli altri parlavano, Thor calpestò un paio di tasselli di lego, partecipando all'ingombranza generale. Astrid si voltò pronta a deriderlo scherzosamente. Fece per fare una battuta, ma quando le iridi folgoranti del figlio di Odino incrociarono quelle carboniose della figlia di Surtur, l'aria si compattò furente. Fu in quell'esatto momento che compresero entrambi di aver condiviso la stessa visione da punti di vista differenti.
Il Dio del Tuono fece un passo in avanti trascinando tutta la sua possenza. Trafisse Astrid con lo stesso sguardo astioso che lanciava agli avversari e si diresse verso l'uscita senza dire una parola. Astrid rimase interdetta. Incrociò l'espressione spaesata del Capitano e inseguì la scia elettrica del dio, chiamandolo per nome. Thor non si fermò, né le diede motivazioni. Scesero i gradini e furono di nuovo coi piedi nella neve. Astrid lo chiamò di nuovo, ma il norreno non rallentava il passo, perciò decise di attaccare.
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Nebbia E Tenebre | MARVEL ❷
FanfictionPer ogni conquista c'è un prezzo da pagare. L'antidoto che doveva assicurare la vita ad Astrid l'ha fatta crollare in un coma da cui si è risvegliata senza memoria e con nuovi poteri da esplorare. Nel tentativo di ristabilire i legami con i suo...