Camila's pov
Le imprecazioni che uscivano dalla bocca della polinesiana contro i poveri vecchietti intenti ad attraversare la strada in totale tranquillità mi costrinse a chiedergli scusa da parte della bionda con uno sguardo costernato. Se c'era una cosa che Dinah Jane non era in grado di tollerare era la lentezza,a maggior ragione se la meta cui era diretta era quello che sarebbe stato per il weekend il suo nido d'amore.La polinesiana guidava la grande Jeep nera come se fosse un pilota di formula uno,causando a me e al canadese seduto nei sedili posteriori un infarto ad ogni curva percorsa,rasentando i 100 km orari. "Dinah giuro che se non rallenti ti vomito sul cruscotto" inveii contro la bionda,posizionandomi una mano sul petto per regolarizzare il respiro.Se c'era un'altra cosa che la bionda non tollerava (sarebbe stato più semplice elencare ciò che sopportava!) quella era la sporcizia nella sua macchina: insomma se vi avessi vomitato mi avrebbe cacciata fuori a calci nel sedere ;cercai di approfittare di questo suo tallone di Achille per evitare di finire spiaccicata contro un muro alla veneranda età di 24 anni.Non era la prima volta che io e Dinah condividevamo del tempo insieme viaggiando dunque ero più che consapevole della morale ferrea con cui la polinesiana era cresciuta: in uno dei primi viaggi trascorsi insieme sino a Chicago mi aveva rammentato più volte le parole del padre "Noi Jane abbiamo litri di benzina al posto del sangue" e così mi ero ammutolita, fin troppo frastornata dai malsani piaceri dell'autista bionda."Karla sta zitta,siamo quasi arrivate" rispose tenendo saldo il volante tra le mani e aguzzando la vista sulla strada,ormai sgombra da qualche km poiché usciti dal centro città. Compresi che la situazione era seria quando sentii il mio primo nome uscire dalla sua bocca: lo usava solo in situazioni di estrema concentrazione o rabbia.
La casa sul lago di Dinah era un gioiello nascosto nel verde,che occupava periodicamente per le sue occasionali scappatelle d'amore.Nessuno, però,aveva mai fatto breccia nel suo cuore come la bella Kordei: l'aveva completamente cambiata,rendendola più matura e consapevole nel giro di poco più di un mese ,lasciando però invariata la sua caparbietà. Dinah sorpassò una fiat 500 premendo con insistenza il piede sull'acceleratore e avvertii un gemito gutturale proveniente dai sedili inferiori: ero sicura che sarebbe bastata qualche altra curva a far vomitare il debole canadese. Il ragazzo, da sempre insofferente alla velocità, era divenuto cadaverico in volto, esanime al cospetto della volontà della suprema Dinah Jane. Mi voltai brevemente e lo vidi annuire,come se volesse assicurarmi ,con poca convinzione, che stesse più che bene,sebbene il suo incarnato la dicesse diversamente.
Riportai lo sguardo sulla strada e percepii la bionda rallentare. La mia vista venne occupata da un'enorme villetta a due piani, totalmente immersa nel verde:dovevo ammettere che le foto non le rendevano minimamente giustizia. I toni erano caldi e accoglienti e nella parte esterna c'era uno spiazzale con delle poltroncine e un piccolo e grazioso tavolino. Un senso di pace mi avvolse totalmente,inebriandomi i sensi.Adoravo osservare la natura, comprendere i piccoli meccanismi che si celavano dietro i minimi cambiamenti di un ciliegio in fiore. La natura mi appariva come una grande culla in cui indistintamente ognuno era stato concepito,e così la veneravo: come una dea. Se avessi dovuto ritenermi credente sarebbe stato solo ed esclusivamente in relazione all'energia presente nella terra,da sempre elemento fortemente affascinante ai miei occhi. Avvertivo la natura vivere con me.
Mi riscossi dai miei pensieri,scendendo con passo svelto dalla Jeep, spinta dalle parole della polinesiana. Bastarono pochi dettagli a farmi pentire di aver lasciato New York,di aver lasciato il mio comodo letto. Il mio sguardo colse un giubbotto di pelle, un addome definito e degli smeraldi colmi di lussuria: quel mix che ormai avevo imparato a riconoscere era divenuto nel giro di pochi mesi letale. Ero già pronta a defilarmi,a fiondarmi nuovamente in macchina simulando un male mortale ma ,come se non bastasse la presenza ingombrante della pugile cubana, i miei occhi seguirono il profilo della sua silhouette,slanciata verso la sua accompagnatrice. Quella fottuta biondina del Sound era accanto a lei e non perdeva occasione per riservarle sguardi civettuoli e per ridere ad ogni affermazione fatta dalla pugile.La corvina arpionò on protezione il fianco della biondina insignificante,cercando volutamente il mio sguardo. Serrai la mascella e ringraziai mentalmente il moro per avermi riportato alla realtà, chiedendomi se potesse portarmi la valigia in casa. "Certo amore" gli sorrisi,sfoderando una punta di malizia che non venne colta da quei dolci occhi marroni, ma venne ben recepita da un paio di smeraldi poco distanti. "Giochiamo allora ,Jauregui" pensai.
STAI LEGGENDO
Fighting For Us
RomansaLauren Jauregui è una affermata pugile statunitense con origini cubane, alla soglia dei suoi 26 anni ha già acquisito numerosi titoli nella categoria pesi medi ed è riuscita a girare il mondo disputando più di 50 match. La passione per la boxe l'ha...