Capitolo 7

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Il mattino arriva in fretta e la luce del sole rischiara il pavimento della mia stanza. Mi sveglio con un forte mal di testa e una gran sete.

Quello che é successo ieri è impresso a fuoco nella mia testa. Mi avvicino allo specchio: ho i capelli indomiti e il mascara colato sotto agli occhi. E la parte peggiore è che mi sento così irrimediabilmente stupida e distrutta.

Non sono ancora pronta ad affrontare i miei genitori e, soprattutto, il nonno. Quindi decido di fare una doccia ghiacciata che, tuttavia, non mi aiuta a sciogliere i nervi. L'acqua mi scorre addosso, ma io sento solo le onde che mi avvolgono in una morsa glaciale. Vedo soltanto il buio e il vuoto dell'oceano mentre scendo le scale raggiungendo il soggiorno.

«Buongiorno tesoro» la nonna mi versa un bicchiere di spremuta appena fatta. Sembra che nessuno di loro sappia cosa sia successo questa notte e io ho intenzione di raccontare solo il minimo indispensabile. Non voglio che si preoccupino.

«Dov'è il nonno?» chiedo, versandomi un secondo bicchiere dopo aver svuotato velocemente il primo.

«É andato a pescare con tuo padre, ma torneranno da un momento all'altro. Com'era la festa? Ti sei divertita?»

Un'ombra di preoccupazione cala sul mio viso, ma la nonna é di spalle e non può vedermi.

«Ho conosciuto gli amici di Stormie, sono simpatici» dico, rendendomi conto che questa è stata la parte migliore di tutta la serata.

«Si, sono dei bravi ragazzi. Un po' fissati con il surf, forse, ma sai tesoro qui non ci sono altri modi per divertirsi».

Sorrido alla nonna e, proprio in questo momento, la porta di casa si apre.

«Non è stata una pesca proficua» commenta mio padre con aria afflitta. Per tutta risposta, la nonna ridacchia mentre continua a tagliare le arance.

«Nonno, posso parlarti?» mi intrometto cercando di mantenere il tono di voce quando più neutro possibile.

I suoi occhi grigi mi scrutano, come se sapessero già quel che ho da dirgli. «Certo stellina».

«Ecco... ieri ho preso la tua tavola. Volevo solo provare ma la corrente era troppo forte e il laccio di sicurezza si è rotto e non sono riuscita a recuperarla» parlo veloce e tutto d'un fiato. Mi rendo conto di quanto le mie parole appaiono assurde e, alla luce del sole, le mie azioni sconsiderate.

Ma il nonno ha un'espressione serena sul volto rugoso. «Tu stai bene?»

Annuisco, incapace di rivelare quanto in realtà sia scossa.

«Allora chi se ne importa! Era solo una vecchia tavola stellina».

«Ma Rory ha iniziato con quella, lei ci teneva e so che ci tiene anche tu. Mi dispiace».

Il nonno si avvicina, posandomi una mano sulla spalla. «Si, ma era solo una tavola. I miei ricordi sono ancora con me» fa una breve pausa prima di riprendere. «Onestamente, mi fa piacere sapere che hai voluto provare, anche se quello di ieri non era il tempo indicato per una principiante» mi fa l'occhiolino e mi sorride e non posso negare di sentirmi molto meglio ora. Con un enorme peso in meno sullo stomaco.

«Vuoi provare a fare surf, Stella?» domanda mio padre con enorme incredulità, come se gli avessi detto che ho intenzione di trasferirmi sulla Luna.

In realtà ci ho pensato davvero. Certo, quella di ieri non è stata un'esperienza molto incoraggiante e sento ancora le gocce gelide dell'oceano schizzarmi addosso. Ma ho anche sentito mia sorella vicina come non lo é mai stata. O, meglio, l'ho sentita accanto a me in un modo completamente nuovo.

Non sarò mai brava quanto lei e non ho neanche intenzione di esserlo, ma credo di voler conoscere tutto di lei, soprattutto questo lato che per anni ho ignorato.

«Si, voglio provare».

«Oh, allora ti servirà una nuova tavola» dice la nonna.

«So a chi chiedere» il nonno lascia a metà la frase, come a voler alimentare il mistero. «Sono sicuro che Noah Parker ne ha una e che sia disposto ad insegnarti».

Mi si blocca per un attimo il respiro. Cerco di dire qualcosa e di far desistere il nonno da questa sua idea, ma le parole non mi escono e lui prende il mio silenzio come tacito consenso.

Oh no, penso soltanto.

' ~ ~ '

Speravo di non doverlo vedere così presto, ma il nonno é stato irremovibile e, appena finita la nostra conversazione, si è precipitato a casa dei Parker a chiedere di Noah.

I suoi genitori sono stati ben lieti dell'iniziativa del nonno, dicendoci molto gentilmente che Noah è al café, ma che sicuramente sarebbe stato felice di insegnarmi le tecniche base del surf.

Già, sicuramente.

Ed ora mi ritrovo a ripercorrere la stessa identica strada fino al Shell Beach Inn con mio nonno, sperando che Noah non mi prenda per pazza. O peggio.

Il nonno sfoggia un sorriso splendente mentre si avvicina a Noah.

«Signor Harold, é bello rivederla» con mia grande sorpresa, Noah si rivolge al nonno con un misto di cordiale rispetto e simpatia.

«Ciao ragazzo. Ti dai sempre da fare eh?»

Noah sorride in modo genuino e affabile. Mi chiedo dove sia il ragazzo che mi ha urlato addosso proprio ieri e che mi ha trascinato via dall'acqua. «Vi porto qualcosa?» domanda quando si accorge di me.

Mi lancia un'occhiata fugace prima di rivolgersi al nonno e questo mi fa capire che è ancora arrabbiato.

«No, siamo venuti per un'altra cosa. Stella vorrebbe imparare a fare surf e, purtroppo, sono troppo anziano per insegnarle, oltre il fatto che non ho più la mia vecchia tavola» spiega il nonno.

Ho paura che Noah svuoti il sacco e gli dica la verità, ma lui si comporta come se fosse la prima volta in vita sua che sente parlare di quella tavola.

«E quindi ho pensato a te, ragazzo mio» conclude il nonno.

Noah resta impassibile per un secondo, come se stesse valutando mentalmente l'offerta, poi mi lancia un'occhiata maliziosa. «Vuoi davvero imparare a cavalcare le onde, America?»

Il suo sorrisetto divertito mi fa ribollire il sangue, ma non voglio far insospettire il nonno quindi mi costringo a fare un respiro profondo e tenere a bada le mie emozioni.

«Si, credo di voler diventare una vera australiana. Almeno smetterai di chiamarmi in questo modo» non riesco a frenare in tempo la lingua, ma Noah si limita a ridere.

«Farò del mio meglio per renderti degna di noi».

«Fantastico!» esclama il nonno, condannandomi a ciò che di più vicino ci sia all'inferno per me. Quando mi é passato per la testa di voler imparare a fare surf, avevo inizialmente pensato a Stormie, perché lei mi sembra pacata e piena di pazienza. Non avrei mai neanche lontanamente pensato a Noah.

E, invece, eccomi qui.

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