Kneel | Tom Riddle

𝟐𝟕

𝟐𝟕 |  𝐬𝐚𝐮𝐝𝐚𝐝𝐞

"Caro Tom,
Sono passati cinque giorni dall'ultima volta che ci siamo visti. Ricordo che mi avevi promesso che mi avresti scritto per dirmi come sta andando la tua piccola avventura, ma credo che probabilmente non hai un gufo a Little Hangleton e quindi non puoi scrivermi. Ora non hai più scuse, devi rispondere alla mia lettera perché sono molto preoccupata per te! Hai trovato qualche parente di sangue? E se la risposta è sì, per favore raccontami tutto di loro.

Hai detto che saresti arrivato un giorno prima di Natale e cioè tra due giorni, quindi spero davvero che arrivi presto e bene.

Le cose qui non vanno bene e ho bisogno di te qui con me. Anche se ho portato Leo a trascorrere qualche giorno con me, non mi sono mai sentita così sola. Per i primi due giorni non riuscivo ad alzarmi dal letto, non riuscivo nemmeno a camminare e continuavo a vomitare qualsiasi cosa mangiassi. Ero così preoccupata! Abraxas non si è allontanato da me il primo giorno, ma la signora Malfoy voleva che tornasse a casa, quindi se n'è andato. Leo è con me quasi sempre, ma non parliamo quasi mai e quando lo facciamo è molto imbarazzante. Mi chiede spesso delle foto che ho in camera e in casa, non capisco perché sia ​​così curioso della mia infanzia! È quasi come se volesse sapere ogni singolo dettaglio di come sono cresciuta, anche se non sembra felice.

Comunque, qui sta succedendo qualcosa di molto strano. Ai miei genitori piace molto Leo e non so nemmeno perché. Voglio dire, anche a me piace Leo, ma non mi sarei mai aspettata che piacesse a loro. Non condivide gli stessi ideali dei miei genitori e mi diceva addirittura quanto disprezzasse i maghi che credevano nella superiorità del sangue! Ma quando è con i miei genitori, è come se diventasse un'altra persona solo per impressionarli. Che diavolo sta succedendo? Non sapevo di piacergli così tanto.

Scusa, ho già divagato per due pagine e tu devi avere molto da fare. Ho davvero bisogno di parlarti, Tom. Spero davvero che tu stia bene e che tutto vada come avevi previsto. Per favore rispondi al più presto alla mia lettera, non vedo l'ora di sapere tutto del tuo viaggio.

Con amore, Seraphina

P.s- Se hai trovato un fratello identico, ti prego di presentarcelo. Scommetto che è molto bello e che nel mondo dei sogni potrebbe essere più gentile di te."

Seraphina tese la sua lettera a Miguel, il suo gufo scuro, e lui la accettò con la zampa, "Grazie, Miguel. Non avere fretta di tornare, aspetta la sua risposta".

Miguel le mordicchiò affettuosamente il dito e lei aprì la finestra della sua camera per farlo volare via. Sospirando, aspettò che se ne andasse e chiuse la grande finestra della camera da letto.

"Cosa è successo qui?" Sentì la voce di Leo alle sue spalle e sapeva già che stava parlando di una foto. Voltandosi, la sua teoria fu confermata quando lo vide seduto sul suo divano bianco con uno dei suoi album fotografici aperto sulle gambe.

Seraphina non riusciva a capire perché lui fosse così interessato alle sue foto. Lei le guardava raramente, perché avrebbe dovuto farlo lui?

Senza lamentarsi, si sedette accanto a lui e guardò la foto che lui stava indicando. In realtà era una delle sue preferite, quindi non le dispiacque raccontargli la storia che c'era dietro, "Questa è stata scattata durante l'estate prima del nostro secondo anno. Non sono mai stata una fan del Quidditch, ad sincera, ma sentire mia madre che mi diceva che non era uno sport destinato alle ragazze mi ha fatto venire veramente voglia di praticarlo. Così rubai la vecchia scopa di mio padre e iniziai ad allenarmi. Non hai idea di quanto fossi eccitata.

Leo fece un piccolo sorriso guardando la foto e, per la prima volta dal loro litigio sull'Hogwarts Express, ebbero un momento di pace, "Eri adorabile."

"Non proprio," ridacchiò lei ricordando quanto fosse terribile da bambina, "Comunque, un pomeriggio mi stavo allenando e sono caduta dalla scopa da così in alto che mi sono rotta il ginocchio. Ai miei genitori non importava, era Tom quello che mi curava, come puoi vedere."