28. Ego

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Si svegliò di soprassalto dopo aver sognato Sergio mentre si stava per sposare con Laura e intorno a loro oltre a Leon c'erano altri cinque bambini bellissimi. Guardò l'ora sul telefono e vide un messaggio di sua madre:

- Tesoro, tuo fratello ha la tonsillite, purtroppo dobbiamo annullare il nostro viaggio. Speriamo di poterti raggiungere dopo Capodanno. Ti amiamo tanto -

Chiuse gli occhi per ricacciare dentro le lacrime ma non ci riuscì e in quel momento entrò in casa Marisol "Signora Sara, tutto bene?" le chiese con un filo di voce, Sara le corse incontro abbracciandola e scoppiò in lacrime. Aveva bisogno di un abbraccio materno "Andrà tutto bene, riuscirai a risolvere tutto. Sei molto più forte di quello che credi, Tesoro" le diede un bacio sulla fronte e le preparò la colazione.

Sergio non aveva chiuso occhio, il pensiero di aver mandato a puttane la sua relazione lo stava logorando. Per soddisfare il suo orgoglio aveva ferito l'unica donna che avesse mai amato davvero e come se non bastasse l'aveva anche accusata di essere una pessima madre, cosa che non aveva pensato nemmeno per un secondo. Era davvero un egoista, un immaturo del cazzo!

Paqui e Jose arrivarono nel primo pomeriggio e Leon impazzì non appena vide i suoi nonni, la madre di Sergio capì immediatamente che qualcosa non andava, ma si concentrò sul suo bel nipotino. Sara prese tutti i regali nella macchina dei suoceri e iniziò a nasconderli nel garage.

"Lascia che ti aiuti!" le disse Sergio.

"No grazie, non serve." Una volta nel box cercò di afferrarle il braccio "Ti ho detto che mi devi lasciare stare. Noi due non abbiamo più niente da dirci!" Rimase per dieci minuti immobile con le lacrime agli occhi, aveva rovinato la cosa più bella della sua vita.

Cercò di fingere al meglio che poteva, si sedette vicino a Sergio alla cena della Vigilia, scherzò con suo suocero e parlò affabilmente con sua suocera. Bevvero un caffè sulla veranda e riuscì persino a sorridere quando Paqui le chiese se andasse tutto bene.

Una volta in camera da letto il suo castello di finzione svanì, chiuse la porta e riprese ad ignorare Sergio, avrebbe dovuto condividere la camera con lui in quei giorni per non destare sospetti, ma non riusciva nemmeno a guardarlo in faccia.

"Possiamo parlare?" le chiese con un filo di voce.

"No!" rispose secca, ma a lui quella risposta non andava bene.

"Sai cosa, ho bisogno di parlarti, per cui lo farò e tu mi ascolterai."

"Non ti azzardare ad usare quel tono con me dopo quello che mi hai fatto!" il suo sguardo avrebbe potuto gelare l'intero pianeta.

"Ho fatto una stronzata, lo so. Ho flirtato con una donna per gratificare il mio cazzo di ego come lo chiami tu. Sono una merda perché se l'avessi fatto tu a me sarei impazzito, avrei picchiato lui e mandato a fare in culo te. Ma tu fortunatamente non sei me."

"No infatti, io sono la cretina che si sente in colpa perché vuole lavorare, per avere una sua indipendenza economica, che vuole essere madre perché ama suo figlio e che vuole essere la compagna di uno stronzo che fa lo splendido con le altre. Lo sai la cosa che mi fa più incazzare qual è? Che so perfettamente che non l'avresti mai baciata, ne tantomeno te la saresti scopata in soggiorno con nostro figlio al piano di sopra. Mi fa incazzare che l'hai fatto per avere la tua rivincita su di me. Visto che ti ho trascurato, tu mi hai voluta umiliare."

"Non ti volevo ferire, ma sapevo che comportandomi così ti avrei mancato di rispetto, ma subito dopo averlo fatto mi sono sentito una merda. Non ti sto chiedendo di perdonarmi, ti sto chiedendo solo la possibilità di dimostrarti che posso imparare dai miei errori e che non ti farò mai più soffrire." aveva gli occhi lucidi e Sara sapeva che era sincero e che soprattutto era pentito, ma aveva tradito la sua fiducia.

"Ho bisogno di pensarci Sergio. Non posso darti una risposta ora."

Si mise sotto le coperte sul bordo del letto, quel letto gigante che aveva voluto perché così tutti i loro figli avrebbero potuto entrarci, ora sembrava solo enorme e vuoto.


Vedere Leon aprire tutti i regali ricevuti da Babbo Natale era una gioia, esultava per ogni gioco che trovava, avrebbe voluto tornare bambina per poter essere di nuovo così felice e spensierata, quando la vita era semplice e bastava avere due nuovi giochi per essere al settimo cielo.

Le sorelle di Sergio con i loro bimbi in braccio arrivarono poco dopo, portando altri regali.

"Leon amore della zia, Babbo Natale ha lasciato da noi dei regali per te!" disse Miriam.

"Ma che coincidenza anche qui ha lasciato dei regali per Rafael e Marco!" Sara strizzò l'occhio alla sua cognata preferita.

Anche con loro fece finta che tutto andasse per il meglio, sorrisi di circostanza, battute divertenti, ma dentro stava urlando, continuava a ripensare alle parole di Sergio e si chiedeva se mai sarebbe riuscita a passarci sopra. Alle fine non l'aveva tradita, aveva fatto il coglione, ma le aveva comunque mancato di rispetto e se Marisol non l'avesse avvisata lui avrebbe continuato a non affrontare i loro problemi e magari poi sarebbe arrivato il momento in cui l'avrebbe davvero tradita. Aveva avuto la situazione sotto controllo fino a quando Leon non disse "Papà, il regalo per la mamma!" Sergio prese un pacchettino e lo diede a suo figlio che orgoglioso lo portò alla sua mamma.

Lo aprì delicatamente senza rompere la carta come faceva sempre, trovò il biglietto che la fece quasi crollare: Ti ameremo per sempre!

E poi vide la collana che aveva come ciondolo una mamma e un papà che tenevano per mano il loro bambino e Leon indicò il bimbo e disse "Io, mamma e papà". Ecco questo la fece crollare, gli occhi le si riempirono di lacrime, abbracciò fortissimo suo figlio, ma non riusciva più a trattenersi "Scusate, ho dimenticato... di là...un attimo...scusate!" e corse fuori dalla stanza.

Sergio fece il gesto di alzarsi, ma Miriam lo bloccò "Vado io, ho come l'impressione che sia colpa tua!" sua madre e Remi lo fulminarono con lo sguardo.

Sara era corsa fuori in giardino e singhiozzava disperata "Ehi Tesoro mi dici che succede?" le chiese sua cognata abbracciandola. Le raccontò tutto tra un singhiozzo e l'altro, dalle litigate per il secondo figlio a quello che era successo solo due giorni prima. Le raggiunsero anche Remi e Paqui, preoccupate di non vederle rientrare. Sara stava ancora piangendo e Miriam fece un riassunto piuttosto dettagliato di quello che aveva saputo.

"Tuo figlio è proprio un cretino!" disse Remi rivolta a sua madre.

"Ragazze, lasciatemi parlare un attimo con Sara!" disse Paqui.

"Piccola mia, non sai quanto mi dispiace. Non riesco ancora a capire cosa passi nella testa di quel testardo, sciocco ragazzo, però ti dirò una scomoda verità. Tu non devi perdonarlo se non vuoi, se pensi che lui non è più l'uomo di cui ti sei innamorata prendi il tuo bambino e vai via, oppure manda via lui, come preferisci, nessuno e ti ripeto nessuno te ne farà una colpa. Ma se tu guardi oltre alla rabbia e alla delusione che provi in questo momento e vedi che c'è ancora amore, lotta per questo amore. Stare insieme è più difficile di quanto si creda, perché nella vita le cose possono andare davvero male, ma se ci si ama, uniti si può superare qualsiasi cosa!"

Sara rimase di sasso dopo aver sentito quelle parole, le stesse che Sergio le aveva sempre ripetuto in quei quattro anni. Erano un insegnamento di sua madre.

Rimase fuori per diverso tempo, fino a quando tutti non andarono a dormire. Prese una coperta e si sedette sulla poltrona a fissare il vuoto. Sentì qualcuno avvicinarsi e sapeva che era Sergio.

"Pensavo che la volessi indossare." le disse mostrandole la collana che aveva ricevuto in regalo. Gli fece di si con la testa e lui l'aiutò a metterla, sentire le sue mani che le sfioravano il collo le fece venire la pelle d'oca. Lo amava alla follia, anche se era delusa dal suo comportamento.
Senza aggiungere altro si girò per tornare dentro casa.

"Sergio" lo chiamò e rimase immobile, pietrificato dalla paura di girarsi, sarebbe andata via? Avrebbe preso il loro bambino e sarebbero andati a vivere altrove?

"Va bene." gli disse e il suo voltò si illuminò, gli aveva dato un'altra possibilità e non l'avrebbe mai sprecata, avrebbe riconquistato la fiducia della donna che amava a qualsiasi costo.

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