2. Falò

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Quella mattina si svegliò di soprassalto perché suo fratello Daniel stava urlando e saltando sul suo letto, aveva dormito poco e male perché non appena chiudeva gli occhi le tornava in mente il mezzo bacio della sera prima.

"Dani, ti prego smettila di urlare. Dammi solo 5 minuti e ti porto al mare!"

Passarono più di tre ore a costruire un castello di sabbia di tutto rispetto e vedere la soddisfazione sul volto di Daniel le fece dimenticare la notte insonne che aveva trascorso.

Raggiunse i suoi cugini al bar, Ludo e Martina stavano ancora dormendo, "Come è andata la serata?" chiese e tutti e tre cominciarono a raccontarle di quanto fosse figo passare le serate con dei calciatori, avevano pagato da bere, avevano riso e scherzato come se si conoscessero da sempre, erano davvero stupiti di quanto fossero alla mano.

"Ma poi vogliamo parlare delle ragazze? Non ho mai visto così tante belle ragazze tutte insieme, le attirano come le api con il miele." disse Francesco.

"Veramente incredibile, ma comunque da oggi il mio nuovo idolo è Ramos, ieri sera è tornato a casa con due ragazze, una più bella dell'altra. Lui sì che ci sa fare davvero!!!"

Le parole di Tommaso la colpirono come una doccia fredda, le aveva dato quel bacio dolcissimo e poi si era portato due ragazze a casa? Sara si rese conto di essere stata una sciocca anche solo a pensare che quel mezzo bacio potesse avere per entrambi lo stesso significato.

L'aveva detto dal primo momento, Sergio Ramos era tanto bello quanto pericoloso e l'infatuazione che stava provando doveva finire in quel preciso istante.

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Nei giorni successivi "i magnifici sei" continuarono la loro vacanza spensierata, ogni sera si vedevano con i calciatori ma Sara aveva imparato a ignorare Ramos senza fargli capire che lo stava evitando come la peste.

Lui cercava di sedersi sempre accanto a lei, le sorrideva, le faceva delle battutine che non lasciavano spazio a interpretazioni sbagliate, flirtava con lei, ma ogni sera tornava a casa con una ragazza diversa. Per cui Sara aveva capito che il film che si era fatta era solo nella sua testa, lui faceva il "piacione" ma la considerava una ragazzina, con lei non valeva nemmeno la pena provarci. Forse era meglio così, forse nonostante fosse un rubacuori aveva più sale in zucca di lei.

Chiuse il libro, anche oggi aveva combinato poco e niente, quando sarebbe tornata a casa avrebbe passato due settimane con la testa nei libri prima di partire nuovamente con Ludo e Martina.

"Studi sempre così tanto?" la voce di Sergio la colse di sorpresa, era in piedi dietro di lei e le diede un bacio sulla testa per poi sedersi di fronte.

"In realtà è tutta scena, in queste tre settimane non ho combinato nulla, sono ancora molto indietro" sospirò cercando di nascondere la preoccupazione.

"Quando sarai a Madrid mi chiamerai?" le chiese, lasciandola di sasso.

"Non ti chiamerei nemmeno per sbaglio, ma non c'è pericolo visto che non ho il tuo numero!" lo canzonò, fingendo una disinvoltura che non aveva. Lui prese il suo telefono che era appoggiato sul tavolo salvò il suo numero e si fece uno squillo per poter salvare quello di Sara sul telefono che tirò fuori dai pantaloncini.

"Sara è un nome abbastanza comune, sono la numero 35 nella tua rubrica?" gli disse ridendo. Sergio prese la sedia e si mise accanto a lei mostrandole il telefono.

"Ormai dovresti conoscermi almeno un po' per sapere che non salvo i numeri delle ragazze, quindi di Sara ci sei solo tu!" le fece uno dei suoi sorrisi disarmanti e aggiunse "Ti chiamerò io per portarti fuori a cena!".

Voleva rispondergli a tono, ma l'arrivo degli altri la bloccò. Era l'ultima sera per i cugini di Milano e come da tradizione non ci sarebbero stati ristoranti e locali alla moda. Solo una cena con tutte le tre famiglie riunite e poi il falò sulla spiaggia dei "magnifici sei".

"Dai venite anche voi tanto c'è da mangiare per un esercito!" disse Francesco e tutti gli diedero corda, accettarono di buon grado, soprattutto Marcelo perché avrebbe avuto l'opportunità di parlare con il suo idolo: Paolo Maldini.


In casa Maldini era un via vai di consegne, carne per il barbecue, vino, birra. Le mie zie, insieme a mia mamma stavano preparando il patio per accogliere tutti gli ospiti mentre io e le mie cugine eravamo sdraiate sul mio letto a parlare.

"Fra due settimane saremo in Grecia e finalmente senza i nostri fratelli potremmo combinare qualcosa, ma soprattutto tu, Sara, potrai levarti dalla testa il bel sivigliano!" rise Ludovica, abbracciandomi.

"Io non mi devo levare dalla testa proprio nessuno, quante volte vi devo ripetere che non mi interessa?" si alzò dal letto per prendere il vestitino da mettere per la cena.

"Magari devi ripeterlo ancora un po' fino a quando non ti convincerai anche tu!"

Le guardò attraverso lo specchio mentre si pettinava i capelli e fece una smorfia per zittirle, si abbracciarono forte ridendo. Con loro vicine sapeva che avrebbe potuto affrontare ogni cosa e questo la spaventava molto perché il trasferimento a Madrid era vicino, sarebbe stata sola per tre anni. Si sarebbero viste durante le feste e le vacanze ma non sarebbe stato lo stesso, non avrebbe più potuto prendere la macchina o la moto e raggiungere casa di Ludo in 10 minuti per piangere sulla sua spalla o passare a prendere Martina per farsi un aperitivo dopo una settimana di università. Per la prima volta in vent'anni sarebbe stata sola e anche se quell'esperienza era fondamentale per il suo futuro, adesso che mancavano meno di due mesi iniziavano a tremarle le ginocchia.


Scesero di corsa dopo aver sentito zia Monica chiamarle, Sara si bloccò a metà scala non appena vide Sergio che rideva con suo padre, era bellissimo ma così sbagliato, aveva già il massimo da lui, una semplice amicizia, era l'unica cosa che poteva avere, perché se avesse avuto qualcosa in più l'avrebbe sicuramente distrutta emotivamente.

Anche lui la vide e per un'istante pensò che non esistesse una ragazza più bella di lei, in quelle settimane l'aveva conosciuta meglio, aveva visto che anche lei aveva una corazza per non farsi scalfire dagli altri, ma la toglieva quando era con le persone che amava. A loro dava tutta se stessa senza riserve e Sergio pensava che non ci fosse niente di più bello in una persona. Era tutta bella, fuori e dentro, le piaceva e proprio per questo aveva abbandonato l'idea di andarci a letto, non poteva comportarsi come faceva da sempre anche con lei, era troppo preziosa per farle una cosa simile. Ma in quelle due settimane aveva immaginato il suo volto e il suo corpo quando aveva davanti una delle ragazze che si era portato a casa. Pensava a lei quando era con loro e quello sarebbe stato il massimo che avrebbe avuto.

Una volta terminata la cena i ragazzi presero la legna per accendere il falò, una bella scorta di birra e si avviarono verso la spiaggia vennero anche Sergio e Pepe, il primo per passare ancora del tempo con Sara e il secondo per concludere quello che aveva iniziato con Ludovica.

Passarono ore a ridere raccontando gli aneddoti più buffi e le figuracce fatte dalla maggior parte di loro. Il fuoco si stava quasi spegnendo e un po' alla volta si alzarono per tornare verso casa. Sara come ogni estate rimase seduta vicino al falò guardando il mare, si prendeva sempre un momento con se stessa alla fine di ogni vacanza. Ma quest'anno non era sola, Sergio era rimasto accanto a lei.

"Ramos guarda che non ci sarà nessun bacio, o altro, quindi puoi anche andare a casa!" gli disse senza distogliere gli occhi dall'acqua.

"Se ti avessi voluto baciare l'avrei già fatto, scema!" la spinse leggermente con il gomito per farle perdere l'equilibrio ma poi la trattenne per abbracciarla.

"Guarda che davvero ti chiamerò per portarti fuori a cena quando sarai a Madrid."

"Basta che non ci provi con me!" gli rispose.

"Promesso, se vorrai baciarmi dovrai farlo tu." sentì che stava per rispondergli a tono e aumentò la stretta dell'abbraccio "Sarai da sola per la prima volta e io so cosa si prova, hai già un amico a Madrid, tutto qui!"

Sara chiuse gli occhi per ricacciare indietro le lacrime e appoggiò la testa alla sua spalla, godendosi quell'abbraccio.

"Grazie!" fu l'unica parola che riuscì a dire.

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