Capitolo 29

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Camila's Pov
La sensazione del nylon delle calze nere attorno alle mie cosce mi fece rabbrividire,avvertendo il modo in cui mi fasciassero perfettamente ogni centimetro del corpo. Il pensiero volò,impetuoso e voluttuoso,alla pressione che esercitavano sulla mia pelle,minima rispetto a quella che solitamente le mani della corvina mi riservavano. Infilai una maglietta larga che non lasciasse trasparire alcun sospetto e dei pantaloni della tuta grigi: esteriormente ero decisamente tutto fuorché sexy,ma ero ben conscia del fatto che la sorpresa che stavo architettando per la pugile l'avrebbe lasciata parecchio soddisfatta.

Sgattaiolai brevemente dalla mia camera,avvertendo il respiro pesante del moro, già coricatosi da almeno un'ora. Io e Shawn non avevamo minimamente discusso di ciò che era avvenuto nel primo pomeriggio,né tuttavia avevo la minima intenzione di avvicinarmi a lui: volevo che quel breve weekend rappresentasse un'evasione dalla quotidianità,da lui,e ormai la mia via di fuga preferita era ben rappresentata da un paio di occhi verdi e mani esperte.Sorrisi quando il pensiero della corvina mi riempì la mente e ricordai lo sguardo sbigottito che mi aveva riservato quella serata in cucina, completamente disorientata dalla mia improvvisa presa di controllo su di lei. La realtà era che la desideravo ardentemente,la volevo in un modo inspiegabile,un modo che mi terrorizzava. Erano passate appena 12 ore da quando mi aveva raggiunta al lago e aveva condiviso con me il silenzio eppure mi sembrava che un legame si fosse stretto,si fosse indissolubilmente inanellato tra noi due.

La desideravo ardentemente ma con nuove consapevolezze,con un impeto non più puramente sessuale: amavo l'odore della sua pelle e il modo in cui rimaneva inspiegabilmente impregnato alla mia dopo aver fatto sesso, adoravo l'espressione corrucciata che riservava a Normani ogni volta che non capiva qualcosa che la bruna le diceva e morivo per il modo in cui riusciva a riservarmi silenti sguardi colmi di significato,anche senza aver necessità di parlare.
Scesi velocemente le scale evitando ,per quanto possibile,di svegliare i dormienti della casa: ero sicura fosse impossibile nel caso di Dinah Jane,quella ragazza non sembrava abbandonare il sonno nemmeno a colpi di cannone. Raggiunsi il piano terra e avvertii, abbastanza lontano ma comunque percepibile,il rumore provocato dalla pelle dei guantoni, nell'atto di colpire il sacco. Sorrisi vittoriosa, già da prima consapevole di trovare la corvina nel suo privato angolo di Paradiso.
*riprodurre I Lost the Game- Two feet*
Avanzai con passo cadenzato,sino ad arrivare all'interno della piccola palestra allestita dal signor Jane: era uno spazio arricchito con un paio di sacchi e attrezzi tra cui tapis roulant e cyclettes. Sorrisi nello scorgere nitidamente il profilo della corvina, ben percebile anche nel buio pesto che aleggiava nell'abitacolo. Aveva indosso dei pantaloncini di cotone neri, parecchio attillati e un top bianco che lasciava scoperto l'addome definito. Morsi il labbro inferiore per evitare di emettere un gemito di approvazione,ancor prima che la latina mi sfiorasse la pelle. I suoi capelli legati in una coda contribuirono a esporre maggiormente il suo collo e ad aprire maggiormente il suo viso: era fottutamente bella.

Avanzai di qualche passo, fino a cingerle i fianchi da dietro e avvertii il suo corpo reagire prontamente al mio tocco. Aveva il busto ricoperto da un leggero strato di sudore e il petto le si alzava e abbassava a causa dello sforzo compiuto. Le accarezzai la linea dell'addome con la punta delle dita,soffermandomi sulla V scolpita che amavo. Percepii la corvina abbassare lo sguardo sulle mie mani e comprese a chi appartenessero, la sentii ridere brevemente "Non riesci a dormire per bene Cabello? Credo che Emily abbia portato con sé qualche tisana,se vuoi puoi chied.." appena la cubana si voltò verso di me le posizionai una mano sulla bocca.
"Sta zitta" la guardai fissa negli occhi,notando il suo sguardo divertito e compiaciuto.Aveva ancora indosso i guantoni e, considerando le goccioline di sudore sulla sua fronte,immaginai che fosse lì da almeno mezz'ora. Avvertii i suoi denti contro la mia mano e mi morsi il labbro quando compresi cosa stava facendo: la corvina iniziò a mordicchiare le mie dita e poi a succhiarle piano, prendendo tra le labbra tutta la lunghezza. Aveva un cipiglio estremamente divertito che aumentò esponenzialmente quando sul mio viso apparvero note di forte eccitazione.
Le sfilai brevemente i guantoni,lasciandola solamente con i bendaggi tra le dita: aveva le nocche arrossate e leggermente gonfie,nonostante la protezione data dai guantoni. Arpionai il corpo della corvina dai fianchi e la baciai con una passione e un trasporto mai avvertiti prima: la lingua esperta della cubana si muoveva con sagacia contro la mia,provacandomi numerosi brividi all'altezza del basso ventre. Strinsi i suoi capelli tra le mie dita,sciogliendole la coda alta e lanciando via l'elastico.La corvina mi strinse i fianchi,abbassando velocemente le mani sino ai glutei e provocandomi un sonoro gemito. La percepii sghignazzare nuovamente e cercai di zittirla approfondendo ulteriormente il bacio. Ogni fibra del mio corpo pregava di essere fatta sua ,di essere resa in brandelli dal suo sguardo.

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