45 . Vecchie amiche

121 14 2
                                    

Le giornate scorrevano veloci al complesso, un po' tutte uguali. Per la maggior parte del tempo, sfogliava il diario, si allenava o stava all'aperto con Jay-Jay. Aveva pensato di portarlo in centro, ma era un posto molto esposto e dispersivo e aveva paura di perderlo di vista. Anche al complesso aveva la costante sensazione di essere osservata. Tra gli alberi dei boschi ci si poteva nascondere chiunque senza farsi notare. Bastava un binocolo o una macchina fotografica con un discreto obbiettivo per seguire cosa stessero facendo. Un giorno ci vide un'ombra, tra gli alberi. Inviò Sam a controllare con il suo jet alato, per poi scoprire che era un cervo. L'unica cosa che le mancava era diventare paranoica, ma era un'abilità che le serviva per risolvere l’enigma.

La scrivania era sormontata da tutti i suoi incentivi. Il lettore mp3, un paio di cuffie nuove della Marshall, una pila di CD, una lampada che si accendeva e spegneva e si regolava sfiorandone il piede, un PC di ultima generazione, un block notes, un portapenne, il suo diario, una borraccia piena di idromele e nel cassetto, una scorta di Wasabi in bustine. Ne strappò una e iniziò a succhiarla come succo di frutta.

Il Wasabi era una di quelle cose di cui aveva dimenticato l'esistenza. Quando avevano ordinato il sushi a casa, aveva invaso tutto il piatto di salsa e il giorno dopo era andata a comprare un intero dispencer di mini porzioni. Non sapeva come avesse fatto a vivere senza per due mesi. Il piccante era una sensazione goduriosa ed era ancora più divertente vedere gli altri affannarsi e diventare rossi, tossire e riempirsi di acqua, latte o pane per estinguere il bruciore in bocca e in gola, mentre lei se ne spremeva una noce sulla lingua e la mandava giù come burro d'arachidi o addentava peperoncini interi come caramelle. 

Natasha e Wanda erano le uniche degne avversarie. La prima per addestramento e tempra ereditaria da Madre Russia, la seconda riempiva i piatti di spezie da quando era bambina, per tradizione, ma comunque entrambe dovevano affrontare le conseguenze di un apparato digestivo pressoché umano. 

A Steve invece non piaceva il piccante. Preferiva cibi poco saporiti e poco elaborati, come bolliti, e la carne rossa, nonostante apprezzasse sorprendentemente il fritto, ma sempre senza farne abuso, diversamente da Jay-Jay che si spazzolava una montagna di patatine, pollo al curry e bevande dolci come se non potesse ingerire altro.

Aprì il block notes su una pagina pulita, fece scattare la penna e scrisse a lettere cubitali:

𝗞

𝗩

𝗠

Per cosa stavano quelle iniziali? Erano tre nomi differenti? Due nomi e un cognome? Le iniziali di un luogo o di un gruppo? Un codice? In che lingua avrebbe dovuto cercare? In sokoviano? In tedesco? KVM... KVM... KVM… Ripeté la sequenza più volte a mente, come se potesse farle scattare qualcosa. Cercò l'acronimo su internet per ore e non ne cavò nulla. Cercò nei file di Natasha e niente. Si grattò la testa pensando ai file che erano nel suo account per conto di Ultron. Si fece forza. Collegò il bracciale al PC, scaricò i file sul drive, cliccò sul simbolo della lente d'ingrandimento e digitò le lettere. Attese con ansia che la rotellina del caricamento si fermasse, ci stava mettendo più tempo del solito. Forse i file da analizzare erano troppi, forse aveva trovato qualcosa. Il pollice sul pulsante della penna scattava nervosamente, insieme alla gamba destra. Chissà cosa avrebbe scoperto? Forse non voleva sapere. Se i file per lei erano stati criptati c'era un motivo. Cosa sapeva Natasha che lei non doveva sapere? Che cosa era così pericoloso per lo SHIELD da essere completamente cancellato?

Qualcuno bussò alla porta. La mano fu veloce a chiudere il PC, forse un po' troppo sospetta.

-Ehi, che fai?

Astrid si levò le cuffie, afferrò la custodia di un CD.

-Una playlist.

-È per me?

Nebbia E Tenebre | MARVEL ❷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora