30 - QUELLA STRONZA DI VANESSA GREY!

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"Il coraggio non è nell'assenza della paura, ma nella scelta di affrontarla, un passo alla volta, anche quando il cammino sembra insuperabile."
-Rae Hart


Mia

Sono stesa sul letto, con gli occhi fissi sul soffitto. La stanza è avvolta nel silenzio, rotto solo dalla mia voce, che canticchia una vecchia melodia <<In the silence...>> nessuno ha mai sentito questa canzone, nessuno tranne me <<I can hear the chains...>>.
Le parole sono significative, parlano di un tempo lontano, di un dolore che ho sepolto dentro di me, così profondo che a volte dimentico persino che esista <<Every whisper drips with pain...>>. La mia voce si affievolisce, mentre i ricordi mi assalgono. Il passato non è mai troppo lontano, soprattutto per qualcuno come me, che ha passato metà della sua vita a fuggire da ciò che è stato.
<<I tried to fly ...>> ora sono qui, stesa nel mio letto, a cantare parole che non dovrebbero più avere potere su di me, ma che, inevitabilmente, lo hanno ancora <<but my wings were returned...>>.
Mi fermo di colpo quando il telefono vibra accanto a me.
È Dan.
Rispondo senza pensarci troppo.
<<Angel, c'è un'intervista>> sapevo che sarebbe successo prima o poi. Dopo l'attentato, i media mi hanno circondata come avvoltoi, ma ero riuscita a evitare ogni contatto, almeno finora. Ora, però, non posso più tirarmi indietro. La mia carriera è appesa a un filo, e questa intervista potrebbe essere la mia unica possibilità di restare a galla. Ma non è solo per questo che sto riflettendo.
<<Chi sarà a farlo?>>
Sento il sospiro di Dan dall'altra parte del telefono <<Vanessa Grey>>.
Dan non ha idea di cosa mi stia chiedendo. Non sa cosa significhi dover affrontare quella giornalista. Solo pronunciare il suo nome mi fa venire il voltastomaco. Una volta, quando ero all'apice della mia carriera, ha scritto un articolo infamante su di me. Non era solo cattiveria gratuita, era deliberato, calcolato, volto a distruggermi. Non posso sopportare l'idea di stare nella stessa stanza con lei, di dover rispondere alle sue domande, sapendo che ogni parola che esce dalla mia bocca sarà distorta e usata contro di me.
<<Non credo sia una buona idea>> dico finalmente, cercando di mascherare l'ansia nella mia voce <<Forse c'è un altro modo per risollevare la mia immagine...>>
<<Non ci sono altre opzioni. È l'unica che ci ha offerto una piattaforma importante. Potrebbe essere la tua occasione per ribaltare la narrativa>>.
Non ha tutti i torti, ma sa quanto odio Vanessa? Quanto mi fa male anche solo pensarla? Cerco un'altra scusa, un motivo per tirarmi indietro, ma ogni pensiero sembra portare a un vicolo cieco. Devo accettare. Non posso permettermi di sembrare debole o indecisa, non ora che tutti si aspettano che cada.
<<Va bene>> sussurro infine <<Accetto!>>
<<Sarà dura, ma ne usciremo. Sei più forte di quanto pensi>> non rispondo. Mi sento come se stessi per camminare su un filo teso sopra un abisso, e un solo passo falso potrebbe farmi precipitare.  E poi c'è Jonathan. Non posso fare a meno di pensare a lui, a come si muoveva nella stanza poco prima, quando Dan parlava dell'intervista. C'è qualcosa di strano in quel ragazzo, un'ombra che lo avvolge e che mi mette a disagio. Non ne ho parlato con nessuno, perché non sono ancora sicura, ma ogni volta che lo guardo, mi ricorda qualcuno. Mi agita, mi confonde, ma devo concentrarmi su ciò che è urgente adesso. L'intervista. Non ho altra scelta.
<<Quando è fissata l'intervista?>> chiedo impassibile.
<<Domani mattina. Preparati, Angel. Sarà cruciale>> dentro di me è tutto un caos. Non posso sbagliare. Clicco su "fine chiamata" e lascio cadere il telefono accanto a me, il peso della decisione ancora vivo sul petto. Mi riprendo il tempo di respirare, di rimettere a posto i pezzi di me stessa, ma so che domani sarà diverso. Sarò costretta a tirare fuori una forza che, in questo momento, non sono sicura di avere. Mi lascio andare nel letto, chiudendo gli occhi, cercando di afferrare di nuovo quella melodia, ma le parole non arrivano più. Sono sepolte sotto il peso di ciò che mi aspetta.

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