4. Cene del lunedì

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Lunedì sera arrivò in un soffio, la sera prima Sara era rimasta a casa di Thomas a guardare Real Madrid - Deportivo che si concluse con una netta vittoria dei Blancos. Non aveva guardato la partita in realtà, aveva guardato solo lui pensando che nemmeno 24 ore dopo gli sarebbe stata seduta di fronte. Loro due da soli e quelle dannate farfalle tornarono a farsi sentire nel suo stomaco.

Aveva il pc acceso, era in videochiamata con Ludovica, l'unica insieme a Martina a sapere di quella cena. "Non so nemmeno dove andremo, mi ha detto di essere pronta per le 20.30, manca mezz'ora e non so che cazzo mettermi!" urlò tuffandosi letteralmente nell'armadio alla ricerca di qualcosa di carino ma non troppo esagerato.

"Per essere una cena tra amici mi sembri un po' troppo agitata" la stuzzicò Ludovica, che si godeva lo spettacolo comodamente sdraiata sul suo letto a più di 1500 chilometri di distanza.

"Non sei di nessun aiuto, sappilo!" le rispose Sara tenendo in mano una gonna lunga e un top abbinato. "Direi che questo può andare, con delle sneakers e il giubbotto di pelle. Mah invece di ridere mi puoi dire cosa ne pensi?"

Ludovica tratteneva a stento le lacrime dalle risate nel vedere sua cugina nel panico più totale. Le fece segno con il pollice all'insù per farle capire che era d'accordo con il look che aveva scelto, ma non riusciva ancora a smettere di ridere.

Per il nervoso Sara chiuse il laptop e cominciò a truccarsi, niente di serio, solo un po' di mascara e un blush per risaltare gli zigomi, sentiva l'ansia montarle dentro e per un attimo le balenò in testa l'idea di paccarlo e rimanere a casa, ma il telefono vibrò e il messaggio che le era arrivato non lasciava spazio a dubbi.

- Sono qui sotto, Princesa! -

Si fermò nell'androne del suo palazzo per quasi 5 minuti per trovare il coraggio di uscire.

"Dai Sara, è solo una cena tra amici" era questo il nuovo mantra da ripetersi in continuazione.

Uscì dal portone e lo vide appoggiato alla sua macchina, in jeans con una camicia con le maniche arrotolate e leggermente sbottonata sul davanti e nonostante la semplicità era bello come un dio. Deglutì per la milionesima volta, sperando che fosse la volta buona per scacciare l'ansia, ma fu del tutto inutile.

Le aprì lo sportello del passeggero con troppa teatralità, era palese che la stesse prendendo in giro, questo teatrino la fece sorridere e servì a metterla a suo agio.

Gli disse che ieri sera aveva visto la partita, lui sembrò sorpreso e le chiese cosa ne pensava della prestazione della sua squadra. Sara sciorinò due o tre frasi particolarmente tecniche e Sergio la interruppe "Quindi segui davvero il calcio?" quella domanda la irritò particolarmente "Seguo davvero il calcio nonostante sia una ragazza o nonostante sia la figlia e anche la nipote di due calciatori?".

"Scema non volevo dire quello, pensavo che avessi visto la partita perché giocavo io!" Sara rise di gusto e poi lo punse sul vivo "Giochi insieme a Cristiano Ronaldo e pensi che davvero qualcuno guardi la partita per vedere te?". Colpito e affondato.

"Questa affermazione mi ha ferito nell'orgoglio, devo ammetterlo!" rise parcheggiando di fronte a un locale di cucina Thai. Scese dalla macchina e Sara con lui "Ma in Italia non si apre lo sportello alle donne per farle scendere?" la guardò stralunato.

"Dovrei chiedere a mia nonna." rispose lei ridendo.

L'ansia era totalmente sparita, durante la cena avevano parlato tantissimo, Sergio le aveva chiesto della sua famiglia e poi le aveva raccontato della sua. Avevano parlato per ore e ormai il ristorante stava chiudendo, le prese la mano per uscire e questo gesto la fece arrossire.

Una volta sotto casa fu lei ad avvicinarsi per dargli un bacio sulla guancia. "Domenica prossima giochiamo contro il Barcellona, per cui questa settimana sarò davvero presissimo con gli allenamenti. Usciamo a cena lunedì prossimo?"

Quella domanda la spiazzò, davvero voleva uscire di nuovo con lei? Ci impiegò qualche secondo di troppo a rispondere e Sergio cercò di aggiustare il tiro "Se hai altri impegni..."

"Ci vediamo lunedì sera!" gli sorrise, era felice che volesse rivederla.

Appena chiuse la porta di casa cominciò a saltellare dalla felicità, era stata una serata bellissima anche se era una semplice uscita tra amici.

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Il derby di Spagna si concluse con un pareggio e le solite spintonate in campo. La cena del lunedì fu ancora più bella di quella della settimana precedente, risero per la maggior parte del tempo. Sergio le raccontò buona parte dei casini che combinava quando era un bambino e dei dispetti che faceva alle sue due sorelle. E così fece Sara parlando delle sue vacanze insieme ai suoi cugini.

"Ti mancano?" le chiese a bruciapelo.

"Sì soprattutto la sera quando sono da sola, ma almeno adesso non piango più!" disse con un sorriso un po' malinconico.

"Senti, settimana prossima non c'è il campionato, per cui pensavo di andare via per il weekend. Vorresti venire con me?" Sara si strozzò con l'acqua che stava bevendo. "E' così brutta l'idea di passare due giorni con me che preferisci annegarti?" rise per nascondere la tensione che provava, ci aveva pensato molto se chiederle di passare un weekend assieme, ma dopo quella serata sarebbe stato uno stupido a non farlo.

"Un weekend da amici intendi?"

Lui alzò la mano destra e con la sinistra si fece la croce sul cuore "Giuro, weekend da amici. Non dormiremo nella stessa stanza". Sara accettò e lui nonostante avesse mentito tornò a rilassarsi.

Quella sarebbe stata l'occasione per dirle quello che provava, che non poteva essere solo suo amico perché provava di tutto fuorché un sentimento di amicizia nei suoi confronti.

Una volta tornata a casa scrisse un messaggio a Ludovica.

- Dimmi che sei sveglia Ludo!!! -

- Si sto guardando un film con Martina, che succede? -

- Videochiamata ORAAAAAAAAAAA!!! -


"Oh mio dio, oh mio dio, non ci posso credere passerai due giorni con Sergio Ramos! Dimmi che te lo farai, perché non puoi sprecare un'occasione del genere!" Ludovica era più agitata di lei dopo aver saputo della novità.

"Ho fino a sabato per pensarci, farò una lista dei pro e dei contro e poi valuterò."

"Ma ti senti quando parli??? Ti ha scritto per due mesi, ti ha inseguita fino a sotto casa, siete usciti due volte e ora ti chiede di passare un weekend con lui e tu hai bisogno di fare una lista??? Qui di contro non ce ne sono, ma c'è solo un pro grande come una casa che si chiama Sergio Ramos, pezzo di figo da paura!!!" le urlò Martina, stranamente più accalorata della cugina maggiore.

Parlarono per un'altra ora e poi le salutò con la promessa che sarebbe stata meno razionale e più istintiva. Era consapevole che le piacesse molto, ma sapeva che era proprio per quello che se si fosse lasciata andare poi ne avrebbe sofferto.

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