68 . Ricadute

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A New York il Natale era finito da un pezzo. I mercatini, l'albero e le luci erano stati sbaraccati. Superstite era l'arena di ghiaccio su cui pattinavano una ventina di persone alla volta. Tutt'attorno, passeggiavano centinaia di cittadini. Gli scagnozzi di Catarina o Catarina stessa potevano mimetizzarsi facilmente. Gli angoli della piazza erano contrassegnati da agenti di polizia. Astrid aveva notato un veicolo di pattuglia all'imbocco del quartiere e un elicottero stava attraversando il cielo. Era una zona sorvegliata, tappezzata da telecamere. Poteva essere sicura, come poteva essere un angolo cieco. L'Hydra aveva insegnato che bisognava diffidare di tutti, che il nemico poteva essere in chi ci si doveva fidare. La coda bionda di un'agente le balzò all'occhio come un flash, proprio dietro ad un gruppetto di ragazzini che si inseguivano sui pattini. Le mani sulla cintura, una pistola nella fondina, una ricetrasmittente sul petto e non guardava dalla sua parte.


Tony tornò dalla biglietteria soddisfatto, nel suo travestimento da civile composto da cappotto, sciarpa e occhiali. Lanciò un'occhiata critica verso quella che aveva il coraggio di indossare una giacca di pelle aperta sopra una canottiera, quando il termometro segnava 6º Celsius. Non c'era da meravigliarsi se non si era buttata nella mischia. Difficile far giocare un cane da guardia.

-Perché siamo qui? Hai deciso di investire sul Palaghiaccio?

-La Torre non è ancora agibile. - rispose lui stringendosi nel cappotto.

-Davvero credi che non l'abbia capito?

Aveva coinvolto tutti in una serata di pattinaggio per tenerla impegnata con Jay-Jay. Una tattica che si era rivelata subdola quanto efficace, perchè Astrid non aveva la forza di dare una delusione ad un bambino che saltellava come una molla dall'euforia. Così, adesso si trovavano al Rockafeller Center, tra bambini urlanti e newyorkesi incappottati che passavano le ultime ore della sera e le prime della notte a svagarsi in una vasca sociale.

-Puoi almeno fingere di essere grata, per una volta?

-Grata? - ripeté Astrid con aria attonita - Grata di cosa? Di essere trattata come una bambina capricciosa?

-Grata di poter vivere un'altra notte da persona non perseguitata dalla legge. - puntualizzò Tony con disinvoltura - Sei molto brava a metterti i bastoni tra le ruote da sola, perciò qualcuno deve ricordarti cosa stai rischiando. Se fai una cazzata, il marmocchio non ti rivedrà più. Quando andrà in affidamento non potrà nemmeno salutarti per l'ultima volta. È questo che vuoi? Che passi la sua vita a odiarti?

Jay-Jay sbuffò, impegnato ad invidiare i bambini che allungavano le mani per accogliere i pattini e i papà e le mamme che glieli allacciavano o li aiutavano a restare in piedi lungo il bordo e li incitavano. Era limitato a fantasticare in punta di piedi, con la guancia schiacciata sulla manica del giubbino in un triste "perché io non posso?".
Nel RAFT i detenuti non avevano il privilegio di poter ricevere visite dai loro cari come nelle carceri normali. Chi veniva rinchiuso là sotto, veniva dimenticato. Jay-Jay l'avrebbe dimenticata. Seppure fosse uscita dopo un decennio, il loro legame si sarebbe dissolto e lui l'avrebbe vista come qualcuno di pericoloso da tenere distante.
Tony ci era arrivato prima di lei. Che si fosse affezionato al bambino? O era uno dei tanti modi che aveva per parlare di sé senza esporsi?
Astrid si strinse nelle spalle.

-Pensavo che non ti piacessero i bambini.

-Oh, no, sono il massimo della compagnia. - chiarì Tony con una punta di sarcasmo - Urlano, corrono, rompono e sporcano tutto. Catalizzano ogni istante del tuo tempo per essere intrattenuti. Non puoi impiegarli come assistenti, perchè non sai mai se rovesceranno qualcosa e hanno sempre bisogno di te. Ma Bimbo-Geco è a posto. È tosto. Ed è legato a te, perciò...

Nebbia E Tenebre | MARVEL ❷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora