Capitolo 2

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Davanti al palazzo degli Stanford c'era il carro funebre con i pennacchi neri e la teca di cristallo. Ray gli passò accanto e provò un brivido al pensiero dell'ineluttabilità della morte.

Vicino al cancello notò una donna che fissava le finestre del piano superiore. Era alta e austera, con lunghi capelli neri e una rosa rossa sul corpetto. Le labbra erano dello stesso colore fiammante e contrastavano con il pallore del viso.

La porta era aperta, c'era un via vai di parenti e amici che venuti per rendere l'ultimo omaggio alla defunta

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La porta era aperta, c'era un via vai di parenti e amici che venuti per rendere l'ultimo omaggio alla defunta.

Una delle cameriere la accolse con calore. "È una benedizione avervi qui oggi. Mary è uscita con il pastore Renfield, ma sarà qui a momenti."

La condusse nella stanza degli ospiti, un luogo appartato con una piccola finestra che dava sul retro. Ray la conosceva bene, da piccole lei e Mary andavano lì a giocare con le bambole, il cavalluccio a dondolo e il cerchio. Sospirò pensando a quante cose erano accadute da allora e allo smarrimento che doveva provare la sua amica, sola con un padre che aveva perduto la ragione.

Quasi evocato dalle sue parole, il signor Stanford entrò nella stanza. Indossava la vestaglia da camera ed era a piedi nudi. I capelli erano radi così come i denti ed era curvo, come se avesse molti anni di più.

Ray lo salutò con un inchino, ma lui non rispose, la fissava con gli occhi sbarrati, al lato della bocca colava una lingua di bava

"Non saresti dovuta venire" le disse. "Questa casa è maledetta, lo siamo tutti".

"Signor Stanford, non so come esprimerle il mio dispiacere per la scomparsa di vostra moglie. Io l'adoravo e l'ho sempre ammirata. Una madre e una moglie esemplare".

Lui parve non averla sentita. "Non hai paura dei demoni, piccola Ray? Pensi di essere al sicuro qui? Possono ghermirti all'istante, se solo ti avvicini a loro. No, non saresti dovuta venire".

"Signor Stanford, la prego, mi sta spaventando" disse Ray

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"Signor Stanford, la prego, mi sta spaventando" disse Ray.

La cameriera si affrettò a condurre il padrone di casa nella sua stanza prendendolo sotto braccio. Poi tornò per vedere se Ray aveva bisogno di qualcosa.

"Va tutto bene, non preoccuparti. Piuttosto qui fuori c'è una donna vestita di nero con un fiore rosso porpora, posso sapere se è una della famiglia?"

L'altra si fece il segno della croce. "Era un'amica della signora Stanford. Hanno frequentato lo stesso college."

"Ma non è possibile, è troppo giovane, avrà più o meno la nostra età" disse Ray.

"Lo è anche la signora Stanford, se è per questo." concluse la cameriera.

Più tardi, quando Mary tornò, salirono al piano superiore per dare l'ultimo saluto alla defunta.

In un angolo, c'erano alcune persone che pregavano e fiori ovunque. Jane Stanford indossava un abito leggero e sembrava dormisse, il volto disteso con un lieve sorriso, come se stesse facendo un bel sogno.

Era giovanissima, il tempo le era passato accanto senza sfiorarla. E questo era miracoloso, ma nello stesso tempo inquietante. 

 

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