1. L'apparenza inganna

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Ludovica e Martina erano elettrizzate di essere nel prive allo stesso tavolo con dei calciatori, Sara le mise al corrente della conversazione che aveva sentito nel pomeriggio.

"Ah per quanto mi riguarda, se Ramos ci prova io ci sto!" sentenziò Ludovica finendo il suo secondo gin tonic.

"E noi non avevamo dubbi a riguardo, cara mia!" rise Martina.

Sono bastati dieci minuti perché conoscessero delle ragazze, i cugini erano al settimo cielo, venivano scambiati anche loro per dei calciatori.

Sara non si stava divertendo, ma si rese conto che stava dando troppa importanza ad un discorso fatto da una persona che per lei era praticamente un estraneo.
Scese in pista con le sue cugine e iniziarono a ballare e nel giro di qualche minuto erano circondate da ragazzi. Forse doveva dare un'opportunità a questa serata.

Adocchiò il ragazzo che le piaceva di più e iniziò a ballarci insieme, gli mise le braccia dietro al collo e lui le afferrò i fianchi, i loro corpi erano appiccicati, si girò e cominciò a strusciare il suo sedere su di lui.
Ma quando si voltò pronta per baciarlo, si trovò tra le braccia di Sergio Ramos, lo allontanò con una spinta e tornò a sedersi al tavolo, lasciandolo stranito sulla pista da ballo.

Riuscì ad evitarlo per tutta la serata e una volta a casa alle 5 del mattino si sentì molto soddisfatta di avergli piazzato un due di picche grande come una casa.

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Alle nove era già in spiaggia, non dormiva mai fino a tardi quando era al mare, non le piaceva sprecare le giornate a letto quando era in vacanza. Sapeva che i suoi cugini si sarebbero fatti vedere solo nel pomeriggio, per cui decise di approfittarne per studiare.

"Quindi sei la figlia di Paolo Maldini." Quella voce ormai l'avrebbe riconosciuta ovunque.

Alzò lo sguardo dal libro e le sembrò che per un secondo Ramos fosse incantato dai suoi occhi, spostò la sedia e si sedette al suo tavolo senza chiederle se questo le potesse dare fastidio.

"Prego, fai pure come se fossi a casa tua!" Di sicuro non si aspettava che parlasse uno spagnolo così fluente. "Mia madre è venezuelana, sono bilingue" lo anticipò.

"È per quello che mi hai respinto ieri sera?" Le chiese prendendo il suo libro tra mani. "Visto che sei la figlia del miglior terzino del mondo pensi di potertela tirare?"

Lo fulminò con lo sguardo, ma era troppo pieno di boria per lasciarsi intimidire come capitava ai più. Si sporse verso di lui senza togliere gli occhi dai suoi, due pozze marroni profonde e impenetrabili.

"Qui l'unico che se la tira sei tu, che pensi di poterti scopare chiunque solo perché fai il calciatore. I tuoi giochetti con me non attaccano, mi sei totalmente indifferente." Prese tutte le sue cose e si allontanò senza voltarsi, era certa che le stesse guardando il culo e sorrise leggermente sapendo che era uno spettacolo niente male.

Sergio continuò a guardarla mentre si allontanava, era davvero bella e soprattutto aveva un caratterino niente male. Non gli era piaciuta la sua reazione di ieri sera, non capitava mai che una ragazza lo respingesse e quindi quella mattina appena l'aveva vista da sola seduta al bar aveva fatto lo stronzo, intenzionalmente.

Aveva già capito che non era "una figlia di papà" e sapeva anche che insinuandolo l'avrebbe fatta arrabbiare, cosa che era successa poco dopo. Era una piccola rivincita, ma non riusciva a non pensare a quegli occhi che fino a poco instanti prima lo stavano sfidando, come nessuno aveva mai fatto.

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