Capitolo 25

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Un silenzio tombale echeggia dentro l'auto

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Un silenzio tombale echeggia dentro l'auto

Un silenzio che farebbe accapponare la pelle a chiunque.
È tutto così surreale per me...Pensare che un bambino così piccolo, abbia assistito a cose così grandi.
Pensare che per un bambino, la figura paterna sia vista come un eroe, una figura potente in grado di far scacciare via i brutti mostri... Per poi scoprire che il vero mostro era lui.

Scoprire che per anni accanto a te hai avuto un mostro, che poi mostro non si potrebbe definire...
Dato che i mostri sono stati creati per incutere timore e non per scaricare voglie proibite e inimmaginabili su piccoli corpi ancora puri.

Non posso immaginare come Alex si sia sentito quel giorno, non riesco neppure lontanamente ad arrivarci.
Adesso tutto ha un senso, adesso si spiega il motivo del perché quel giorno mi abbia trattata cosi.

Aveva solo e semplice Paura
Paura che suo padre potesse vedermi e riservare a me le stesse macabre azione che riservava a quelle povere anime.
Voleva soltanto proteggermi... A modo suo ma voleva farlo a tutti i costi.

Sposto leggermente lo sguardo verso la sua figura al mio fianco
Tiene saldamente il volante picchiettando le dita freneticamente su di esso

Non so che dire, non so che parole usare per rassicurarlo...Ho paura di sbagliare o di esprimermi male
È già in ansia di suo e non ho intenzione di peggiorare la situazione.
Me ne starò qui in silenzio, a logorarmi nei miei pensieri in attesa di arrivare a destinazione.
Ancora inconsapevole di cosa si tratti

«Significa che rimasi solo»

Quelle parole riecheggiano incessanti nella mia testa, i circuiti del mio cervello cercano di mettersi in moto per riuscire a capire il significato di quella frase a me ancora incomprensibile

Ho notato a casa sua, che sua madre non era presente, mi sono stranita molto dato che, sua madre è sempre stata molto presente nella sua vita.
Si è sempre interessata della salute del figlio prima della sua, tutto questo l'ho potuto appurare durante quei giorni in ospedale.

Raggiante ed elegante come sempre la signora Baker era sempre presente ad ogni visita.
Il taglio degli occhi identico a quello del figlio, d'altronde anche come i suoi capelli.
Peró Alex a differenza della madre li teneva sempre scompigliati e ribelli, invece lei si appurava con attenzione di non avere un capello fuori posto.

Entrava dentro la stanza con un sorriso a trentadue denti e un umore pari a quello che reca il sole in una giornata di primavera.
Impregnava la stanza talmente tanto di profumo ai frutti tropicali che mi ritrovavo a tossire 34 volte prima che lei andasse via.

Ma è una donna amorevole e disponibile, lo adoravo quando lei veniva a trovarci, passavo ore e ore ad ascoltarla...
Mi raccontava molte storie di ció che faceva da giovane, dei guai che combinava senza farsi scoprire, era ribelle, quasi più del figlio.

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