𝟑𝟔

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𝟑𝟔 |  𝐦𝐚𝐠𝐢𝐜 𝐧𝐢𝐠𝐡𝐭𝐬, 𝐭𝐫𝐚𝐠𝐢𝐜 𝐦𝐨𝐫𝐧𝐢𝐧𝐠𝐬

Seraphina si girò nel letto quando sentì delle persone parlare a pochi metri da lei, chiedendosi perché ci fosse così tanto rumore al mattino. Aprendo gli occhi si ricordò immediatamente di quanto avesse bevuto la sera prima e se ne pentì immediatamente, perché il suo mal di testa era più forte che mai.

"Devi dirglielo," riconobbe la voce di Mulciber e si accigliò. Cosa ci faceva in camera sua e con chi stava parlando?

Ebbe la sua risposta quando Tom gli rispose, "Non è importante e Seraphina lo scoprirà in ogni caso tra qualche giorno."

Solo allora si rese conto di non essere esattamente nella sua camera da letto, ma in una delle camere degli ospiti del Malfoy Manor. Lentamente iniziò a ricordare come era finita a dormire a casa sua e le venne in mente tutto, come si era ubriacata con i suoi amici, come lei e Tom avevano limonato spudoratamente in mezzo a un corridoio per molto tempo e come aveva vomitato su quello stesso pavimento. Più tardi, Tom la portò in una camera da letto e quando entrambi si sentirono meglio si addormentarono l'uno accanto all'altra.

"Se non vuoi dirmelo, allora perché parli così vicino a dove sono? Lasciatemi in pace!" esclamò bruscamente, sorpresa di quanto potesse essere rumorosa al mattino quando aveva i postumi di una sbornia. I due ragazzi si voltarono e videro Seraphina seppellire la testa in un cuscino.

"Oh no, qualcuno è di cattivo umore," sorrise Mulciber e Tom gli lanciò un'occhiataccia, "Va bene, vado. Non c'è bisogno di lanciarmi quello sguardo."

Seraphina sentì il rumore della porta che si chiudeva e avvertì un peso sul lato del letto, sapendo che Tom si era seduto accanto a lei, "Alzati. Dobbiamo andare, sono già le dieci del mattino," disse e Seraphina si girò nel letto per vedere Tom che si pizzicava la pelle tra le sopracciglia, come se fosse infastidito da qualcosa.

"Buongiorno anche a te, Tom Riddle," disse con voce scontrosa. Tom non rispose, né la guardò, "Cosa devo sapere?"

"Pensavo non volessi saperlo," disse lui togliendosi la mano dal viso e guardandola. Seraphina notò che anche lui aveva un'aria infelice, probabilmente risentito del suo comportamento della sera prima.

"Mi farà arrabbiare?"

"Non direi arrabbiare," alzò le spalle, "Se hai dei sentimenti, ti sentirai triste, credo."

Lei si accigliò, non avendo voglia di piangere o di preoccuparsi di altro oltre ai postumi della sbornia, "Può aspettare?" Tom annuì, "Dimmi quando ritieni che sia il momento giusto."

"Va bene, me ne occuperò. Ora alzati, ho delle cose da fare."

"E perché non puoi farle senza di me?" sbadigliò lei, non volendo guardare il suo bel viso dopo quello che era successo la sera prima. Tom strappò violentemente la coperta del letto dal corpo di Seraphina, esponendo il suo corpo freddo, che era ancora coperto dal grande e scomodo abito, "Ehi! Perché fai così? Sai una cosa, Tom? Morirai da solo."

Lui la ignorò e si diresse verso il grande specchio della camera da letto, sistemandosi il vestito, "Non ho bisogno che tu mi aiuti, ma devo andare a casa tua per sbrigare dei lavori e tu verrai con me."

Lei rotolò giù dal letto e si diresse pigramente verso lo specchio, per sistemarsi i capelli e il vestito, "Ti odio, Tom."

"Davvero?" chiese lui sarcasticamente dall'altra parte della stanza, dove si stava infilando le scarpe nere lucide, "Non ci crederei dopo ieri sera."

Lei arrossì furiosamente, rimpiangendo la disinvoltura della sera prima, o forse non se ne pentiva. La strega non poteva dirlo, ma era sicura di essere troppo stanca per poterci anche solo pensare, "Dimentichiamo tutto, per ora."

Kneel | Tom RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora