34. Sì

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Sergio era nella più conosciuta gioielleria di Madrid a scegliere un anello che potesse anche solo minimamente essere all'altezza di quella che sperava diventasse la sua futura moglie. Dopo quasi un'ora ne scelse uno con un diamante da due carati e mezzo. Mentre era in macchina chiamò Manuel, l'assistente di Sara, dopo aver parlato con Gemma gli aveva detto che in fatto di organizzazione non esisteva nessuno migliore di lui, e così era stato. In nemmeno una settimana aveva trovato il ristorante, un pianista con tanto di pianoforte a coda, confermato il menù che lo chef del ristorante gli aveva inviato, chiedendo qualche piccola modifica in base ai gusti di Sara che conosceva quasi meglio di lui e tutto questo senza farsi scoprire.

"Manuel è tutto a posto per stasera?" gli chiese fingendo una sicurezza che stava venendo meno.

"Tutto confermato, hanno eliminato i tavoli vuoti, sarete nella sala con il camino, insieme al pianista e vi aspettano per le 21. Sara mi ha comunicato che uscirà dall'ufficio alle ore 18."

"Sei un grande Manuel. Ti devo un favore enorme!"

Una volta a casa fece vedere l'anello a Marisol e alle tate che si commossero, anche loro erano complici del suo piano, voleva che tutto fosse perfetto visto che per sei anni ne aveva sbagliata una dietro l'altra. Sara arrivò a casa puntuale, fece un'ora di allenamento e si buttò sotto la doccia "Quindi dove andiamo stasera?" gli chiese.

"E' una sorpresa Princesa!" sorrise lui mettendosi la scatoletta nella tasca della giacca.

"Vestito lungo o vestito corto?" chiese facendo capolino nella cabina armadio dove Sergio si stava finendo di preparare.

"Quello che preferisci, sei bella con qualsiasi cosa!"

Allora optò per un vestito blazer con degli inserti di perle e pietre dure da abbinare a dei tacchi vertiginosi. Fra poco avrebbe fatto freddo e non l'avrebbe più potuto indossare fino a primavera inoltrata.

"Credo che sarà l'unica sera in cui potrai indossare questo vestito, o meglio questa bellissima giacca che ti copre giusto il sedere!" rise lui.

"Perché?" gli chiese ingenuamente.

"Lo capirai quando arriveremo al ristorante!"

Le luci erano spente "Sei sicuro che sia aperto?" gli chiese Sara cercando di guardare dentro. Non appena Sergio bussò alla porta il maitre del ristorante li fece accomodare, il locale era deserto, c'era un solo tavolo nella sala con il camino e un pianista che iniziò a suonare non appena li vide.

"Ma che sta succedendo? Hai riservato un intero ristorante solo per noi due?" gli chiese emozionata.

"Avevo voglia di stare solo con te!" le rispose facendola accomodare.

Arrivò il cameriere con il menù degustazione e versò il primo calice di vino della serata "Ma ci sono tutte le cose che più mi piacciono in questo menù. Mi vuoi spiegare che sta succedendo? Mi sono dimenticata di qualche ricorrenza?" era emozionata, non era abituata a tutto questo romanticismo.

"Amore, puoi rilassarti e goderti la nostra cena settimanale? Volevo solo fare una cena romantica con te!" disse Sergio buttando giù il vino in un unico sorso dopo aver fatto il brindisi. Era teso, anche se cercava di non farlo vedere.

La cena era deliziosa, Sara si stava godendo ogni piatto e i vini erano semplicemente perfetti, mentre portavano via i piatti del secondo primo Sergio le prese la mano e le chiese di ballare. La portò vicino al pianoforte e la strinse a sé "Lo sai che ti amo?" le chiese mentre si perdeva nei suoi occhi "Certo che lo so, ti amo anch'io Sergio! Mi dici che ti prende stasera?" le fece fare una giravolta e poi la baciò "Mi sono accorto che alcune volte do per scontato tutto quello che tu fai per me e per i nostri figli, l'altro giorno quando ti ho vista con Leon mentre faceva i capricci o quando hai sistemato quel coglione, mi sono reso conto ancora una volta di quanto sei straordinaria, volevo solo farti sapere che io vedo quanto fai per noi tutti i giorni!"

"Grazie Amore mio, anche tu fai davvero tanto per noi!"

Ritornarono al tavolo e finirono la cena, con l'arrivo del dolce il pianista si congedò, così come i camerieri. Sara si guardò intorno un po' spaesata.

"Princesa, devo dirti una cosa, però prima ci dobbiamo alzare." lei lo seguì vicino al camino continuando a non capire cosa stesse succedendo.

"Ho capito che eri speciale la prima volta che abbiamo parlato in quel ristorante a Formentera, da quel giorno non ho mai smesso di pensare a te, quando siamo andati a Cadice e abbiamo fatto l'amore ho capito che non avrei più potuto fare a meno di te. Quando è nato Leon ho capito che saresti stata una madre straordinaria e dopo Paolo e Ale ne sono ancora più convinto, ma c'è una cosa che ho sempre saputo fin dal primo momento in cui ti ho vista: che saresti stata la donna della mia vita, l'unico vero amore! Ho sbagliato così tante volte, ma tu hai sempre creduto in me, in noi e nel nostro amore. Non esistono parole per dirti quanto ti amo, ma spero che tu lo riesca a percepire e soprattutto spero che tu voglia sposarmi!" Si mise in ginocchio e le porse l'anello.

Era un fiume di lacrime, ma sarebbe comunque riuscita a rispondergli " Sì, si certo che ti sposo!!!" le mise l'anello e si baciarono entrambi commossi. I camerieri portarono lo champagne per fare un brindisi. Lei si sedette sulle ginocchia "Come sei riuscito a capire che volevo una vera proposta di matrimonio?" gli chiese ridendo.

"La domanda giusta sarebbe: da quanti anni saremmo già sposati se non fossi stato così cretino?".

"Slacciati quei due miseri bottoni che tengono in piedi quel vestito!" le disse mentre chiudeva a chiave la porta della camera. Rimase solo con le brasiliane e i tacchi e le si avventò contro baciandola, si spogliò e la prese in braccio mentre lei avvolgeva le sue gambe intorno al suo corpo, la buttò sul letto ed entrò dentro di lei. "Sei così bagnata Piccola! Mi fai impazzire ogni volta." continuò a entrare ed uscire fino a quando non la sentì gemere di piacere. Poi la fece girare e si fermò un secondo a fissarle il sedere, che colpì con una sberla e iniziò a stuzzicarle l'altro buco "Stasera ti voglio tutta!" iniziò a penetrarla piano fino a quando non entrò tutto, sentirla godere in quel modo lo mandava in estasi, iniziò a scoparla dietro "Oh si Amore, così!" gli urlava scossa dal fremiti di piacere, quando la sentì venire la seconda volta si abbandonò anche lui all'orgasmo. Non riusciva a resistere quando la scopava lì, era incredibile.

Si abbracciarono sotto le coperte "Quindi mi sposerai davvero?" gli chiese mentre lui le accarezzava il viso "Certo che ti sposerò! Non vedo l'ora, abbiamo aspettato davvero troppo tempo!"

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