𝟒𝟖

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𝟒𝟖 |  𝐒𝐥𝐮𝐠 𝐜𝐥𝐮𝐛

Sorprendentemente, Tom e Seraphina non arrivarono in ritardo alla piccola riunione nell'ufficio di Lumacorno. C'erano solo alcuni studenti che parlavano con Lumacorno al tavolo da pranzo, con molti posti vuoti.

"Buonasera," disse Tom ad alta voce con il suo iconico sorriso, al che Lumacorno alzò il bicchiere e rise.

Seraphina fece un piccolo sorriso, sapendo che il maestro di Pozioni era già inebriato, come sempre. Entrarono nel suo ufficio, "Sera! Lascia la porta aperta, per favore, ragazzo mio. Devono ancora arrivare alcuni studenti," disse Lumacorno e fece un gesto verso il tavolo, "Unitevi a noi!"

Tom chiuse la porta dopo che furono entrati e si rivolse a Seraphina, "Vuoi toglierti il ​​cappotto?" chiese, comportandosi da gentiluomo quale era in presenza di altre persone. Seraphina si chiese cosa avrebbe pensato la gente se avesse visto la scena che aveva creato nel suo dormitorio.

Scosse la testa, "No, grazie. Fa piuttosto freddo qui," diede un'occhiata all'ufficio e si accigliò quando vide Leo che guardava il tavolino con le foto degli studenti di Lumacorno, "Vi raggiungo tra un secondo," sussurrò Seraphina a Tom.

"Dove stai andando? La cena inizierà tra poco."

Lei sospirò, "Non vado da nessuna parte, vado solo a parlare con Leo."

Tom la guardò con sospetto, "Fai pure, è un purosangue. Forse ha il diritto di scoparti," sussurrò aspramente e lei inarcò le sopracciglia.

"Non essere così infantile, Tom," la ignorò e raggiunse gli altri al tavolo. Lei gli guardò le spalle mentre camminava, era davvero arrabbiato per quello che aveva detto? Di certo sapeva fin troppo bene quanto Tom fosse suscettibile con il suo sangue, ma non le importava se non era puro, non l'aveva mai fatto. L'unico motivo per cui aveva pronunciato quelle parole era perché voleva ferirlo.

Nonostante l'evidente tensione tra i due, decise di ignorare quel pasticcio e di dedicare la sua attenzione a Leo, che sembrava affranto, come sempre. Scostando i capelli dietro la schiena, si diresse verso il ragazzo biondo, che ancora non si era accorto della sua presenza, "Ciao," disse, sorridendogli.

Lui voltò la testa per guardarla sorpreso, "Seraphina? Ciao, come stai?" Leo riuscì a sorridere un po', ma la strega poteva ancora vedere quanto fosse veramente distrutto.

"Sto bene. E tu?" guardò la cornice d'oro tra le sue mani, che conteneva una foto di Lumacorno circondato dai suoi migliori studenti di tre anni prima, Seraphina, Tom, Abraxas, Nott e due studenti di Corvonero.

Leo posò di nuovo la cornice sul tavolo e scrollò le spalle, "Sto meglio, credo. È passato un po' di tempo da quello che è successo ai miei genitori, ma fa ancora male, sai?"

"Certo," rispose lei, "Sono i tuoi genitori e, nonostante quello che hanno fatto, ti preoccuperai sempre per loro, sei un bravo figlio."

"Ti preoccupi per i tuoi genitori?" chiese Leo, cercando una risposta sincera.

Grattandosi il dorso della mano, Seraphina rimase improvvisamente senza una risposta. Le importava dei suoi genitori? Non erano mai stati buoni con lei, non la rispettavano nemmeno. Tuttavia, era grata per ciò che le fornivano, una casa grande, bei vestiti, cibo, materiale scolastico, ma era solo questo, cose materiali.

Guardò Leo e lo vide aspettare la sua risposta, "Non mi importa molto di loro, almeno non quanto agli altri."

Leo annuì, "Sì, capisco perché," e fece un piccolo sorriso.

Altri due studenti arrivarono in ufficio, "Forse dovremmo andare a sederci," disse a Leo, che la seguì al tavolo.

Tom non la guardò mentre si avvicinava al tavolo, nemmeno quando lei si sedette accanto a lui, trovandosi esattamente tra Tom e Leo. Fu inevitabile per lei ricordare cosa era successo l'ultima volta che aveva cenato con loro due.

Kneel | Tom RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora