La portò in braccio fino alla camera in cui dormivano provvisoriamente in attesa che i lavori fossero terminati."Sergio non serve, posso camminare!" ma lui non le rispose nemmeno, le tolse le scarpe, l'aiutò a spogliarsi e quando vide anche il livido al lato del pancione, iniziò a vedere rosso.
"Amore va tutto bene, stiamo bene. I lividi fanno sembrare tutto più grave di quello che è." cercò di calmarlo, perché sapeva che a breve sarebbe potuto esplodere.
"Ti hanno picchiata e fatta cadere a terra, vuoi farmi credere che non sia grave?"
"Non mi hanno picchiata, sono stata colpita per sbaglio e sono caduta." cercò di precisare.
"Stai a vedere che adesso è colpa tua. Dimmi chi è stato."
"Ma non so chi sia, te lo giuro. Stavo cercando un libro e questo qui con due suoi amici ha iniziato a dire che eri una merda, un coglione e gli ho risposto, lui mi è venuto sotto e i suoi amici l'hanno fermato, ma per liberarsi mi ha colpito per sbaglio in faccia e mi ha fatta cadere. Tutto qui!"
Stava cercando di minimizzare e questo lo stava facendo incazzare ancora di più, sapeva che non aveva colpe, ma far passare un aggressore come un angioletto anche no.
"E poi hanno pensato di lasciarti lì da sola. Proprio dei galantuomini." disse sarcasticamente "Potevano farti male, potevano fare del male al nostro bambino!"
Sara iniziò a piangere, si sentiva colpevole, da quando aveva risposto alla provocazione di quel ragazzo sapeva che poteva mettersi nei guai ma non è riuscita a stare zitta e una volta caduta a terra ha pensato che se fosse successo qualcosa a Leon non se lo sarebbe mai perdonato.
"Amore non piangere, hai ragione tu, va tutto bene e questa è l'unica cosa che importa."
"Ho avuto paura!" disse tra un singhiozzo e l'altro. "Se fosse successo qualcosa non mi sarei mai perdonata di non aver tenuto chiusa la mia cazzo di bocca!"
Si mise sul letto accanto a lei e la strinse forte "Lo so che ti sembrerà assurdo quello che sto per dire ma non devi raccogliere le provocazioni soprattutto se riguardano me!" la sentì ridere tra le lacrime.
Il giorno dopo andarono dalla dottoressa per sicurezza e anche lei confermò che il bambino stava benissimo. Rimase a casa fino al termine della sessione e andò in università solo per sostenere gli esami.
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I tre mesi successivi passarono veloci, Sara aveva trovato una collaboratrice domestica a dir poco fantastica: Marisol, una donna di cinquant'anni, professionale ma soprattutto dolce e disponibile. Aveva scelto anche la tata: Paloma. Una quarantenne con più di quindici anni di esperienza, l'aveva colpita per la sua solarità oltre che per il suo curriculum di tutto rispetto.
Quel 12 aprile decise che nonostante mancassero solo tre giorni alla scadenza del termine sarebbe andata allo stadio a vedere la partita del Real. Era l'ultima gara prima dello stop per la Nazionale e sapeva che dopo la nascita di Leon non ci sarebbe potuta andare almeno fino alla nuova stagione.
Si accomodò al suo solito posto insieme a Gemma e Thomas, le squadre scesero in campo per il riscaldamento e le telecamere la inquadrarono e quando lo stadio la vide seduta con le mani sul pancione esplose in un boato. Sergio le sorrise, era così felice che fosse lì per lui nonostante fosse stanca e la pancia fosse ormai troppo ingombrante per farla dormire bene.
La sera prima avevano fatto l'amore, durante la gravidanza era ancora più eccitante, metterla a pecora sul letto e sentirla gemere mentre la penetrava lo mandava in estasi.Vinsero anche quella partita e poi Sergio partì in ritiro con la Nazionale, ovviamente se fosse entrata in travaglio sarebbe tornato a casa immediatamente.
Passò la data del termine e i genitori di Sara la raggiunsero a Madrid per starle accanto vista l'assenza del suo compagno.
Nella notte tra il 19 e il 20 Aprile si svegliò dal dolore, aveva le contrazioni. Chiamò i suoi genitori che dormivano nell'altra stanza e la portarono in ospedale. La sua dottoressa arrivò quando era quasi completamente dilatata, suo padre aveva chiamato Sergio che si trovava in Belgio, ancora prima che uscissero di casa, non appena chiuse la telefonata abbandonò il ritiro.
"Non voglio che nasca prima che arrivi!" disse a suo padre. Ma la dottoressa le fece sapere che il momento era arrivato. Sua madre decise che sarebbe andata con lei in sala parto.
Alle ore 9.45 del 20 Aprile 2014 nacque Leon Ramos Maldini, un bimbo perfettamente sano di 3,2 chili. Tornata in camera lo teneva in braccio senza riuscire a staccargli gli occhi di dosso, era il bambino più bello che avesse mai visto. Dormiva beato tenendole il dito con la sua manina minuscola e lei gli sorrideva ancora incredula del miracolo che era riuscita a creare. Fu quella la prima immagine che vide Sergio della sua compagna e di suo figlio, gli vennero subito gli occhi lucidi.
I genitori di Sara furono i primi a vederlo, lo salutarono e li lasciarono soli. "Leon questo è il tuo papà!" lo prese tra le braccia e iniziò a piangere. Era semplicemente perfetto.
"Sei stata bravissima Amore mio, è bellissimo. Tu sei bellissima. Vi amo così tanto!" le disse chinandosi su di lei per baciarla.
Rimase in ospedale per due giorni, ricevette le visite della famiglia di Sergio, di Gemma e Thomas ma anche dei suoi suoi zii e dei suoi adorati cugini. Quando arrivò il giorno delle dimissioni Sergio prese il borsone e la spinse sulla carrozzina fino all'uscita dove si accalcavano i giornalisti che volevano la prima foto del figlio del vice capitano del Real Madrid.
Una volta tornati a casa Sergio dovette tornare in ritiro e l'idea non gli piaceva per niente "E' la prima volta nella mia vita che non ho voglia di giocare a calcio" le disse mentre stava preparando le sue cose. "Amore mio, sono solo 5 giorni e poi sarai di nuovo qui con noi." cercò di rassicurarlo Sara.
"Fammelo coccolare per altri cinque minuti." le disse prendendolo in braccio. "Ciao Amore di papà, adesso devo andare, ma torno presto, tu non fare impazzire la mamma mi raccomando!" gli baciò la fronte e lo mise nella culla.
"Ora mi mancherà anche lui e non solo tu. Ti ho già detto che sei bellissima?" le disse dandole un bacio. "Solo perché non hai visto la mia pancia!" rispose. "Smettila, sei stupenda! Ti amo Princesa, torno presto, ok?" la baciò di nuovo, questa volta più a lungo.
Durante quei giorni la casa era un via vai di parenti e amici, Sara si sentiva bene e avere intorno la sua famiglia allargata le faceva sentire di meno la mancanza del suo amore. Il giorno prima che tornasse Sergio i suoi genitori tornarono a Milano, Daniel era da solo da quasi due settimane, anche i suoi zii dovevano rientrare così come la famiglia di Sergio. Rimasero i suoi cugini che le avrebbero fatto compagnia fino al rientro di Ramos.
Erano tutti e sei nel letto king size a guardare la televisione. Francesco teneva in braccio il piccolo Leon. "Ci avresti mai creduto che tu e Sergio Ramos avreste avuto un figlio?" le chiese ridendo. "Guarda io non credevo che ci saremmo nemmeno baciati, e invece..." scoppiarono tutti a ridere. Era bello averli vicino, si erano visti troppo poco in questi due anni e anche se la sua vita era piena di impegni, così come le loro, aveva sentito la loro mancanza.
"Sono felice che siate qui! Vi voglio davvero bene!"

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RomanceLA STORIA CONTIENE UN LINGUAGGIO SCURRILE E SCENE DI SESSO ESPLICITE! Tutto inizia nell'estate del 2012, Sara Maldini si gode le vacanze con la sua famiglia e i suoi cugini, compirà vent'anni tra poco e a settembre inizierà la sua vita universitar...