9. Incomprensioni

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Una volta rientrati a casa fecero l'amore per ore e Sara decise che quel lunedì avrebbe saltato le lezioni per passare tutta la giornata con Sergio che aveva il giorno di riposo.

"Ser... Ser spegni la sveglia ti prego!" mormorò mettendo la testa sotto il cuscino. "Non ho puntato nessuna sveglia, è il tuo telefono che non smette di suonare." grugnì lui girandosi dall'altra parte.

Sara balzò a sedere sul letto tenendo il cellulare in mano. Aveva più di 180 messaggi su whatsapp e una trentina di chiamate senza risposta, quasi tutte dei suoi genitori.

"Amore, c'è un problema!" Sergio aprì gli occhi e la vide con il cellulare in mano in preda all'ansia. "Piccola va tutto bene, sono amici e parenti che ti vogliono salutare. Rispondi a chi vuoi e gli altri lasciali stare!"

"I miei non sapevano che stessimo insieme!" Sganciò la bomba che si teneva per sé da due mesi. Ramos alzò un sopracciglio "E nemmeno i tuoi cugini immagino".

"Solo le ragazze" rispose lei sentendosi immediatamente in colpa.

"E come mai, se posso chiedere?"

"Ludovica e Martina non mi giudicano mai, supportano le mie scelte, invece i ragazzi ti soffocano sempre con un milione di domande, trovano problemi che non esistono e così anche i miei genitori. Volevo godermi questo periodo insieme a te senza pressioni!" Le prese il viso tra le mani e la baciò dolcemente e poi si alzò.

"Dove vai?" Gli chiese.

"Devi chiamare i tuoi e i tuoi cugini, e una video chiamata sarebbe meglio! Sei nel mio letto e se ci fossi anch'io saresti più in difficoltà! Sono di sotto a vedere quanto siamo belli nelle foto sui giornali!" la salutò con la mano e chiuse la porta.

Si vestì in fretta, prese il laptop e chiamò prima Francesco, i suoi genitori li avrebbe tenuti alla fine.

"Scopi con Ramos quindi, cazzo Sara è più grande di me!" Alzò gli occhi al cielo, era solo la prima conversazione della giornata.

"Stiamo insieme Fra e mi sembra che dopo ieri sera sia una cosa seria non trovi?"

Discussero per circa mezz'ora, sapeva che quello che gli dava più fastidio era che non le avesse detto nulla in quei due mesi. La considerava come una sorella e lei l'aveva visto sempre come il fratello maggiore che non aveva avuto.

Con Marco e Tommaso andò decisamente meglio, adoravano Sergio, grazie a lui e agli altri calciatori del Real avevano passato due settimane spettacolari a Formentera.

La situazione precipitò di nuovo quando fece la videochiamata con i suoi.

C'era solo sua madre dall'altra parte dello schermo, suo padre era troppo arrabbiato e non voleva parlarle.

"Sara non riesco a capire perché tenerti un segreto del genere. Anzi credo di immaginarlo, sapevi che non l'avremmo presa bene, ha sei anni in più di te, è un uomo fatto e finito, tu sei ancora una ragazzina. E da oggi sei su tutti i giornali, a Madrid i calciatori sono sempre al centro del gossip e da oggi lo sarai anche tu!"

L'opinione dei suoi genitori era sempre stata importante, lei era la maggiore, era sempre stata una ragazza con la testa sulle spalle, aveva avuto, proprio per questo una certa libertà.

"Abbiamo sempre cercato di tutelare te e tuo fratello in questi anni, tuo padre ha tenuto sempre separate le sue due vite e ora ti ritrovi sbattuta in prima pagina dopo una dichiarazione plateale da parte di uno dei giocatori più discussi di sempre!"

Sapeva che quelle erano parole di suo padre, sua madre non sapeva nulla di calcio, non sapeva nemmeno lontanamente chi fosse Sergio Ramos. La feriva il fatto che avesse delegato a sua madre le sue parole, ma forse se lo meritava, non era stata sincera e questa era la sua punizione.

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