Buttò la testa all'indietro e pregò fosse l'ultimo conato. Le pareti del bagno e il pavimento sembravano volersi scambiare di posto. La musica celtica aveva smesso di suonare in un momento impreciso. Ora, ovattato e lontano, suonava un ritornello allegro e Natalizio.
Chiuse gli occhi per un paio di minuti, sperando che nessuno la venisse a cercare. Era ubriaca ed era la sensazione migliore e al contempo peggiore che avesse provato fino a quel momento. Non sentiva le mani e aveva solo voglia di buttarsi nel letto a dormire, anche se il formicolio che provava alla testa l'avrebbe sicuramente portata in un altro mondo al posto di dormire. Letteralmente.
Pensò alle storie raccontate da Thor e si immaginò il regno da cui proveniva. Muspellheim, un regno di fuoco in cui vivevano soldati intoccabili, un re gigante e un maestoso drago da guardia. Le piaceva quell'immagine di sé, era potente, pericolosa e temibile. Si immaginò camminare tra le rocce arroventate, la ghiaia vulcanica che scricchiolava sotto i suoi piedi, una pendenza che portava in alto, verso il foro di un vulcano da cui zampillavano lava e lapilli.
Qualcuno bussò alla porta del bagno.
-Astrid? Tutto ok?
Si tirò su arrampicandosi sul mobilio. Aprì la porta.
-Ho bevuto troppo.
-Pensavo che l'alcol non ti facesse effetto... Certo che quell'Idromele è forte, non so come abbiate fatto a tracannarvi una botte in due!
Astrid si appoggiò alla parete. Una folata di zolfo e di bruciato aleggiava ora nella stanza.
-Cos'è questo odore?
-Quale odore? Forse dici il profumatore alla lavanda?
-Sta bruciando qualcosa.
La parete diventò nera e lucente, increspata e compattata dai flussi del magma. Si guardò la mano ed era nera anch'essa, le vene erano diventate rosse e pulsavano di luce propria, ma forse lo vedeva solo lei.
-Forse è meglio che ti stendi. Ti porto in camera.
Natasha si mise un braccio di Astrid sulla spalla e la guidò verso l'ascensore. Il Capitano le osservò stranito dall'altra parte della sala. Thor era coricato selvaggiamente su un divano, una gamba per aria e una bottiglia in mano, Wanda faceva girare un cucchiaino in una tazza senza toccarlo, pochi altri impegnati a chiacchierare si voltarono verso di loro. Astrid scacciò il pensiero di dover rimettere davanti a tutti.
-Tutto bene! - disse Natasha agli spettatori - La riporto a nanna!
Il letto era diventato un blocco di marmo. Astrid si trovò coricata, senza scarpe e con una coperta addosso.
-Mi gira la testa.
-Non mi stupisce.
-Non dire al Capitano che ho vomitato.
-Non glielo dirò. - la rassicurò Natasha sistemando le scarpe in un angolo - Vi ho visti mentre ballavate.
Astrid ridacchiò tenendosi la faccia tra le mani.
-Che vergogna...
-Vi stavate divertendo. È una cosa positiva.
-Ma io non lo conosco nemmeno.
Natasha premette un pulsante alla parete e abbassò le tapparelle. Il sole stava già calando anche se i giorni avevano iniziato ad allungarsi da poco. Effettivamente la nuova versione di Astrid era meno dura e più spensierata rispetto a versione che ricordava. Probabilmente questo era uno dei motivi per cui aveva visto lei e Steve così sorprendentemente compatibili. Pensò che fosse per il fatto che non ricordasse tante cose orribili che aveva vissuto e questo le strinse il cuore.
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Nebbia E Tenebre | MARVEL ❷
FanficPer ogni conquista c'è un prezzo da pagare. L'antidoto che doveva assicurare la vita ad Astrid l'ha fatta crollare in un coma da cui si è risvegliata senza memoria e con nuovi poteri da esplorare. Nel tentativo di ristabilire i legami con i suo...