XLIV - sweet creature

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SWEET CREATURE, HARRY STYLES

Per i tre giorni successivi, Louis si rifiutò di dire a Harry perché (e come) fosse rimasto in città. Harry lo tormentava in continuazione; di solito, Louis sembrava sempre avere un altro impegno da sbrigare, ma invece eccolo lì, a poltrire con disinvoltura nell'appartamento di Niall senza preoccuparsi di nulla.

Quando Harry tornò a casa dal lavoro quel pomeriggio, si fermò sulla porta e fissò Louis, arricciando il naso per la confusione "Sei sospettoso" lo informò.

"Come?" Louis rise. Fece un gesto impertinente verso la televisione, che trasmetteva una specie di documentario sulla natura "Sto solo guardando la televisione"

Harry fece un broncio infantile, piagnucolando "Lo sai come si fa. Stai nascondendo qualcosa, e uno di questi giorni lo scoprirò"

Louis si limitò a sgranare gli occhi con affetto, guardando Harry che posava lo zaino in cucina e cominciava a disfare alcune delle sue cose. Amava stare seduto a guardare Harry che esisteva; amava quando Harry era tranquillo così, senza preoccuparsi attivamente di nulla.

"Cosa vuoi per cena?" Harry si chiese ad alta voce "Pensavo di cucinare, ma possiamo ordinare una pizza, se vuoi"

L'affermazione colse Louis di sorpresa. L'aveva sentita un milione di volte, ma questa volta era diversa: era così domestica, qualcosa che non avrebbe mai pensato di poter raggiungere. Qualcosa che non aveva mai pensato di poter avere. Ma con Harry, la domesticità sembrava improvvisamente il dono più bello che potesse mai chiedere.

"Vestiti" gli ordinò all'improvviso, saltando su dal divano "Non posso più aspettare"

Senza un attimo di esitazione, Harry lo seguì rapidamente in camera da letto, dove entrambi si cambiarono velocemente. Guardò Louis che si infilava jeans e maglione e imitò l'esempio del suo ragazzo con il proprio abbigliamento "Non puoi aspettare ancora per cosa?"

"Vedrai" lo prese in giro Louis "Sempre così impaziente"

"Sei tu" ribatté Harry.

Louis si limitò a scrollare le spalle, confessando "Forse siamo tutti e due"

"Louis, perché siamo qui?" Harry si strinse di più il cappotto intorno a sé, anche se il tempo aveva cominciato a muoversi verso i venti caldi della primavera "Questo posto mi rende triste"

Louis gli strinse la mano in modo rassicurante, il pollice tracciò cerchi confortanti sul dorso della mano di Harry "Lo so che è così. È proprio per questo che siamo qui"

Da quando Louis era tornato, mesi prima, avevano evitato attivamente una parte particolare del parco locale. Il luogo in cui Louis aveva detto a Harry che doveva andarsene. Il luogo che aveva creato l'immagine che avrebbe perennemente perseguitato i ricordi di Louis: Harry, sedicenne e piangente, che implorava qualcosa che Louis non sapeva come dargli. Qualcosa che Louis non poteva dargli.

"Non siamo più tornati qui da quel giorno. Da quando ci siamo lasciati quattro anni fa" commentò mentre tirava Harry nella piccola macchia di alberi. Si girò di fronte al suo ragazzo, sciogliendo per la prima volta le loro mani e infilando le proprie nelle tasche dei pantaloni dei jeans.

Harry sentiva il senso di colpa che si irradiava dal corpo del ragazzo più grande e non desiderava altro che intrecciare di nuovo le sue dita con quelle di Louis. Qualsiasi cosa per dare al suo ragazzo un po' di conforto. Ma capì che il maggiore aveva altro da dire, così aspettò pazientemente, con lo sguardo fisso su di lui.

Back For You  ➳ l.s. | Italian TranslationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora