XXXII - call if you need me

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WOULD ANYONE CARE, CITIZEN SOLDIER

Harry rimase sul terreno ghiacciato per quelli che gli sembrarono giorni, così a lungo che tutto il suo corpo aveva cominciato a tremare in modo incontrollato. Anche se non riusciva a capire se la vera causa fosse il freddo, o se in realtà non avesse mai smesso di tremare dopo il momento di paura in cui aveva visto Nick per la prima volta.

Non sapeva cosa lo avesse fatto tornare in sé, ma all'improvviso aprì gli occhi. Vide il suo telefono a terra di fronte a lui e pregò silenziosamente che non si fosse frantumato quando presumibilmente gli era caduto dalla tasca. Con un certo sforzo, sollevò il braccio e lo raggiunse, toccando con le dita il dispositivo per farlo scivolare a terra verso di lui.

Una volta stretto il telefono nella mano, Harry spostò leggermente il corpo, spostando il peso in modo da potersi mettere a sedere. I suoi muscoli protestarono immediatamente e gli sembrò che ogni singolo centimetro della sua pelle avesse preso fuoco. Strinse la mandibola e si sforzò di sopportare il dolore, riuscendo infine a sistemarsi in una posizione piuttosto comoda, con la schiena appoggiata al muro di mattoni.

Con le dita tremanti, digitò il codice di accesso e ricompose la chiamata più recente. Il cuore gli batteva sempre più forte mentre la linea squillava; nell'attesa di raccontare a qualcuno quello che era appena successo, il respiro si fece rapido e superficiale. Sentiva i movimenti del petto che cominciavano a diventare irregolari. Ma per quanto si sforzasse, non riusciva a controllare i propri polmoni.

"Ciao, amore, stavo proprio per chiamarti!" La voce allegra di Louis entrò finalmente nel telefono.

"Lou, io..." Harry aspirò un respiro affannoso, il dolore gli salì di nuovo al fianco. E in ogni altra parte del corpo "Ho bisogno di te. Ti prego, aiutami. Ti prego, ho bisogno di te, ti prego"

Non appena sentì i vaneggiamenti senza senso del suo ragazzo, Louis si alzò rapidamente dalla poltrona, camminando avanti e indietro nel suo camerino mentre cercava di convincere il ragazzo a calmarsi. Poteva già dire che Harry era molto provato, affogato nell'ansia mentre i suoi nervi controllavano il suo cervello e il suo corpo più di quanto avrebbero dovuto.

Harry lo aveva chiamato un paio di volte in uno stato simile, stressato per i compiti in classe o per una brutta interazione al lavoro, ma c'era una differenza tra impedire a Harry di andare oltre il limite e riportarlo indietro quando era già immerso in un episodio. Era difficile riportare il ragazzo alla realtà quando Louis stesso non riusciva ad essere con lui se non come voce confortante attraverso il telefono.

"Ok, H. Respira. Prima respira, ok? Ho bisogno che tu respiri per me, tesoro"

"Non posso, non posso, io... Devo andare a casa. Devo andare a casa adesso. E se lui torna? E se... Oh, Dio, e se tornasse? Se tornasse per me?"

Louis aggrottò la fronte "Chi dovrebbe tornare? Harry, dove sei? Che succede?"

"Cazzo, Louis, non lo volevo. Ti giuro che non lo volevo. Devi credermi, non lo volevo" vaneggiò Harry. Louis poteva dire con certezza che il ragazzo stava piangendo, e gli si spezzò il cuore.

"Ok, H, non muoverti. So che non lo volevi, amore. Lo so. Ti credo" lo consolò Louis, nonostante non avesse idea del motivo per cui Harry fosse così angosciato. La sua testa girava con potenziali scenari, uno peggiore dell'altro, ma non riusciva ancora a trovare una risposta decisa e coesa "Continua a parlarmi, amore, o continua a respirare se non puoi parlare, va bene? Voglio sentirti respirare o sentire la tua bella voce, tesoro"

Back For You  ➳ l.s. | Italian TranslationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora