cap 34

398 54 78
                                    

Alice's pov
S: "Alice, entra pure.."

Bastò solo una frase per farmi raggelare il sangue. Non sentivo la sua voce da prima di partire e di tornare a sentirla non avevo tutta sta voglia.

Con lentezza infinita aprì la porta che ormai era l'ultima cosa che ci divideva.
Era come se sotto sotto sapessi che stavo facendo qualcosa di sbagliato. Cominciando dall'essere scappata da Lisa, che era stata così carina ad avermi accompagnata al parco.
Chissà se si è già accorta della mia assenza... Poi cosa potrei inventarmi..? Qualche bugia me la sarei inventata, ero abituata a mentire con tutti..
Forse però prima dovrei ascoltare cosa vuole Stefano.

A: "Permesso.." Dissi con un filo di voce mentre oltrepassavo l'entrata del suo ufficio.

S: "Ti aspettavo.." Disse girandosi nella mia direzione e una faccia sorpresa diede spazio nel suo volto  "Ma cosa hai fatto?" mi chiese indicando le stampelle che mi aiutavano a stare in piedi.

Piccolo particolare che avevo dimenticato..

A: "Oh.. Ehm, non è niente di che.. Ho preso una storta.. Una lunga storia ecco.." mentì, ma sicuramente non potevo dirgli la verità.

S: "Accomodati, ti prego.."
mi disse quasi premuroso aiutandomi a sedermi sulla poltrona presente nel suo studio per poi allontanarsi di nuovo e darmi per la seconda volta le spalle. Che modi..

S: "Sai, Alice.. è da quando sei partita che sentivo la tua mancanza.."

Tirai un rumoroso sospiro, se era quello il motivo per cui mi aveva fatto venire fino a lì lo avrei ucciso. Che bisogno c'era di farmi arrivare fino a qua? E soprattutto mentire su mio padre?

S: "..Ho pensato molto a te in queste settimane e data la tua assenza prolungata mi chiedevo se avessi sbagliato qualcosa.."

Che faccia tosta! Vuole pure passare per la vittima in tutta questa storia. Tra poco mi alzo e me ne vado giuro! Ma poi cosa c'entra in questo momento? Non doveva parlarmi di mio padre?

S: "Infatti ti volevo chiedere se c'è qualcosa che in questo momento posso fare per te.." mi chiede allungandosi verso di me.

A quel gesto improvviso reagisco sorpresa, ma che vuole fare? Tutto questo finto interesse nei miei confronti? Che ci sia un doppio fine? Da parte sua ormai potevo aspettarmi di tutto. Non era un uomo di cui io personalmente potevo fidarmi.
A: "Stefano scusa.. Perché mi hai fatta venire fino a qua? Non dovevi mica parlarmi di mio padre?"

S: "S-si, ecco.."
Lo vedevo per la prima volta in vita mia incerto e se lo osservavo meglio giurerei di vederlo quasi in ansia. Ma che gli prende oggi? Che la faccia finita almeno posso tornare da Lisa, che ormai darà di matto per la mia assenza.

S: "Alice, dove sei stata in questa ultime settimane?"

E ora? Pure gli interrogatori? Mi sta veramente stufando, mica perché era il mio datore di lavoro sono obbligata a dirgli tutto quello che succede nella mia maledetta vita.
La domanda mi spiazza e decisi per la seconda volta in soli 2 minuti di mentirgli, tanto come potrebbe venire a sapere la verità?

A: "A c-casa, perché questa domanda stupida Stefano?"

Il suo volto da un espressione compassionevole muta e da spazio ad uno sguardo quasi arrabbiato nei miei confronti.

S: "Perché mi menti Alice?" dice questa frase quasi con disprezzo.
Era il colmo, come osava trattarmi in questo modo? Non era lui mio padre e cosa cazzo gli importava se ero o non ero a casa.
Okay forse ho sbagliato a non dare le mie dimissioni al lavoro, ma a lui cosa importava se non stavo a casa in questi giorni?

La sad 2.0Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora