77 . Fuggitivi

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Come si fa salvare delle vite quando l'unica persona a cui stai pensando sta aspettando di essere salvata da te? Astrid non lo aveva mai realizzato. O almeno non fino a quel momento.

Jay-Jay era un bambino dal sangue piuttosto freddo per la sua età, ma in un palazzo in evacuazione, con le sirene di emergenza e branchi di umani terrorizzati che correvano come prede inseguite, qualsiasi bambino avrebbe vagato con la paura stretta al petto come un peluche e il naso gocciolante puntato verso i volti degli adulti in cerca di aiuto, in cerca del volto del proprio adulto.

Il piano terra era stato sgomberato. Il pallore del cielo penetrava dalle finestre e dal lucernario e non c'era bisogno della corrente che era andata via per rendere l'ambiente chiaro alla vista.
I tavoli e le sedie del bar erano in parte rovesciati al pavimento. Qualcuno era stato spezzato nel combattimento e i pezzi erano sparsi ovunque.

La prima cosa che Astrid vide, fu il Soldato d'Inverno lanciare un agente contro il muro come un fantoccio di tessuto. Impugnò una pistola e sparò. Fulmineo, senza ripensamenti. Uno schizzo di sangue. Il corpo sulla catasta di sedie rovinò sul pavimento e non si mosse più.

Natasha e l'agente Carter si divisero. Tony trovò riparo dietro una colonna, Astrid dietro a quella speculare.
La canna della pistola ruotò fino al secondo agente che gattonava come poteva trascinando una gamba rotta. Tony si espose con una mossa veloce, scagliò un lampo abbagliante accompagnato da un fischio tanto acuto che Astrid dovette tapparsi le orecchie.
Tuttavia, non fu il lampo o il fischio a paralizzarla contro la parete di marmo. Fu la mano d'acciaio che la sollevava dalla tunica e la lanciava nella cella buia e lo sguardo pieno di rabbia e allo stesso tempo di completa indifferenza che le ringhiava in faccia senza parlare. Era l'ombra dai passi poderosi che passava svelto con un M249 SAW in mano e il broncio insanguinato. Era la puzza di solfuro, olio motore, ferro e benzina che si trascinava dietro. Erano le urla a sguarciagola dalla sala "del reset" che rimbombavano tra i corridoi e che le allagavano i polmoni come fossero sue, le urla.

Allagare.
Il verbo le rimase a metà tra il vomito e l'asma. I suoi piedi erano ancorati al terreno con due chiodi, mentre Natasha e l'agente 13 finivano distese una dopo l'altra a rallentatore e Tony aveva una tempia bagnata di sangue e faceva smorfie di dolore nel tentativo di alzarsi in piedi.
C'era un altro uomo nella stanza, dal volto ignoto: si muoveva come un acrobata e atterrava come un gatto. Soldat si sbarazzò anche di lui senza troppi problemi. Dopodiché sollevò le iridi di piombo sulla figura che stava in piedi in mezzo alla hall sfidandolo da lontano.

Astrid sentiva il proprio respiro nelle orecchie, il cuore dava pugni alla cassa toracica e le sembrò che volesse scappare via.
La tuta sulla pelle faceva scintille, ma ancora una volta un ricordo nuovo la risucchiò lontana dal presente: furono i flash degli spari, fasce di sangue ancora caldo che scioglieva la neve, un gruppo di uomini giustiziati in ginocchio. Il pianto strozzato di un paio di loro rimbombava nel cortile, un altro supplicava, un altro ancora pregava in una lingua incomprensibile.
Vapore usciva dalle bocche, tremiti dai muscoli ridotti all'inedia. Nuche senza nome né storia. Nuche di padri, di fratelli, di figli, ognuna marchiata dal delitto più grave: il tradimento.
Uno sparo secco per ogni testa.
Un spasmo e i corpi caddero sulla coperta lattiginosa, vuoti e insignificanti.
Soldat, come gli altri esecutori, non aveva battuto ciglio nel premere il grilletto. Trascinò un paio di cadaveri per farne un mucchio, lì dove Astrid avrebbe schioccato le dita e l'odore acre di carne e vestiti bruciati si sarebbe sollevato nel bianco inverno siberiano. Con lei, Friedrich Hoffmann, il Generale Vasily Karpov, lo scienziato calvo, cinque supersoldati dell'Hydra, Soldat, Astrid e la Volpe della Notte. Tutti schierati al bagliore scoppiettante del fuoco, sotto lo scricchiolio invisibile della neve, uniti dalle braccia di un'idra tinta di rosso e di oblio.

Nebbia E Tenebre | MARVEL ❷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora