𝗣𝗔𝗥𝗧𝗘 𝟯 ✹ 69 . Azione Correttiva

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Il materasso King Size era così morbido che sembrava di essere sdraiati su una nuvola. Una fragranza sofisticata di legno di oud e bergamotto massaggiava il setto nasale con la delicatezza di una piuma.


La suite di Tony era, poco incredibilmente, più grande di tutte le altre camere-appartamento riservate agli altri membri degli Avengers, di sicuro più grande di quella di Astrid, e collegata da un breve corridoio al laboratorio tecnologico. Ci erano passati attraverso, baciandosi contro il muro e ridendo, per poi battezzare la doccia, con la scusa di lavarsi, e le lenzuola, con la scusa di andare a dormire.

C'era un ché di anelante nel modo in cui Tony calava sul suo braccio, segnandolo dal gomito alle dita come con un pennello invisibile. Un ché di anelante e di afrodisiaco. Le stropicciava i polpastrelli come ad assaggiarne la consistenza. Era sconcertante quanto quell'uomo potesse fare attrito con lei a parole e contemporaneamente nelle mani possedere il potere di lubrificare ogni spigolo. Era come un preliminare. Tutto di lui era un preliminare, dalle allusioni all'andatura da ricco uomo maturo, ammaliatore e consapevole che ondeggiava in vestiti firmati, al modo in cui si ricopriva di metallo e superbia, al gesto automatico con cui assestava l'orologio scuotendo il polso, alla cintura che stringeva proprio alla fine della schiena e strizzava la camicia su un sedere tonico che doveva essersi costruito faticosamente in palestra senza il minimo ausilio di un distillato in fiala.

Com'era riuscito a sradicarla dai suoi piani sanguinari, Astrid lo ignorava. L'autostrada a quattro corsie dei suoi pensieri era affollata di conducenti imbottigliati, impiccati sotto il sole e spazientiti. Nel momento stesso in cui le dita di Tony avevano pinzato le sue falangi, il traffico si era diluito nella caligine umida e i pensieri erano tornati in ordine.

Adesso, sfinito, il playboy dormiva strozzando un cuscino. Ogni tanto era preso da spasmi, la fronte corrugata in un'espressione di fastidio, probabilmente per un sogno alcolico. Astrid temette che fosse per uno dei suoi incubi. Era girata di lato, studiava il suo respiro disturbato e la forma dei ciuffi di capelli contornati dai soffusi inserti luminosi che rincorrevano gli angoli della stanza. Erano le quattro di mattina e aveva la sensazione di stare perdendo tempo. Si era svegliata per il russamento e ora le palpebre erano legnose e spalancate. Aveva un peso nel petto, gli arti formicolanti e bisognosi di muoversi, la mente brulicava di immagini e di frasi ripetute.

Ci era riuscito, per una sera, a distrarla, ma la distrazione non era altro che un placebo. Comprendeva profondamente quanto Tony avesse paura di perderla, ma lei non poteva continuare a rannicchiarsi in una scatola per un uomo, per quanto i sentimenti la legassero a lui, per quanto si fosse sentita felice per Jay-Jay. Non era la caduta il problema, lo era non saper atterrare.

L'unico modo per ammortizzare lo schianto era piallare il terreno di tutti gli ostacoli e le questioni irrisolte. Dopodiché avrebbe giurato di dire la verità, solo la verità, nient'altro che la verità, avrebbe concluso l'affidamento di Jay-Jay e magari si sarebbe fatta quella vacanza con Tony per dimenticare l'odore stagnante di fallimento che respirava ogni volta che passava davanti alla stanza di Steve e che si era impregnata nelle mura del complesso come una muffa.
Ma prima, c'era un'azione correttiva da svolgere.

Si alzò dal materasso riuscendo a non muovere troppo le coperte. Nel complesso regnava il silenzio più assoluto e il buio più totale.

L'unico modo per non farsi scoprire dalle telecamere era nascondere il viso ed evitare i poteri pyrocinetici. Così, assorbì il pugnale nel Seiðr, assieme ad un rocchetto di nastro adesivo, per evitare l'errore che aveva fatto con il tecnico. Indossò il costume in vibranio e la cappa che era comparsa insieme ai suoi ricordi dopo essere fuggita dal Mandarin Oriental. Sollevò il cappuccio fino al naso.

Nebbia E Tenebre | MARVEL ❷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora