cap 39

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Il suono del campanello era insistente e non aveva nessuna intenzione di smettere.
Chiunque fosse l'avrei preso a sberle se non avesse smesso nei prossimi 10 secondi.

A: "Arrivoo cristo" urlai mentre scendevo le scale di casa mia.
Ero lenta in quanto avevo lasciato le stampelle in camera di mio padre buttate da qualche parte. Facevo fatica a camminare ma me la cavavo poco a poco.

Driiin driin

Non smetteva il suono. Ora uccido qualcuno se non la smette.

A: "Ho detto che arrivo!" urlai ancora più forte per farmi sentire dalla persona che era dall'altra parte della porta.
Il suono dopo 7 minuti buoni terminò e diede luogo ad un silenzio ancora più fastidioso.
Arrivai davanti alla porta indecisa se aprire o meno. Con discretezza osservai dall'occhiolino chi fosse la persona così insistente che da prima aveva deciso di rompere il cazzo.

Filippo.

Non ero sorpresa, sapevo sotto sotto che sarebbe stato lui il primo che mi avrebbe rotto. Ma questa volta era diverso, con lui ero furiosa come non mai.
Dopo le cose che mi aveva raccontato Fiks, non l'avrei perdonato così facilmente. Tra la notizia di mio padre, le cose sapute da Enrico e la foto che trovai nell'armadio di mio papà oggi era stata una giornata stremante. Non avevo nessuna intenzione di ascoltare quello che avrebbe avuto da dire.

Non risposi, mi limitai a osservarlo dall'occhiolino. Stava lì in piedi fermo immobile ad aspettare che io aprissi.
Ma come faceva a sapere dove abitavo..
Ah si... Lisa.. speravo che mantenesse il silenzio come le avevo chiesto, ma a quanto pare è così facile mentirmi..

F: "Alice, apri perfavore.. So che sei dentro casa" pronunciò dopo un lungo silenzio.
Non ero intenzionata ad aprigli, né tantomeno parlare. Mi limitavo solo a fissarlo senza pronunciare parola.

F: "Possiamo almeno parlarne?" mi imploro avvicinandosi alla porta in modo che potessi sentirlo meglio

A: "No, non ho più niente da dire.. Noi due abbiamo finito di parlare.." decisi di dirgli

F: "Ali.. Posso spiegarti.." esclamò praticamente pregandomi

A: "No! Sta volta non puoi spiegarti.. Quel che è fatto è fatto..  Cosa vuoi spiegarmi? Come mi hai mentito fingendoti il mio fidanzato? E come non mi hai detto che Matteo era venuto a trovarmi?!.." questa volta urlai furiosa

F: "Ti assicuro che io non ne sapevo niente.."

Ero così arrabbiata con lui che decisi di aprirgli la porta. Volevo guardarlo negli occhi mentre continuava a mentirmi e vedere se avesse ancora il coraggio di farlo.

A: "Non ti credo! Ora vattene!" pronunciai ancora più forte, come se volessi assicurarmi che mi avesse sentito per bene

F: "Ti prego dimmi se c'è qualcosa che posso fare per rimediare.." mi implorò di nuovo. La sua voce tremava e sembrava fosse veramente molto nervoso.

A: "No Filippo ormai è troppo tardi.. Non puoi risolvere questo casino.. Hai già fatto abbastanza.. Ora per favore lasciami stare.." gli dissi con voce tremolante, come se volessi pregarlo.

F: "Ali.." provò ad avvicinarsi per provare a instaurare un contatto, ma ero troppo decisa a non cedere. La rabbia mi era scesa ma la delusione era ancora ben presente. Se si fosse avvicinato era la fine.

F: "Ti prego torna a casa con me.."

A: "Filippo ti sbagli.. Io sono già a casa.. Ho sbagliato dall'inizio a venire a casa tua, io e te non siamo niente e non lo siamo mai stati. È stato tutto un errore dall'inizio.."

Le mie parole lo spiazzano, forse non si aspettava che fossi così cattiva effettivamente. Le cose le pensavo si, ma non credevo che avrei mai avuto il coraggio di dirglielo. Non volevo ferirlo dopotutto.. Non sono mai stata una persona cattiva, e lui forse non si meritava questa mia reazione.

F: "Potrai mai perdonarmi?" disse con gli occhi lucidi.
Nei suoi occhi vedo immensa tristezza, qualcosa mi dice che sta per mettersi a piangere. La tristezza invade persino il mio cuore, vorrei chiedergli scusa per come l'ho trattato ma il mio orgoglio è più forte.

A: "Non lo so.. Ma fino ad allora in bocca al lupo per l'Eurovision.." dissi per poi chiudergli la porta in faccia.

Non avevo nemmeno il coraggio di osservalo. Dopo quella mia frase corsi a buttarmi di nuovo nel letto dei miei genitori intenzionata a morirci dentro. Le lacrime scorrono senza sosta e la tristezza regna sovrana.
Tutta la mia vita non era intenzionata a migliorare e tutto andava sempre peggio.
Non c'era una cosa che andasse bene. Quando pensavo che le cose potessero andare per il meglio, tutti andava a puttane, sembrava quasi che Dio si divertisse a vedermi soffrire.

Se la reincarnazione esiste, la persona prima di me doveva essere stata proprio bastarda..

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Capitolo corto :)

Andiamo avantiii!!

Chi sarà presente ai loro concerti?
Se si doveee? Vediamo se riusciamo ad andare nella stessa città!!!

Ci vediamo al prossimo capitoloo💚💙💖

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