Colpevoli

21

Francesca

Ero sul mio divano e piangevo.
Dopo la notizia di ieri ero anche rimasta senza lavoro: non avrei mai sopportato di avere a che fare con un capo che mi ha mentito e che potrebbe farlo ancora.
mentre ero seduta, sentii il campanello della porta suonare.
Sapevo benissimo chi potesse essere ma, controllai per sicurezza.
Era lui.
Dentro di me provavo tante emozioni; non volevo vederlo ma, allo stesso tempo, volevo sapere cos'altro avesse da dire.
Non potevo lasciarlo troppo lì o lo avrebbero visto aspettare fuori dalla casa della sua "fidanzata": così decisi di aprire.
Mentre Gabriel saliva le scale, mi sistemai i capelli e mi resi presentabile. Non volevo che vedesse come stessi realmente.
Bussò alla porta ed andai ad aprire.
"Ciao" disse con una voce piuttosto rammaricata.
"Ciao" risposi molto dura.
"Fra, sai perché sono qui quindi, prima che tu possa interrompermi, lasciami parlare"
"Hai dell'altro da dire dopo quello che hai già espresso ieri?"
"Come ti ho già fatto sapere, quello che è uscito dalla mia bocca, è vero. Ma non è questo il punto. Sono venuto qui per dirti che, non possiamo buttare all'aria quello che ci sta realmente accadendo. Ci perderemmo entrambi la possibilità di essere felici...insieme. So di aver sbagliato ed è comprensibile che tu mi odi ma, ti posso assicurare che quello che la gente dice di me, non è la verità."
"Come posso ancora fidarmi di te? Come posso sapere che tu ora mi stai dicendo la verità? Come posso sapere se questo non sia solo uno stratagemma per portarmi a letto?"
"Aspetta aspetta...questa cosa la pensi davvero? Non è così! Se avessi voluto solo portarti a letto, non sarei qui a scusarmi da due giorni."
"Devi fare molto di più di questo Gabriel. Dovrai riconquistare la mia fiducia"
Dissi con voce molto ferma e sincera.
Lui capii quello che volevo dire e mi promise che l'avrebbe fatto.
Ci abbracciammo e, anche se le cose non sarebbero tornate come prima subito, almeno avevo recuperato un pò di speranza.