L'unico rumore udibile era quello proveniente dalle mie scarpe che correvano sull'asfalto, ogni singolo metro percepivo una sensazione di libertà invadermi le narici. Bevvi velocemente dalla mia borraccia e guardai l'orario "Merda!" esclamai notando che erano le 15.10 e che ero già in ritardo di 10 minuti per l'allenamento. Corsi quanto più potevo per raggiungere la Shark Gym,la palestra dove da anni ormai mi allenavo. Per fortuna riuscii ad arrivare in breve tempo e,affannata, spinsi il grande portone che rappresentava l'accesso al mio piccolo angolo di Paradiso.
L'appartamento in cui vivevamo io e Normani distava circa 7 minuti a piedi dalla palestra,per fortuna non era necessario imbottigliarsi nel traffico newyorkese né con i mezzi pubblici né con la mia macchina. In realtà preferivo di gran lunga compiere brevi o lunghi tragitti a piedi , differentemente da Normani che puntualmente prendeva la mia Jeep nera senza chiedermi il consenso.Ormai mi ero arresa a quella presa di potere da parte della bruna ed ero tacitamente d'accordo con il fatto che usasse la mia macchina a patto che la tenesse pulita e non arrecasse alcun tipo di danno. C'era solo una cosa che vietavo categoricamente a Normani ed era prendere la mia moto: vi ero profondamente affezionata. La Benelli BN 125 rossa era stata un regalo da parte della mia famiglia quando avevo compiuto 18 anni; la usavo raramente e difficilmente ci lasciavo salire qualcuno sopra. Qualcuno avrebbe definito Lauren Jauregui territoriale,io mi definivo semplicemente gelosa delle mie cose. Appena entrata vidi l'inconfondibile bandiera di cuba appesa sul piccolo ring al centro della sala e sentii subito il rumore dei colpi inferti al sacco : per me questa era casa .Cercai di non farmi notare per evitare la punizione che avrei dovuto subire per il ritardo fatto,ma ovviamente non fu così ."Buongiorno Lauren,allora hai finalmente deciso di degnarci della tua presenza.Ti ringraziamo tutti" sentii Carlos,il mio allenatore ,tuonare nella mia direzione.Ero ormai abituata al suo modo di fare e iniziavo sempre più a ritenere che gran parte della mia personalità derivasse in realtà dalla sua influenza. Rimasi in silenzio e accennai delle scuse con il capo.
"Qualcuno ha fatto le ore piccole ieri..." avvertii il suo tono stridulo: Lucy Vives era ormai carta conosciuta,la portoricana ci aveva provato con me spudoratamente un paio di anni addietro ed eravamo finite più di una volta nel suo letto, non avevo particolare interesse in lei e spesso mi irritava anche solo sentire la sua voce. Sbuffai alla sua frase e preferii evitare di perdere altro tempo ed entrare negli spogliatoi : appena mi guardai allo specchio capii a cosa alludeva la portoricana e notai due occhiaie pronunciate sotto ai miei occhi verdi. "Merda..." mormorai. Ero effettivamente tornata tardi la sera precedente,circa alle 3,ma non credevo che questi sarebbero stati i risultati. Mi cambiai velocemente indossando i pantaloncini della Leone e una canotta nera aderente che mi fasciava perfettamente il busto lasciando modo di notare l'addome allenato e i bicipiti scolpiti. Oltre a Lucy e a Carlos era presente anche il resto del team,erano una decina di persone in tutto ,ormai abituate a tenermi sotto controllo e a sottopormi frequentemente a visite mediche. Iniziai il riscaldamento in silenzio e dopo circa 10 minuti infilai i bendaggi e i guantoni.
La palestra in cui mi allenavo non era enorme ma aveva tutto il necessario per un corretto allenamento:erano presenti 8 sacchi di diverse dimensioni e numerosi bilancieri e manubri per gli allenamenti volti a migliorare la massa muscolare. Carlos era il propietario,un cubano basso e tarchiato che in gioventù aveva rappresentato uno dei più grandi pugili latino americani degli anni 90. Si era trasferito da Cuba con una piccola valigia e un'infinità di sogni ed era riuscito a crearsi dal nulla un impero.Aveva girato il mondo e si era accaparrato l'appellativo di "Tiburón": era solito raccontare un aneddoto secondo cui da piccolo aveva lottato con uno squalo in mare aperto uscendone vincitore e tenendo come trofeo una lunga cicatrice sulla gamba.Ecco perché la palestra si chiamava Shark's Gym .Ormai aveva 60 anni ma rimaneva uno degli allenatori più agognati nell'ambito pugilistico. Con i primi soldi aveva comprato questa palestra, inizialmente era una di quelle bettole adibite agli incontri di boxe clandestini. Roba che né io né lui condividevamo "Quella merda è il veleno del pugilato" era solito dire ormai da anni. Ecco che quindi l'aveva comprata,mettendosi anche nei casini con i precedenti possessori: due tipi del Bronx con fare non troppo raccomandabile. L'aveva sistemata e ci aveva messo lo stretto necessario per potersi allenare,allargandola di anno in anno. La prima volta che lo avevo incontrato ero piccola,avevo circa 10 anni e mi ricordo che la prima cosa che mi colpì furono i suoi denti ingialliti dai numerosi sigari fumati. Si abbassò sulle ginocchia e mi pizzicò la guancia "Carina, tu hai il fuoco adatto per combattere,prima o poi quel testardo di tuo padre lo capirà". Era un amico di infanzia di mio padre e la sua presenza era diventata ancor più importante a seguito della mia perdita. Era un mentore,un coach,ma soprattutto un grande uomo che aveva sin da subito creduto in me comprendendo i miei silenzi e la mia apparente scontrosità. Riteneva che quella bambina dai capelli neri e gli occhi verdi avesse un mondo dentro che non tutti riuscivano a capire. Fu il primo a farmi comprendere che non sempre le parole sono il mezzo migliore per esprimersi e nel mio caso era così.Ogni pugno sferrato non era solo questo :ogni diretto era una virgola nella mia storia,ogni montante raccontava qualcosa di me e ogni schivata riusciva a spiegarmi meglio di qualsiasi discorso io cercassi di articolare. Ormai lo avevo capito, non ero una persona brava a parole ma preferivo esprimere ogni mia sensazione con l'azione.
"Lauren prima di iniziare con l'allenamento al sacco sarà meglio che tu faccia 2km di corsa e 50 flessioni..." sospirai,temevo la punizione sarebbe stata più dura ma poi continuò "...in 5 minuti,inizi ora". Feci come disse e iniziai a correre sul tapis roulant posto a lato della sala,avevo quasi terminato quando sentii delle risate provenire dalla porta di ingresso. Alzai gli occhi e vidi Normani parlare animatamente con una donna minuta che rideva a ciò che Mani stava dicendo.Non avevo idea di chi fosse ma appena le vidi insieme iniziai ad andare su tutte le furie: la bruna sapeva quanto odiassi il modo in cui portava le sue conquiste nella mia palestra, eppure per fare colpo si ostinava a farlo.Scesi dal tapis roulant e mi passai l'asciugamano attorno alle spalle avvicinandomi con passo svelto alle due donne. "Se è un'altra di quelle che ti devi scopare ti prego almeno di lasciarla fuori dalla mia palestra" sbottai e solo in questo momento vidi nitidamente la chioma bruna e mossa della compagna di Normani,ora girata con un'espressione indecifrabile verso di me. La guardai negli occhi con rabbia e con una punta di provocazione. "Lauren, non dire queste stronzate" mi inveì contro Mani,ma il mio sguardo era rimasto incastrato in un paio di occhi nocciola e delle labbra carnose. Aveva dei jeans aderenti sulle cosce e un semplice top nero che lasciava scoperto l'addome color caramello. Un filo di eyeliner e i capelli lasciati sciolti sulle spalle. Mi guardò insistentemente e poi rise. Lei rise! Mi stava per caso prendendo per il culo? "Chi cazzo sei tu?" le piantai un dito sul petto. "Laur..." iniziò Normani ma la latina prese parola "Sono Camila Cabello,la tua nuova manager" disse con sicurezza e con un ghigno stampato in volto.
NOTA AUTRICE
Ciao ragazzi,ecco un altro capitolo che spero possa piacervi. Ci ho tenuto a descrivere un po' il passato di Lauren ma ci saranno sicuramente altri capitoli in cui si capirà un po' meglio di lei.Come sarà arrivata a New York? Perché? Tranquilli perché ogni dubbio pian piano verrà sciolto. L'immagine del capitolo dovrebbe rappresentare più o meno la palestra in cui Lauren si allena, è un'immagine presa da Million Dollar Baby,un film che vi invito a visionare. Vi ringrazio e al prossimo capitolo

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Fighting For Us
RomanceLauren Jauregui è una affermata pugile statunitense con origini cubane, alla soglia dei suoi 26 anni ha già acquisito numerosi titoli nella categoria pesi medi ed è riuscita a girare il mondo disputando più di 50 match. La passione per la boxe l'ha...