7 . Forzatura

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Il polpastrelli della Vedova sbattevano rapidi e leggeri sulla tastiera del PC. Aveva ricostruito il percorso di Astrid dall'ospedale e lo spiegò al Capitano, cercando di essere il più elementare possibile. Ogni tanto indicava col dito sullo schermo. Astrid aveva attraversato il centro e poi si era infiltrata tra la folla. Le immagini delle telecamere e dei droni della polizia arrivavano fino ad un vicolo cieco. “Proprio qui”, poi più niente.

-Forse è salita su un terrazzo e ha saltato da tetto a tetto.

-Può farlo?

-Per quanto ho visto sì. – affermò il Capitano mentre tornava a sedersi sul suo sedile, evocando il ricordo della corsa dietro a Bucky quando ancora non sapeva che fosse lui. Sospirò profondamente per rimandarlo indietro. Quando l'adrenalina saliva, Astrid era capace di liberarsi dei blocchi mentali e diventava una macchina da guerra.

-Non ho visuale più su. Mi serve la visione satellitare. Dov'è Tony?

Steve si voltò verso il parabrezza posteriore e inquadrò la figura in piedi, l'angolo della giacca che si piegava seguendo la mano destra che finiva in tasca, mentre l'altra era appesa alla montatura degli occhiali.

-Puoi venire? – lo chiamò scendendo dall'auto.

-Devo andare. – borbottò Tony raddrizzando la schiena di colpo.

Steve lo attese, attento.

-Con chi parlavi? – gli chiese con una nota di sospetto, mentre l'uomo tornava verso di loro.

-Con Banner. Cosa mi dite?

Natasha si allungò verso il sedile del guidatore, aldilà dei pettorali del Capitano, per poter guardare Stark in viso.

-Ho intercettato le registrazioni delle telecamere di sicurezza e di un drone della polizia, ma è un vicolo cieco. Ipotizziamo che abbia eluso le telecamere saltando da un tetto all'altro.

Tony portò una mano all'orologio.

-Dammi l'ultimo indirizzo. 

-Te lo invio.

-JARVIS, ho bisogno di una mappatura del territorio a questo indirizzo, tra le ore sedici e diciassette di oggi.

-Mappatura del territorio in corso. Recupero registrazione satellitare. - seguì la voce metallica dell'intelligenza artificiale. 

-Quanto ci vorrà?

Tony contò con gli occhi fissi sul quadrante.

-Solo quattro, tre, due... Inviata.

Natasha schiacciò un paio di volte sul pad. — Eccola! — esclamò e si spostò su sedile a fianco perché tutti e tre potessero vedere.

-Che sta facendo? – chiese Steve appoggiato con un braccio al tetto del veicolo.

-È in trappola. Sta cercando una via di fuga. – spiegò Tony che non si era mosso e seguiva tutto dalle immagini proiettate sulle lenti dei suoi occhiali. – Vuole saltare.

Sul monitor era apparsa una piccola Astrid, ripresa dall'alto, che si affacciava al cornicione, si guardava attorno, misurava lo spazio con i passi e prendeva la rincorsa.

-Questo almeno sapeva farlo anche prima.

-Perché, ora sa fare anche altro? La vedremo volare? – minimizzò Tony con ironia fuori luogo.

-In ospedale, prima di tuffarsi giù dal sesto piano, ha alzato un uomo di novanta chili con un braccio e l'ha scaraventato a terra come un tavolino. Non è mai stata così forzuta prima. E dubito che si sia trattenuta per tutto questo tempo. – sostenne Steve. 

Nebbia E Tenebre | MARVEL ❷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora