Capitolo 33

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Camila's Pov
Ogni fibra del mio corpo era sul punto di esplodere dinnanzi alla noncuranza della corvina,ma l'orgoglio era più forte:non mi sarei piegata, non avrei fatto trapelare alcuna emozione,ero sicura del fatto che non meritasse neanche la mia rabbia. Le due settimane in sua assenza erano state percepite come un macigno e sentivo una costante lotta tra le mie emozioni: rabbia,delusione, prima fra tutte la sensazione di essere stata una stupida a ritenere che Lauren potesse smuovere la sua emotività,ma ora che la avevo accanto a me,in quel taxi diretto a casa, la sensazione a prevalere sulle altre era l'odiosa e ingiustificata felicità. Ero felice di vederla,felice di sapere che stesse bene, differentemente da quello che avevo creduto a causa del suo silenzio in quei giorni. Ero fottutamente felice di averla accanto e di sentire i suoi sguardi inceneritori lungo la mia schiena o le mie cosce: osservava ogni minimo particolare come se temesse che quelle due settimane mi avessero in qualche modo cambiata inesorabilmente. Mi scrutava come a volermi decifrare,come a cercare la giusta combinazione di parole da trovare per sbloccare l'ordigno che covavo dentro di me.

Eravamo quasi tornate in città,le parole che ci eravamo scambiate erano state strettamente legate all'ambito professionale,non che mi aspettassi altro da lei: le avevo detto che avrebbe dovuto sostenere un'intervista l'indomani per spiegare meglio la divulgazione di quelle foto e soprattutto in quali rapporti si trovasse con la ragazza paparazzata con lei. Cercai di non lasciare trasparire alcuna nota di fastidio nel mio tono mentre facevo riferimento alla sua ultima preda, probabilmente del tutto ignara delle dinamiche relazionali ricorrenti nella vita privata di Lauren Jauregui. Ero stata costretta ad abbandonare il mio amato divano per scortarla all'aereoporto, sia a causa dell'urgenza con cui dovevo parlarle sia per l'assenza di Normani quella mattina. Dinah mi aveva avvertito nei giorni precedenti di come la bruna stesse edificando una invidiabile carriera nel campo della danza: ero davvero felice per lei ,a maggior ragione se la sua presenza rendeva così innocua Dinah Jane,almeno in apparenza...

"Siamo arrivati" il tassista fermò l'auto dinnanzi all'appartamento Jauregui-Kordei con un'espressione curiosa in volto,quasi non riuscisse a credere che la nota pugile abitasse in una umile dimora e non in una villa a due piani. La presa salda della corvina attorno alla mia gamba ,lasciata esposta dalla gonna,mi riportò con i piedi per terra. Avvertii le sue dita stringere la mia carne,nella zona soprastante il ginocchio. Virai di scatto lo sguardo verso di lei,notando il suo solito sorrisetto in volto,il quale non faceva che provocarmi ulteriormente quella nota fitta allo stomaco,avvertita ogni volta che entravamo in stretto contatto. Le dita della corvina salirono con lentezza disarmante nella zona più esposta della mia gamba,fino ad arrivare pericolosamente all'interno coscia. "Non mi saluti Cabello?" mi chiese,alzando il sopracciglio interrogativa. Avrei voluto darle uno schiaffo ma ero sicura che fosse talmente abituata a ricevere colpi dalle donne , dentro e fuori dal ring,che sarebbe stato inutile: lo avrebbe sicuramente schivato con maestria.

Sorrisi fintamente ricercando di fare appello al mio contengo "Ciao Jaguar, mi raccomando per l'intervista di domani" dissi algida,mentre allontanavo la sua mano dalla mia gamba. La corvina rise e scese dalla macchina,dileguandosi dall'abitacolo e permettendomi nuovamente di respirare. Era una dinamica che sembrava amare: quella di lasciare un vuoto. Abbandonare locali,macchine, discussioni,era ciò che meglio sapeva fare. Sapeva scappare, probabilmente era l'unica cosa che sapeva davvero fare, scappare dai sentimenti e da me,ma ci sarebbe riuscita ancora per poco...

24h dopo, Manhattan

Lauren's Pov
"Fate un forte applauso per l'eccezionale ospite di oggi, direttamente dai ring più famosi di tutto il mondo un caloroso benvenuto per LAUREN JAUREGUIII!" la stanza si riempii di applausi,molto meno concitati delle urla da stadio a cui ero abituata. Il ragazzo dell'equipe addetto al trucco e parrucco mi sistemò i bottini del tailleur, dandomi come tocco finale un leggero volume ai capelli. Mi diede l'okay e sospirai,consapevole della mole di domande che mi sarebbero arrivate e in particolare dell'unica che avrei preferito evitare come la peste: chi era la ragazza della foto?

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