12. Marcare il territorio

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Quando era partita per Madrid a Settembre, sapeva che sarebbe ritornata a casa per le vacanze di Natale, ma poi c'era stato il litigio con i suoi genitori e suo padre dopo quella telefonata non l'aveva ancora richiamata. Sentiva sua madre che si era notevolmente ammorbidita nel mese successivo, Sara le aveva raccontato della sua vita con Sergio, di come si prendeva cura di lei, delle serate con gli amici di lui che ora erano diventati anche i suoi, aveva conosciuto le fidanzate e le mogli dei suoi compagni di squadra e si trovava davvero bene con loro, aveva portato nel giro anche Gemma, era solare, intelligente ed era stata la prima persona che aveva conosciuto a Madrid, la parte di normalità in tutta quella nuova vita.

Sua madre le fece la fatidica domanda: "Torni per le vacanze di Natale?"

"No mamma. Non puoi nemmeno immaginare quanta voglia abbia di vedere Daniel, i miei cugini e te, ma non posso passare sopra al silenzio di papà. E' passato un mese e ancora nulla, non mi scrive, non mi chiama. Non posso fare finta che non sia successo nulla. Se non mi vuole parlare, allora potrà stare senza vedermi. I "magnifici sei" si riuniranno per Capodanno, verranno a trovarmi a Madrid per 3 giorni, spero che riuscirai a venire anche tu, magari più avanti."

Si salutarono e non appena chiuse il telefono, una lacrima le scese lungo il viso, la tolse velocemente con la mano, ma Sergio la vide.

"Le hai detto che non tornerai per Natale?" Sara si limitò ad annuire, sapeva che stava per piangere.

" Ti fa sentire meglio sapere che mia madre sta leggendo interi libri di ricette italiane per cucinare insieme a te?" gli occhi le si riempirono di lacrime, si morse il labbro inferiore per trattenere i singhiozzi ma non ci riuscì ed emise un suono strozzato.

"No Amore mio, non volevo farti piangere. Cazzo mi dispiace, credevo di farti stare meglio!" corse ad abbracciarla.

"Sono felicissima di conoscere la tua famiglia, vorrei solo che la mia volesse la stessa cosa!" disse asciugandosi gli occhi con una manica della felpa.

"Non mi stancherò mai di ripetertelo, tutto si sistemerà, insieme siamo più forti di qualsiasi cosa!"

Sapeva che era la verità: uniti erano invincibili. E prima o poi anche suo padre avrebbe accettato la sua relazione.

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Il 23 dicembre di prima mattina Sergio stava caricando le valigie in macchina, aveva abbandonato l'idea di usare la macchina sportiva quando aveva visto Sara riempire la seconda valigia.

Sara inserì l'allarme e chiuse la porta con due beauty case in mano, Sergio la guardò sconsolato.

"Amore quest'estate staremo via tre settimane, penso che il solito yatch non basterà forse dovrei prenotare una nave da crociera!"

"Ah ah ah molto spiritoso, chi ti dice che passeremo le vacanze estive insieme?" lui si girò di scatto come se fosse stato punto da un insetto.

"Se pensi che passerò le mie uniche tre settimane di ferie dell'anno senza di te non mi conosci per niente!"

Sara gli sorrise, sapeva che la sua vita stando con lui sarebbe cambiata drasticamente. Le tre settimane che aveva sempre passato a Formentera erano le stesse tre settimane che Sergio aveva libere e quest'anno sarebbero stati insieme. Non potevano sprecare 20 giorni senza sveglie, allenamenti e lezioni universitarie stando lontani.

Dopo quasi cinque ore di viaggio arrivarono a casa dei genitori di Sergio, era la casa che il loro unico figlio maschio aveva comprato per loro una volta diventato un calciatore famoso. Era un ranch in quanto suo padre lavorava con i cavalli da sempre, solo che negli ultimi 6 anni i cavalli di cui doveva occuparsi erano i suoi.

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