61 . Un gioco da ragazzi

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-Vasyliev è qui perché le ho rovinato i piani. - suppose Astrid con tono grave. Non suonò come un tentativo di rassicurazione, bensì come una certezza, un allarme. I capelli rossi ciliegia si piegarono sulla spalla nuda. Una linea di confusione apparve in mezzo alla fronte di Natasha. Non ci girò più intorno e le rese palese il suo peccato. La vide arretrare con la schiena con una sfumatura di costernazione differente alla precedente e se ne pentì un poco poiché non riusciva a decifrarla.

-Ora si spiega perché Steve era così in conflitto.

-Non l'ha presa bene... - spiegò Astrid brevemente. Abbassò la testa. Ripeterlo rendeva il tutto molto più tragico e terribile di quanto non suonasse nella sua testa.

-Ma perché sei arrivata a tanto? - il tono della russa era stridente e addolorato. Ciò che aveva fatto Astrid era un errore che avrebbe riscosso non poche conseguenze. Non era da meno l'infinita necessità del loro Capitano di testare le donne prima di avvicinarle e la sua totale estraniazione all'odio, che aveva sospeso persino la letale seducente Natasha Romanoff in una fascia di sicurezza del tutto platonica, nel fondo di pozzo abissale dalle pareti scivolose. - Non penso ti cerchi per vendicarsi di un compagno di copertura. - aggiunse poi e provò un'urgenza imprevista. Non aver mai interagito con Catarina non era una prova della sua sopravvivenza come non lo era della sua morte. Se la Volpe della Notte era ancora in circolazione, i dubbi di Astrid erano fondati. Chiese cinque minuti e la cacciò dalla stanza per lavarsi.
In sua attesa, Astrid mise a letto Jay-Jay. Gli rimboccò le coperte e, considerando la sua collaborazione, fu certa che avesse nascosto il game-boy sotto il cuscino.
Quindi andò a recuperare tutti i suoi appunti, accese il PC da cui provò a stampare i file che aveva trovato e scoprì che erano criptati da una password. Tutti, tranne l'anagrafica di Jay-Jay, erano impossibili da leggere. Si caricò le braccia e si affrettò a salire negli uffici. Passò davanti alla stanza del capitano per coinvolgere anche lui e, superata l'ansia iniziale, scoprì che la sua camera era vuota. In un primo momento lo immaginò al piano superiore, le nocche sulla scrivania, la divisa di Captain America ancora addosso. L'intuizione svanì nell'esatto istante in cui udì le note gravi della sua voce provenire dalla stanza di Wanda. La porta era socchiusa e consigliava di bussare prima di entrare. Parlottavano a voce bassa. La stava consolando. Aveva sgridato lei, l'aveva privata della sua dolcezza e ora la sentiva spalmata su parole indecifrabili ad orecchie non sue. Sentì il cuore strapparsi in mille pezzi. Possibile fosse nato qualcosa mentre si erano separati? Possibile che la disillusione lo avesse spinto tra le braccia di un'altra? O stava solo cercando di fare il Capitano? Non si mosse, non alzò una mano per toccare la porta. Il solo pensiero di trovare le loro labbra unite o scorgere uno sguardo di tenerezza tra loro, sentiva che l'avrebbe uccisa. Natasha la trovò proprio in quella posizione, a titubare, con le braccia strette al petto e i cavi del PC che penzolavano dai gomiti, come a stringere uno scrigno in cui era racchiusa la sua dignità.
Capì immediatamente. Bussò con energia e spalancò la porta. Wanda era seduta sul letto e stringeva sulla pancia un plaid appallottolato e si strofinava un fazzoletto sotto il naso. Steve era accanto a lei, ma distante. Alzò lo sguardo calmo e lo passò su entrambe le figure aldilà della porta. Astrid provò quasi fastidio nel trovarli ad una distanza d'amicizia. Se non poteva essere arrabbiata con lui, non si sarebbe mai liberata della dipendenza per la sua compassione. E comunque, quel piccolo dubbio sulla possibilità di una vicinanza tra lui e Wanda, non svanì. Si ridusse un poco e andò a depositarsi in un piano recondito di incoscienza per minacciare di svegliarsi di tanto intanto e ricordarle che il Capitano non la considerava più interessante come prima e che ora era facilmente sostituibile.

-Di solito, quando si bussa, si attende una risposta. - disse lui, portandosi le braccia al petto.

-Non abbiamo finito. - lo scavalcò Natasha. Spinse Astrid nel corridoio e la trascinò dietro come un'apprendista.

Nebbia E Tenebre | MARVEL ❷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora