𝟏𝟐

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𝟏𝟐 |  𝐒𝐥𝐮𝐠'𝐬 𝐜𝐥𝐮𝐛

Tom scosse la testa con un piccolo sorrisetto guardando Seraphina che usciva dal dormitorio. Indossava una gonna nera che aveva accorciato intenzionalmente con la magia per infastidire sua madre.

Ricordava perfettamente quel giorno. Benilda la rimproverava perché girava per casa con la sua vestaglia da notte e le diceva addirittura che si stava comportando come una puttana. A soli quattordici anni, Seraphina voltò le spalle alla madre e corse in camera sua ad accorciare tutti i suoi abiti e le sue gonne. Non sorprende che la madre si sia arrabbiata, il che non fece altro che far sentire Seraphina meglio con se stessa.

"Mio Dio. Cosa farebbe Benilda se ti vedesse così?" Tom chiese quando Seraphina gli si avvicinò nella sala comune, "Penso che dovrei scrivere anche di questo. Che ne pensi?"

Lei sorrise, "Puoi anche mandarle una fotografia. Scommetto che sverrebbe."

Tom annuì e le offrì il braccio, lei lo prese con cautela e si avviarono verso l'uscita della sala comune di Serpeverde, "Lo farebbe di sicuro. Sa che l'hai portata a Hogwarts?"

Seraphina rise quando Tom aprì loro la porta e solo quando furono in corridoio gli rispose, "No, ha cercato di nasconderli prima dell'anno scolastico, ma ho trovato i vestiti e le gonne e li ho portati con me. Lei continua a pensare che siano con gli elfi domestici."

Tom non fu sorpreso dalla sua risposta e non poté negare di apprezzare questo suo lato ribelle. Era uno dei tratti che più gli piacevano di lei, in effetti.

"Per quanto ti piacerebbe rivedere tua madre arrabbiata, io le sono molto grato per quello che ha fatto per me, quindi non le auguro nessun tipo di dolore o malattia," iniziarono a salire le scale a braccetto.

"Peccato," sospirò lei, "Come mai non sei con i tuoi seguaci?"

Lui alzò le spalle, "Perché ti stavo aspettando e ho detto loro di andare nello studio di Lumacorno."

Era confusa dalla sua risposta, visto che ultimamente non le dava molta attenzione, ma non aveva intenzione di lamentarsi. Dopotutto, nonostante il suo comportamento scortese, le piaceva la sua compagnia. La ragione di quel sentimento era sconosciuta alla strega Serpeverde, ma apprezzava davvero quella sensazione di familiarità quando era con lui.

"O forse vieni con me per rimproverarmi per la mia nuova scelta di amici," gli rivolse un sorriso sarcastico e lui reagì a malapena.

"Credo che tu sappia fin troppo bene come la penso. Conosci la mia opinione, ma se decidi di ignorare il mio consiglio, allora è un problema tuo."

Avrebbe voluto alzare gli occhi al cielo, ma scelse di non farlo perché voleva dimostrargli che era superiore alle sue osservazioni, anche se la cosa la colpì leggermente. Seraphina odiava il modo in cui lui le parlava come se fosse una bambina, era come se non la vedesse alla pari.

"Che ne pensi di Leo?" Glielo chiese, sapendo che il ragazzo era assolutamente perfetto e che nessuno, nemmeno il grande Tom Riddle, avrebbe potuto sottolineare qualcosa di negativo in lui.

Tom li condusse verso lo studio di Lumacorno e ci fu silenzio per alcuni istanti, prima che Tom le rispondesse con calma, "È troppo semplice per te".

Lei sussultò e lo fece smettere di camminare per guardarla, "Non lo conosci nemmeno! Come puoi dirlo?" Tom inclinò la testa di lato con un piccolo sorrisetto, "No... tu non lo conosci," lei scosse la testa immaginando quello che aveva fatto, "Gli hai letto nel pensiero? Hai usato la Legilimanzia, vero? " Quando lui non rispose, lei continuò, "Tom! Ti ho detto di smetterla di farlo!" Fu fortunata che i corridoi fossero vuoti perché a quel punto stava praticamente urlando.

Kneel | Tom RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora