36. Lockdown

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Marzo 2020

Sara guardava le notizie in televisione senza riuscire a dire una parola.

"Amore hai sentito? Siamo in lockdown. Niente allenamenti per le prossime due settimane!"

"E io sono incinta!" gli disse mostrandogli il test di gravidanza.

Rimasero a guardarsi per un tempo che gli sembrò infinito. "Sei incinta? E come è successo?" Sara lo fulminò con lo sguardo.

"Si scusa! Domanda del cazzo! Sono felice Amore mio! È solo che..."

"...aspettare un figlio durante una pandemia globale non è proprio il massimo della vita???" concluse lei. "Dio Sergio, voglio morire! Che cosa facciamo adesso?" iniziò a farsi prendere dall'ansia.

"Prima di tutto chiamiamo la dottoressa e vediamo cosa ci dice, seconda cosa rimaniamo chiusi qui fino a quando dovremo! Mandiamo Marisol, Paloma e Bea a casa, non possiamo rischiare che qualcuno di noi e soprattutto tu prenda il virus!" le disse cercando di mantenere la calma.

Dopo essersi sposati la loro vita non era cambiata, a parte le due settimane in luna di miele in cui avevano fatto l'amore su ogni superficie della loro suite in un atollo delle Maldive, uscendo solo per mangiare e nemmeno così spesso visto che si facevano portare colazione, pranzo e cena in camera praticamente ogni giorno. Una volta tornati, tutto era esattamente come prima. Aveva ragione Sergio, di fatto erano sposati da sempre! Decisero di mettere in cantiere il quarto figlio proprio in viaggio di nozze, ma questa volta ci erano voluto più di sei mesi, tanto che Sara iniziava a pensare che ci fosse qualcosa che non andava in lei.

"Ti giuro che non stavo aspettando altro, ogni volta che avevo un ritardo ero convinta che fosse la volta buona e ora..." non lo voleva dire, perché quel bambino l'avevano desiderato fin dal primo momento ma aveva davvero paura.

"Amore avremo il nostro quarto figlio e ti prometto che andrà tutto benissimo!" le disse abbracciandola forte.

La dottoressa le disse che sarebbe venuta da loro il giorno dopo, con un ecografo portatile, essendo un medico poteva muoversi per la città.

"Sì, congratulazioni Ragazzi, aspettate il vostro quarto figlio. Per le prossime visite vedremo quali saranno le indicazioni del governo e ci muoveremo di conseguenza!"

Sara e Sergio si alternavano durante la giornata con i bambini, anche se non andava al campo doveva comunque allenarsi ogni giorno per almeno quattro ore e lei nonostante lo studio fosse chiuso doveva comunque portare a termine i progetti già in corso e fare i meeting su Zoom con Gemma e Thomas e con i clienti.
Quindi la mattina lei stava con i bambini preparava il pranzo per tutti e poi il pomeriggio toccava a Sergio che preparava la cena.
Ogni sera quando toccavano il letto si addormentavano distrutti.

"Dobbiamo dare un aumento alle ragazze e a Marisol quando tornano!" disse Sergio buttandosi sul letto stremato.
"Sono d'accordo, in questi anni ci hanno salvato la vita!" disse lei prima di addormentarsi sul suo petto.

Il lockdown venne prolungato di altre due settimane e poi di altre due ancora. Sergio riprese gli allenamenti al campo dopo un mese facendo ogni giorno un tampone rapido e Sara rimase a casa con i bambini.

"Allora ragazzi, qui la situazione butta male! Abbiamo finito tutti i progetti ma i lavori sono fermi, gli operai non possono ancora lavorare." Comunicò ai suoi amici durante la loro riunione giornaliera.

"I soldi stanno uscendo ma non sta entrando nulla, non possiamo andare avanti così per molto!" Disse Gemma piuttosto preoccupata.

"Se la situazione non si sblocca nel giro di poco, dovremmo pensare di mettere in cassa integrazione tutti i dipendenti!" Concluse Thomas amareggiato.

"No, non voglio. I nostri ragazzi si sono fatti il culo in questi anni e non è giusto che in un momento di difficoltà ci rimettano! Li pagheremo con i soldi dei miei guadagni dell'ultimo anno." Sapeva che era la cosa giusta da fare, Sergio guadagnava 20 milioni all'anno senza contare gli sponsor, non avevano problemi di denaro e non poteva permettere che ci rimettessero delle persone che prendevano uno stipendio normale. "Gli parlerò stasera, ma sono sicura che sarà d'accordo con me!" si salutarono dandosi appuntamento per il giorno dopo.

"Piccola sono a casa? Hai già ordinato la cena?" le chiese una volta rientrato dagli allenamenti, ma non vide nessuno e in casa regnava il silenzio. Cominciò a cercarli quando sentì delle risate provenire dal giardino.

"Mamma guarda come controllo la palla!" sentì urlare a Leon. Li vide giocare a calcio mentre Paolo e Alejandro cercavano di rubargli il pallone. Il loro primogenito stava per compiere sei anni ed era la fotocopia di Sara, non solo per i capelli neri e gli occhi di ghiaccio, ma soprattutto per il carattere: era solare, protettivo e dolcissimo. Paolo e Ale avevano poco più di due anni ed erano due pesti, esattamente come lui e solo Sara riusciva a gestirli, proprio come aveva fatto con un ragazzo ventiseienne totalmente fuori controllo tanti anni fa.
Prese i gemelli in braccio e poi corse da Leon per cercare di rubargli il pallone, ma Sara lo avviso per tempo "uomo, uomo" gli urlò e fece un cambio di direzione praticamente perfetto.
Non sarebbe diventato un difensore, ma un attaccante!

La cena era da sempre il loro momento preferito. I gemelli sul seggiolone che si scambiavano il cibo anche se avevano le stesse cose nel piatto, Leon che raccontava a raffica tutto quello che aveva fatto durante la giornata.
"Posso guardare un cartone? Ho mangiato tutto!" chiese dopo aver mostrato il piatto pulito. "Certo Cucciolo, ma siediti sul divano!" gli disse suo padre.

"Amore ti devo parlare di una cosa. Se prolungheranno ancora il lockdown inizieranno a scarseggiare i soldi per pagare i dipendenti, ma non voglio metterli in cassa integrazione e quindi ho pensato di pagarli con i miei guadagni dell'anno scorso!"

"Piccola se me lo dici per informarmi va bene, ma sai che non devi chiedermi il permesso! I soldi non ci mancano e quello che è mio è tuo, anche se non fossi mia moglie!" le rispose dandole un bacio veloce prima di iniziare a sparecchiare.

A Maggio la situazione si sbloccò per fortuna, gli operai potevano riprendere i lavori, potevano far visionare di nuovo le case e lo studio potè riaprire con l'obbligo di seguire tutte le nuove norme igieniche previste.
Bea e Paloma tornarono al lavoro dicendole che sarebbero rimaste fisse a casa loro, Marisol le comunicò la stessa cosa.

"Ma non mi sembra comunque il caso che torni al lavoro!"

"Sergio non posso stare nove mesi chiusa in casa!" cercò di spiegargli.

"Perché no? Puoi fare le call, fare i progetti, controllare i conti! Da casa puoi fare tutto!" le disse preoccupato.

"Vediamo cosa dice la dottoressa ok? Farò come mi dice. Promesso!" questa volta non voleva fare di testa sua, non era una gara per avere ragione. Si trattava della salute di suo figlio.
Sergio gongolò e nemmeno poco quando la ginecologa le disse che era meglio lavorare da casa visto che poteva permetterselo.

"Ragazzi, vi devo dire una cosa! Io continuerò a lavorare da casa perché sono incintaaaaaa! Sono ancora al secondo mese per cui acqua in bocca, ma la dottoressa mi ha detto che è meglio evitare di stare a contatto con troppe persone!" comunicò ai suoi amici, che iniziarono a fare dei balletti stupidi per congratularsi.

"Io scommetto 100€ che è maschio!" disse Gemma "No no, io ne scommetto mille che è femmina!" Rispose Thomas con una sicurezza invidiabile.

"Io sono testimone, uno di voi due dovrà pagare!!!" Sara rise di gusto.

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