Ribellarsi.
Che cosa vuol dire questa parola?
Molti di voi penseranno alle guerre, a chi si è ribellato contro una forza maggiore ed è riuscito a sconfiggerla. Ma non sempre ribellarsi porta un buon lieto fine.
Per me questa parola è tutto. Io vivo per ribellarmi ogni giorno. Chi se ne frega degli ideali o delle persone che hanno un potere maggiore di me. Io mi ribello contro queste persone, perché so di esserne capace.
Mi ribello per tutto: a casa, a scuola, con gli amici e con Ashton.
Odio sentirmi dire che cosa devo fare, anche se quella cosa è tremendamente giusta e so di doverla fare. Ma voglio essere io ad arrivarci con la mia testa, di capire da sola che cosa fa per me e che cosa no.
Nella mia famiglia siamo tutti legati ed ogni tanto mi sembra di vivere in uno di quei stupidi telefilm che parla della perfetta famiglia Americana.
Mia madre è un'infermiera, devota al lavoro, che lavora dalle sei di sera fino alle sei di mattina. Nonostante il lavoro, quando arriva a casa e mi viene a svegliare, ha sempre questo sorriso che risplende nella mia stanza.
Mio padre è un avvocato molto conosciuto a Seattle e nel tempo libero si dedica a giocare a football con i suoi amici quarantenni. La trovo una cosa molto ridicola, questa cosa del football, perché andiamo.. chi sta fuori tutta la sera a giocare a football, lasciando la propria figlia da sola come un cane?
Io e mio padre siamo costantemente in conflitto, per qualsiasi cosa. Lui cerca di essere ragionevole, ma l'unica cosa che riceve in cambio è una mia sfuriata, dove gli spiego che sono pure io un'adolescente come tutte le altre.
Certo, non deve essere facile per lui, dato che sono una tipa abbastanza strana. Mettiamo da parte il mio carattere e il mio modo di essere scontrosa. Mettiamo da parte il mio modo di tener tutto in ordine e di programmare le cose. Mettiamo da parte i miei talenti da osservatrice e ascoltatrice. Mettendo da parte tutto, il mio aspetto fisico dice l'esatto contrario.
I miei capelli una volta erano di un rosso ramato, ma ora li tingo regolarmente di blu. E non vi aspettate un blu smorto, ma uno di quelli accesi che potrebbero illuminare una stanza buia.
I miei occhi una volta erano neri, come la pece. Ora cambiano colore quotidianamente grazie alle mie lenti a contatto. Un giorno sono verdi, un giorno azzurri, un giorno gialli.
I miei vestiti una volta erano normali, ma ora mi metto le prime cose che incontro nel mio cammino verso l'armadio. Prima mi concedevo qualche scollatura, dei pantaloni abbastanza stretti, delle gonne svolazzanti. Ora il mio guardaroba si concentra principalmente su pantaloni larghi, magliette dalla strana forma e fantasia e scarpe troppo grandi per i miei piedi.
Penso che questo cambiamento sia dovuto alla mia ribellione personale, se si può definire così. Mi.. piacevo quando ero ancora normale, quando mi vedevo normale. Ma quando mio padre ha incominciato a farmi pressioni e limitandomi ogni cosa stravagante, adatta ad una teenager, io mi sono opposta a tutto ciò.
Così, di nascosto, ho incominciato a frequentare una nuova compagnia e a cambiare il mio stile radicalmente. Non mi piace come sono ora, o non totalmente, ma lo faccio solamente per far infuriare mio padre. Non capisce che io posso fare quello che mi pare e piace, quindi mi ribello.
Ho sempre avuto un carattere forte, lui l'ha sempre saputo. Fin da piccola non ho mai avuto peli sulla lingua, ma pian piano mi sono chiusa in me stessa. Mi sentivo così fuori posto, perché non viviamo proprio in una bellissima casa nel centro di Seattle. La mia famiglia è abbastanza elegante, un po' all'antica. Viviamo in una villetta.. ma siamo in posto un po' abbandonato.
Dio, ho sempre desiderato visitare quello spicchio di umanità, ma non ci è concesso. Hanno costruito un muro nel centro, e a noi "comuni mortali", come di Ashton, non ci è permesso oltrepassarlo. Non sappiamo che cosa si trova dietro questo muro o chi c'è dietro, non possiamo saperlo.
C'è qualche legge che ci impedisce di farlo, e per entrarci serve fare dei test o delle stronzate varie. Ma anche quando li fai, non entri lo stesso. E' come se avessero paura che qualcuno scopra il loro amaro segreto, e ci chiudono le porte in faccia.
Alcuni cittadini di quella parte di Seattle abbandonata, di cui faccio parte anch'io, sono scomparsi. E stranamente, la cosa più sconcertante di queste sparizioni, è che sono tutti giovani. Sono spariti bambini, ragazzi di tutte le età.
Ma questa caccia affamata di giovani arriva fino a una certa età. Da quello che abbiamo potuto capire io e Ashton su queste cose, le persone che arrivano ai trent'anni sono salve. Nessuno che avesse più di trent'anni ha mai lasciato questa città. E io non capisco perché.
Il muro si è preso tutta la parte bella della città. Mi pare sia stato costruito dieci anni fa, più o meno, e tantissime persone sono scomparse.
Mi domando perché, in dieci anni, nessuno si sia mai fatto una domanda. Cioè, se da un giorno all'altro mi avessero costruito un muro sotto il naso, mi sarei opposta o almeno avrei cercato di capire il senso di quel muro. Ma qui nessuno ha mai fatto qualcosa. E dire che questa cosa mi fa infuriare, è dire poco.
Hanno abbattuto un sacco di muri nel mondo. Si sono ribellati ai soldati ed hanno buttato giù a suon di picconi del cemento secco. Perché noi non possiamo fare lo stesso?
Quando parlo di questi avvenimenti con i miei genitori, mi trattano come se fossi una bambina. Le autorità vogliono farci credere che questo muro sia stato costruito per proteggerci.. ma allora le sparizioni? Se nessuno riesce a superare il muro e nemmeno il confine, come può scomparire?
Quando chiedo queste cose, loro la prendono alla leggera e dicono che sono solo coincidenze e bla bla. Ma io non ci credo, il mio sesto senso mi dice che sotto questa storia c'è di più.
E sono sicura che i miei genitori sanno, tutto.
Ciao! Emh, avevo promesso di iniziare un nuovo libro ed ecco a voi il Prologo. So che dice ben poco, ma se non avessi scritto questo, sicuramente non avreste capito nulla. Era per incentrare un po' la storia e cose del genere ahah.
Comunque, aggiorno molto presto perchè so che dico poco qui, e questa storia è ben diversa dalla prima che ho scritto (che vi invito a leggere, perché è la mia bambina - Can we grow up together? - la trovate nel mio profilo)
Fatemi sapere che cosa pensate di Suspects e votate!
Baci.
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Suspects • H.S.
Fanfiction"È la vita. Non è che fuori da queste mura sia perfetta, ma è sempre meglio di ciò che si trova qui dentro. Qui sei in trappola, uno schiavo. E no, non sto parlando di lavori forzati. Sto parlando di uno schiavo degli stereotipi, dei pregiudizi e de...