Juntos

Intro

Estate 2012

"Figurati se non mi dimenticavo il libro..."

Ritornò verso la sua camera e infilò il tomo da 500 pagine nella borsa da spiaggia, inforcò gli occhiali da sole e raggiunse i suoi cugini.

"Sei sempre in ritardo!" la prese in giro suo cugino Marco, passandole il casco dello scooter.
Non raccolse la provocazione, sapeva che non era la verità, era la più puntuale tra tutti i suoi sei cugini. Si limitò a fulminarlo con i suoi occhi di ghiaccio, il regalo più bello che le aveva fatto suo padre Paolo, come era solito ricordarle.

In spiaggia le giornate scorrevano veloci tra bagni, risate e scherzi. Da che aveva memoria le sue estati erano sempre state così! "I mitici sei" sempre insieme da giugno a fine agosto, quelle tre settimane a Formentera erano le sue preferite perché prima che suo padre si ritirasse dal calcio giocato erano le uniche che trascorrevano insieme. Ora che lui aveva smesso di giocare era lei che passava l'estate in giro con i suoi cugini, ma quelle tre settimane insieme con la sua famiglia davvero numerosa rimanevano le sue preferite.

Quel giorno decise di rimanere in spiaggia e mangiare un panino al chiringuito così poteva approfittarne per studiare tre ore in santa pace. Doveva prepararsi per sostenere l'esame di Diritto del Governo e del Territorio in spagnolo. L'aveva già sostenuto, ma per essere in pari con la facoltà di architettura a Madrid doveva studiare anche le leggi spagnole.
La lingua non era un problema, parlava spagnolo da sempre grazie a sua madre Adriana, modella venezuelana. Era la voglia che le mancava.

Aveva passato il secondo anno di università china sui libri per essere in pari con gli esami, aveva perso serate in discoteca, weekend con gli amici e anche il suo ragazzo Andrea, che "sentendosi solo e trascurato" come diceva lui, l'aveva tradita e una volta scoperto si era limitato a puntarle il dito contro.
Era un coglione, lo sapeva, ma ci era rimasta davvero male, gli piaceva davvero, anche se a quanto pare era l'unica a trovarlo irresistibile. La sua famiglia e i suoi cugini lo ritenevano un pallone gonfiato, ma alla fine si sbagliavano anche loro, era semplicemente un coglione.

Sbocconcellando il suo club sandwich cercava di concentrarsi sullo studio, ma la sua testa non sembrava collaborare. Andò al bancone per ordinare un espresso, venne ridestata dai suoi pensieri da un gruppo di ragazzi che scherzavano tra di loro. Li riconobbe praticamente subito, erano calciatori del Real Madrid, era cresciuta a pane e calcio, anzi a pane e Milan, ma conosceva praticamente tutti i calciatori delle squadre europee.
Si allontanò in fretta, cercava di evitare sempre i calciatori nonostante suo padre lo fosse stato per più di vent'anni. Non le piacevano le arie che si davano, convinti che ogni ragazza sulla terra dovesse cadergli ai piedi solo perché erano famosi.

Riaprì il libro, determinata a leggere almeno altri due capitoli, prima che i suoi cugini tornassero in spiaggia. Ma la fortuna non era dalla sua parte, il gruppetto si sedette al tavolo accanto al suo. Aveva riconosciuto Casillas, Pepe, Morata, Marcelo, Casemiro e Sergio Ramos. Si soffermò un secondo in più a guardarlo e ammise a se stessa che era molto più carino dal vivo. Ma la sua "fama" era nota anche a chi non seguiva il calcio: Sergio Ramos non usciva mai due volte con la stessa ragazza.

Riprese a leggere la stessa riga per la terza volta, quando si accorse che stavano parlando di lei.

"Secondo me è spagnola" disse Pepe.

"Ma va, è troppo carina per essere spagnola, sarà sicuramente italiana" lo corresse Morata.

"Beh se è italiana allora è mia, io adoro le italiane" rispose ridendo Ramos.

La voglia di lanciargli il libro in piena fronte era molto forte, ma continuò a fare finta di nulla.

"Sara" suo cugino Francesco, il più grande dei sei, aveva 25 anni, la raggiunse al tavolo.