8. Te Amo

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Il mese successivo passò in un lampo, l'università occupava le giornate di Sara e gli allenamenti quelle di Sergio. Si vedevano ogni volta che potevano, ormai solo a casa di Ramos, la stampa aveva iniziato a pubblicare qualcosa sulla sua nuova vita lontano dalle feste e dai locali più alla moda di Madrid, si vociferava che avesse una relazione stabile.

Sara non si sentiva ancora pronta a darsi in pasto ai giornalisti anche perché non aveva ancora parlato con i suoi genitori. Solo Ludovica e Martina sapevano della sua relazione, a Madrid ne aveva parlato solo con Gemma, sapeva di contare sulla sua discrezione e poi aveva bisogno di un'amica con cui andare allo stadio. Ormai ogni domenica quando il Real Madrid giocava in casa lei era lì, sempre senza la maglia di Sergio addosso ma con il loro scambio di sguardi a inizio partita.

La squadra giocava l'indomani sera in casa e Sara stava preparando lo zaino con i libri per le lezioni di lunedì, sarebbe andata da Sergio per il weekend, come sempre!

Chiamò i suoi genitori inventandosi un weekend di studio e di serate nei locali come farebbe qualunque ragazza di vent'anni che frequenta l'università. Quella serie di bugie iniziavano a pesarle, sapeva che non c'era niente di male nell'avere un ragazzo, ma senza sapere il perché era sicura che dire ai suoi che stava con Sergio le avrebbe causato non pochi problemi.

Prese il casco e scese per le scale, appena girò l'ultima rampa vide una gruppetto di persone fuori dal suo portone. Erano di sicuro dei giornalisti, si mise il casco e uscì sperando che ancora non sapessero il suo nome. Accese la moto e schizzò via.

Aprì la porta con le chiavi che Sergio le aveva dato due settimane prima.

"Piccola sei tu?"

"Stavi aspettando qualche modella per caso? Mi spiace, ti dovrai accontentare di me!" Gli disse mentre appoggiava le sue cose in soggiorno.

Vide le buste della spesa ancora intatte sul bancone della cucina "Pensi che si svuotino da sole?"

"Sei proprio simpatica oggi, mi avevi chiesto di prenderti delle cose specifiche, controlla che ci sia tutto."

Le si illuminò il volto quando realizzò che aveva preso gli ingredienti che le aveva chiesto per fargli una cena italiana.

"E poi se magari mi dai un bacio visto che sei arrivata da quasi due minuti!"
Gli saltò al collo riempiendolo di baci, ma solo dopo aver controllato che ci fossero tutte le cose di cui aveva bisogno.

"Allora posso andarmi ad allenare in palestra? Tu hai tutto sotto controllo?" Sara annuì con un sorriso a trentadue denti "Spero che il vino sia buono, voglio berne un bicchiere questa sera".

Guardò l'orologio del forno e si mise subito all'opera, aveva quattro ore per preparare una cenetta con i fiocchi.
Cucinare la rilassava, aveva passato giornate intere con sua nonna a preparare la pasta fresca, a sfornare torte e girare risotti. Quando doveva calmare i nervi si metteva a cucinare, da quando era arrivata a Madrid cucinava di rado e solo per non morire di fame la sera quando tornava a casa dopo aver saltato il pranzo. 

Il ragù era su da quattro ore, le tagliatelle fresche erano pronte, l'arrosto di vitello stava cuocendo, le patate erano nel forno e il tiramisù in frigo. Stappò la bottiglia di Barolo e la versò nel decanter, dall'odore quel vino non era buono, di più! Finì di pulire la cucina mentre Sergio saliva dalla palestra dopo essersi fatto la doccia. Anche con i pantaloni della tuta e una maglietta bianca era bello da morire.

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