Capitolo 2

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10 anni prima

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10 anni prima

«Pss..Sei sveglio?»

Una leggera vocina mi risveglia dal mio sonno,cerco di mettere a fuoco sbattendo gli occhi

La sua piccola figura esile è appoggiata ai piedi del letto

Cerco di mettermi semi seduto, appoggiando la schiena dietro il cuscino

«Scusa non volevo svegliarti.. e che, mi sentivo sola e.. avevo bisogno di un po' di compagnia» spiega in un tono gentile

Le rivolgo un piccolo sorriso
Sono qui da quasi un giorno e questa piccola bambina mi porta molta felicità

Adoro sentire la sua vocina, passare il pomeriggio a chiacchierare mentre piccoli tubicini sono attaccati sul nostro braccio

I nostri genitori non possono stare tutto il giorno qui con noi, hanno degli orari, e quindi passo tutto il tempo con lei.

Tranne quando arriva il momento delle analisi e mi portano in un'altra stanza..
Sono meno timido con lei, parlo di più, sento che posso fidarmi

«Che ore sono?» chiedo ancora assonnato mentre lei è intenta a scrutarmi e a muovere i suoi piccoli piedini

«Tra poco dobbiamo cenare, oggi è giovedì sai cosa significa?» dice saltellando da un piede all'altro

Scuoto la testa in segno di negazione

«Il giovedì ci portano il budino al cioccolato, io lo adoro, è il mio preferito !» si rivolge a me con un sorriso a trentadue denti

Si avvicina sedendosi ai piedi del letto con le gambe penzolanti
Avvicina le sue manine in grembo e poi si gira a guardarmi

«Non mi hai ancora detto quanti anni hai.. Sai, mia mamma dice che sono una bambina curiosa.. dice anche che non devo fare troppe domande altrimenti le persone si infastidiscono» parla mentre abbassa la testa e comincia a giocare con le sue dita

«Ho compiuto undici anni un mese fa»

«Oh.. allora ci leviamo soltanto due anni, io ne ho nove » risponde facendo il numero con le dita

«Posso farti una domanda?» sussura di nuovo con la testa china

Io la guardo ed annuisco

«Come.. come hai saputo di avere il problema al cuore?» domanda rivolgendomi uno sguardo di compassione

«Stavo giocando davanti al giardino di casa con il mio cane, mi sono sentito male, sentivo caldo, sudavo, il mio cuore battere più forte, come se volesse uscire» continuo il discorso

immaginandomi quel giorno «E poi mi hanno portato in ospedale, e da li ho saputo che il mio cuore non è buono al 100% come tutte le persone normali»

«Mi dispiace» dice in un lieve sussurro rivolgendomi uno sguardo dispiaciuto

«Tu invece?Come l'hai scoperto » le chiedo
Lei si mette comoda e comincia ad aggiustarsi i suoi calzini, anche se sono messi bene.. Deve essere nervosa

«C'è l'ho da sempre, da quando sono nata, i dottori se ne sono accorti subito dopo la mia nascita... Da allora questo ospedale è come la mia seconda casa»

Noto che sul suo bellissimo volto cominciano a scendere piccole lacrime

Mi avvicino di più a lei, prendendole la mano e con l'altra scaccio via la sua lacrima

«Non sei sola, ci sono io adesso.. Siamo uguali noi, abbiamo qualcosa in comune e siamo speciali»

Con la mia mano comincio ad accarezzarle il dorso della sua, e lei pian piano si rilassa

«Voglio che tu sia mio amico» chiede guardandomi in faccia

«Appena usciamo dall'ospedale dobbiamo continuare ad essere amici, promettimelo» continua a guardarmi, stavolta con un espressione di speranza in volto

Stacco le nostre mani e le porgo il mignolino mettendo il braccio alzato a mezz'aria fra di noi
«Te lo prometto» dico

Lei avvicina la sua mano con cautela e lega il mio mignolo con il suo
Sul suo volto si dipinge il più bel sorriso che io abbia mai visto
Le sue guance tinte di rosso

Voglio mantenere questa promessa, so che diventeremo grandi amici appena usciremo
Perché per la prima volta

Lei è l'unica che mi capisce
Lei è l'unica a capire che non posso correre più di 20 minuti altrimenti poi sto male
L'unica a capire che non posso provare emozioni forti per non contrastare le alterazioni del mio cuore
Nessuno mi capisce più di lei, io e lei siamo uguali

«Siamo diventati amici ma non mi hai ancora detto il tuo nome» chiede sorridendo

«Mi chiamo Alexander» rispondo dolcemente

«Mi piace il tuo nome! io invece mi chiamo Dafne.. Questo nome l'ha scelto il mio papà» cinguetta lei guardandomi con un pizzico di malinconia in volto

Resto un attimo a guardarla prima di aprire bocca
«È un bel nome anche il tuo» ammicco un sorriso

«Ma posso chiamarti fiamma?»

Lei mi guarda stranita
«Perché vuoi chiamarmi fiamma?» domanda incuriosita

Punto il dito sui suoi splendidi capelli

«Perché hai i capelli arancioni come una fiamma» rispondo con un dolce sorriso

«Ma la fiamma non è arancione, è rossa»

Comincio a negare muovendo la testa

«No invece ti sbagli, ha due colori, il rosso e il giallo» li elenco con le dita «Se la osservi bene, questi colori insieme danno vita al colore arancione, come i tuoi capelli»

Lei mi guarda sbalordita prima di alzare gli angoli della bocca per dedicarmi un sorriso

«Hai ragione.. Mi piace Fiamma!»

Lei al momento è come fuoco per me,calore e luce. Emana energia
Una forte energia che ti entra fin dentro le ossa e ti fa sentire meglio, come se stessi tra le nuvole e tutti i miei problemi fossero rimasti giù sulla terra

E forse è proprio per questo che allo stronzo di mio padre piace il colore arancione, perché anche a lui quel colore ricorda il fuoco, non per luce o calore, ma per passione...
Lui non deve mai vederla
Deve stare lontano da lei
Non deve avvicinarsi perché potrebbe spegnerla,il fuoco che lei emana...Lui potrebbe trasformarla in cenere per sempre
Non deve sapere assolutamente della sua esistenza










🔥♟️
Se non si fosse capito, la storia inizialmente sarà ambienta tra passato e presente, per farvi capire come tutto è nato.
Sicuramente con l'ultimo paragrafo vi ho lasciato in suspense, ma tranquilli, tempo al tempo e saprete tutto.

Se vorreste supportarmi lasciatemi pure una stellina⭐️ne sarei felice

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