Capitolo 4

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Il sonno comincia a reclamarmi quando il sole sorge e il cielo si tinge di una sfumatura rosa all'alba.

Sogno ancora una volta mia sorella, solo che questo è un ricordo: il primo e ultimo Natale che abbiamo trascorso tutti insieme in Australia. Rory ha sette anni, i boccoli rossi come quelli di nostra madre le ondeggiano come onde morbide fino ai fianchi.

Siamo tutti in cerchio vicino all'albero di Natale e mi fa strano stare con una semplice canotta e i piedi nudi. Mi manca la neve, ma qui alla casa dei nonni si sente solo il profumo del mare.

Non mi sto godendo affatto queste vacanze: vorrei stare a Boston, a pattinare e lanciare palle di neve con i miei amici. Rory, invece, è euforica. Lei ama il caldo e trascorrere un Natale alternativo é il massimo a cui poteva aspirare.

Crede che già questo sia il suo regalo quest'anno. Ma, ormai settimane fa, giocando a nascondino nello studio di papà, l'ho sentito parlare al telefono per un regalo speciale per la sua principessa. Ed è questo il modo in cui chiama affettuosamente Rory: io sono la stellina, lei la principessa.

I nostri genitori restano sul vago per parecchio tempo, alimentando la curiosità di Aurora. Le scintillano gli occhi e sotto la luce calda del sole i suoi capelli brillano come rubini.

Un secondo più tardi, la porta di casa si spalanca e il nonno entra tutto fiero con un'enorme regalo. Gli ci vogliono entrambe le mani per portarlo. Non ho idea di cosa sia, ma sembra un lungo blocco appuntito su entrambi i lati.

Rory emette un gridolino e scatta in piedi e, saltellando, corre ad abbracciare i nostri genitori prima di raggiungere il nonno.

«Piano, piano, tesoro» dice il nonno, ridendo e ponendo a terra il regalo.

Rory ci mette un po' a scartare la carta azzurra con le sue piccole dita.

«É bellissima! Proprio come la volevo, grazie!» riesce a stento a controllare l'emozione, ma corre da una parte all'altra abbracciando i nostri genitori e i nonni. «La possiamo provare?»

«Certo. Più tardi scendiamo in spiaggia» concede papà. «Ma prima, devi aprire il tuo regalo, stellina» papà mi si avvicina, porgendomi un pacchettino ricoperto di carta verde e nastrini colorati.

La versione illustrata di Piccole Donne. A settembre comincerò la scuola e non vedo l'ora di leggere tutto un libro per conto mio.

«Grazie» la vocina é quella di una bambina al settimo cielo, che non vede l'ora di iniziare una nuova avventura buttandosi tra le pagine del suo nuovo, primo, libro.

«Adesso possiamo andare in spiaggia?» Rory continua a trotterellare, tenendo in mano il suo regalo. Una tavola da surf, mi dice. Così potrò cavalcare le onde dell'oceano.

«Va bene, va bene» la mamma si lascia contagiare dalla sua euforia e, in meno di mezz'ora, siamo tutti seduti sulla sabbia, con la limonata fresca e i biscotti che ha preparato la nonna.

Rory è in acqua con il nonno e sembra così seria mentre è seduta a cavalcioni sulla sua tavola azzurra, agitando il capo ogni volta che il nonno le spiega qualcosa.

Io, invece, resto sull'asciugamano con papà, a mangiare fragole e sfiorare la copertina del mio nuovo libro. Ho appena deciso che me lo porterò ovunque.

Ci sono pochi ricordi lieti come questo, in cui io e Rory siamo estremamente felici. Anche se ci togliamo appena due anni, siamo completamente diverse. Come il giorno e la notte, come i nomi che portiamo. Eppure, lei è la mia metà, l'altra parte della mia anima.

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