cap 28

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Theo's pov

X: "Cazzo Theo svegliati.."

Sento mentre sono ancora in una specie di stato di dormiveglia. Ma che ore sono? Mi sembra di aver dormito solo 5 minuti.
Le notti insonni sono ormai all'ordine del giorno, prima di andare a dormire mi torna sempre tutto in mente, e cercare di reprimere il pensiero è impossibile. Sembra che nemmeno la droga mi sia sufficiente ormai.

X: "Ho detto ALZATI cazzo"
La voce viene susseguita da un oggetto che suppongo sia un cuscino data la morbidezza che mi colpisce proprio dritta in faccia.
Nonostante fosse un materiale morbido sento un dolore lancinante.

Ma perché tutta questa cattiveria?
Il mio corpo di svegliarsi non ha proprio voglia, forse inizio a sentire il peso dei miei anni e onestamente oggi di alzarmi non avevo voglia.
Mi limito a girarmi dal letto senza sollevarmi o comunque aprire gli occhi. Ho sonno e ora di svegliarmi non ne ho nessuna intenzione.

La stanchezza sta per riprendere il sopravvento e sento che sto per tornare a dormire, quando sento qualcosa sfiorarmi la faccia.
Un cazzo di secchio d'acqua gelida.

Il contatto improvviso con acqua congelata mi risveglia immediatamente.
Sobbalzo spaventato. Ma chi cazzo osa?
Spalanco gli occhi furioso come non mai, pronto a mettere le mani addosso a chiunque si ritrovi davanti a me.
Ma di fronte a me ritrovo i miei due fratelli acquisiti.
Francesco ed Enrico, che stanno lì impalati a fissarmi come statue. Li uccido

A parlare prima che metta le mani addosso a qualcuno ci pensa Fiks.

Fiks: "Bro l'hai voluto tu" osa rivolgersi a me prima di accennando quello che sembra essere un sorriso.

T: "COME SCUSA?" gli rispondo alzando forse un po' troppo la voce.

F: "Plantino ti ha chiamato per tipo 5 minuti e nemmeno la cuscinata è servita ad alzarti, mi è sembrato il metodo più adatto.."

Era troppo, mi scattai pronto a mettergli le mani addosso che lui con la stessa velocità si spostò posizionandosi dietro Plant e a bloccarmi tendoni per le braccia ci pensò Francesco.

P: "Theo, siamo preoccupati per te.." mi disse con tono serio e abbastanza preoccupato.

Osservavo le sue braccia che mi tenevano lontano da Fiks e non mi permettevano di avvicinarmi, ma cosa credeva che fossi? Un bambino?
Mi divincolai abbastanza velocemente dalla sua presa e gli risposi acido.

T: "Non dovete preoccuparvi per me, so badare a me stesso!"
Che cazzata, sapevo benissimo di aver bisogno di aiuto ma non avevo il coraggio e nemmeno la voglia di farmi aiutare.

F: "SAI BADARE A TE STESSO?"
Ad accusarmi ci pensò il mio amico dai capelli rosa che aveva smesso di nascondersi e si era posto davanti a me quasi in senso di sfida.

T: "Cosa vorresti insinuare?" l'atmosfera nell'aria era cupa e piena di rammarico, il mio tono era freddo e pieno di rancore nei suoi confronti. Fiks e Plant non mi avevano fatto niente in particolare ma io ero furioso con la vita e con tutto quello che fino ad oggi mi aveva riservato.

Francesco ed Enrico con me erano sempre stati gentili e premurosi dall'inizio e persino dalle 3 settimane che ero ricaduto in questo circolo vizioso loro non mi avevano lasciato stare, chiamiamola fortuna..

Prese la parola Plant cercando di freddare la situazione.

P: "MATTEO, quello che Fiks sta cercando di dire è che, non sei più lo stesso.."

Quelle parole mi gelarono il sangue. I miei stessi amici non mi riconoscevano più.. Ma chi ero diventato?
Plant non mi chiamava col mio nome da quando ci eravamo conosciuti, ci chiamavamo così solo per prenderci in giro oppure in situazioni di estrema serietà.. Come a quanto pare oggi.

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